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Jeeg robot d’acciaio, non solo cuore!

Un anime simbolo del genere mecha, è uno dei più celebri degli anni '80 e, ancora oggi, dei più amati

Jeeg va, cuore e acciaio, Jeeg va, cuore e acciaio, cuore di un ragazzo che senza paura sempre lotterà”. Se avete cantato questa frase e vi è venuto anche un po’ il magone, conoscete bene l’anime di cui andremo a parlare nel corso di questo nuovo appuntamento della nostra rubrica dedicata agli anime degli anni ’80. L’operazione amarcord di questa settimana ci porta infatti ad uno degli anime più amati di quegli anni, un vero e proprio classico che ancora oggi rimane pilastro del genere mecha: Jeeg robot d’acciaio. Prima di diventare una serie anime della Toei Animation, Jeeg robot d’acciaio nasce come manga, ideato da Gō Nagai e dal disegnatore Tatsuya Yasuda.

Torniamo dunque nel mondo dei robottoni con questa serie anime di 46 episodi che darà poi negli anni a venire spazio a remake e film e la cui storia è rimasta nella mente e nel cuore di tutti. È per questo che, rispolverarla brevemente, sarà solo un piacere.

Jeeg robot d’acciaio: la storia

Un ragazzo invulnerabile

La trama di Jeeg robot d’acciaio, così come quella di tanti altri robottoni degli anni ’80, si basa su consueti canoni: un ragazzo che diventa poi l’eroe della storia, una popolazione di malvagi alieni pronti a conquistare la terra, un papà scienziato che ha progettato l’arma per distruggerli. Inizia così anche la storia del nostro protagonista: lui è Hiroshi Shiba, un ragazzo di 25 con la passione per le auto. È proprio durante una corsa automobilistica a cui partecipa che scopre qualcosa di strano: nonostante sia coinvolto in un grave incidente, non subisce un graffio.

jeeg hiroshi

Il motivo gli sarà spiegato poco dopo da suo padre, il Professor Senjiro Shiba, un archeologo di fama mondiale che, nel corso di alcuni scavi, ha ritrovato una campana di bronzo dagli straordinari poteri. Questo manufatto antico è strettamente legato all’antico regno Yamatai, governato dalla malvagia regina Himika.

Chi è Jeeg?

Rimasto ibernato nella roccia per lungo tempo, il popolo Yamatai, che mira a conquistare la Terra e a sottomettere i terrestri, si risveglia e il primo obiettivo della regina Himika è proprio ritrovare questa campana di bronzo che darà loro il potere per impossessarsi del pianeta. È qui che entra in gioco Hiroshi.

Vittima di un incidente in laboratorio quando aveva soltanto tre anni, Hiroshi finisce in fin di vita. Per salvarlo, il professore fa un esperimento sul figlio, miniaturizzando nel suo petto la campana che lo rende invulnerabile. È per questo che durante il grave incidente automobilistico non riporta alcuna ferita. Fatto sta che proprio grazie a questa campana ora non solo è invulnerabile, ma è dotato del potere che gli è necessario per trasformarsi in Jeeg, l’incredibile robot d’acciaio.

jeeg robot dacciaio

L’inizio della guerra

Prima di morire dopo il primo attacco degli Yamatai che vogliono scoprire dov’è la campana, il professor Shiba consegna al figlio due guanti e un ciondolo che sono ciò che serve a Hiroshi per trasformarsi in Jeeg. Unendo i guanti, il ragazzo sfrutta l’energia derivatagli dalla campana di bronzo e trasforma il suo corpo nella testa di Jeeg. Per completare la trasformazione ha bisogno della collaborazione di Miwa, assistente del professore, che gli lancia il resto dei componenti dal Big Shooter.

È grazie alla trasformazione in Jeeg che Hiroshi può fronteggiare i vari mostri mandati dalla regina Himika. Quest’ultima, nel corso dei vari episodi, riesce però a scoprire che la campana è nascosta in Hiroshi. Riesce così a radiografarla ed interpretarne le iscrizioni, invocando il malvagio Imperatore del Drago. Questi, però, le si ritorce contro uccidendola e sostituendosi a lei a capo dell’impero.

Il finale

La morte della regina Himika scatena però il malcontento tra i suoi fedelissimo. I tre ministri, in particolare, non accettano il Signore del Drago come nuovo imperatore, è per questo che organizzano una rivolta che si conclude miseramente. Mentre le battaglie con Jeeg continuano, il popolo Yamatai si indebolisce, colpa anche delle numerose sconfitte subite. Decide dunque di tentare un’ultima offensiva di massa, provando l’impresa finale.

Inizialmente l’idea sembra funzionare, tanto che Jeeg va in seria difficoltà, rischiando la sconfitta definitiva. Hiroshi è infatti a rischio, potrebbe morire da un momento all’altro ma il sacrificio di suo padre, ormai entità virtuale seppur perfettamente conservata, riuscirà a salvarlo. L’Imperatore, assunte le dimensioni e le capacità di un mostro Haniwa, affronta Jeeg che questa volta ottiene la definitiva vittoria sui malvagi.

jeeg robot dacciaio finale

Jeeg robot d’acciaio: curiosità e considerazioni

Collega di Mazinga e Goldrake ma con qualche differenza

Rispolverata la storia del giovane Hiroshi, ci addentriamo un attimo negli aspetti tecnici dell’anime e, in particolare, del nostro super robot. Jeeg non è di certo il primo robot della Go Nagai che vediamo assemblarsi dopo un consueto urlo di battaglia, eppure si differenzia in molti aspetti dai colleghi Mazinga e Goldrake. Partiamo col dire che se alla base della funzione di questi ultimi due ci sono comandi meccanici, Jeeg è invece un robot dai componenti magnetici. Altra differenza sta nel protagonista: Hiroshi Shiba non è un pilota spaziale. Il potere è racchiuso all’interno di se stesso ed è infatti un ragazzo che si trasforma nella testa del robot. L’unica pilosta spaziale è Miwa, l’assistente del dr. Shiba, che guida anche il Big Shooter ed è lei a lanciare i componenti a Jeeg.

Hiroshi: un eroe sui generis

Rimanendo sul tema del paragone con i colleghi Goldrake e Mazinga, spicca in Jeeg robot d’acciaio una forte caratterizzazione di alcuni personaggi che appare chiara soprattutto nel protagonista. Il nostro Hiroshi non è un semplice ragazzo messo alla mercè di un di un robot con l’unico scopo di salvare il mondo. Hiroshi ha una personalità forte e infatti, inizialmente, sembra restìo ad assoggettarsi a quello che, effettivamente, è il suo dovere e obbligo: salvare il mondo.

È sfacciato, sfrontato e quando assume il potere per la prima volta commette una sfilza di errori proprio per la fretta di dimostrare la sua forza, le sue abilità. Hiroshi vive per l’adrenalina, la velocità, e lo conferma anche la sua innata passione per i motori. L’eroe vive però una crescita episodio dopo episodio che si traduce, alla fine dell’anime, in piena consapevolezza non solo del suo potere ma dell’importanza del suo ruolo, e non per se ma per l’umanità. In questo senso potremmo definirlo ‘un eroe sui generis’ per l’epoca: solo alla fine della storia comprende effettivamente di esserlo.

Il generale Flora: un personaggio sottovalutato?

flora jeeg robot

A proposito di personaggi forti e ben caratterizzati, merita una menzione speciale il generale Flora. Si tratta, probabilmente, della personalità più complessa e affascinante presente nell’anime. Flora è il braccio destro del Signore del Drago, il cattivone finale dell’anime. Il che potrebbe farci credere che si tratti di una malvagia scagnozza e, in effetti, all’inizio è l’impressione che dà, cercando di fermare Hiroshi con ogni mezzo. A rendere Flora un personaggio molto più complesso di così è la sua natura umana.

Quando Flora era soltanto una bambina, il Signore del Drago le ridiede la vita dopo esser stata inavvertitamente uccisa durante una battaglia. Da qual momento è cresciuta al suo fianco, diventandone una fedele servitrice. Eppure la sua natura umana ha inevitabilmente un peso e lo riscopre proprio grazie a Hiroshi. Quest’ultimo, d’altronde, se ne accorge e cerca di convincerla a tornare sui suoi passi, abbandonando il male. Se da una parte la natura umana preme, dall’altra il Signore del Drago riesce sempre a puntare sui tasti giusti, riportandola al suo fianco. Eppure, alla fine, il bene avrà alla meglio e Flora, mossa probabilmente da un forte sentimento per Hiroshi, si sacrificherà per salvargli la vita, attuando la sua vera rinascita.

Tra animazione e storia

Non è inusuale che anime di genere mecha affondino le radici nella storia. È quanto accade anche in Jeeg robot d’acciaio, la cui storia trae ispirazione dal periodo del Giappone che va dal III secolo a.C. al III secolo d.C. noto come periodo Yayoi. Si tratta del lasso di tempo che precede il periodo Yamato, che sancisce la nascita dell’impero giapponese. È da quel periodo che l’anime trae infatti ispirazione per la campana di bronzo: tanti, infatti, i ritrovamenti di campane di quel periodo storico in Giappone. La stessa regina Himiko, cattiva dell’anime, trarrebbe ispirazione dall’omonima regina che sarebbe esistita tra il 175 e il 248.

La sigla

La sigla italiana, dal titolo, Jeeg Robot, è cantata sulla base originale giapponese da Roberto Fogu, con cori dei fratelli Balestra.

I personaggi principali

Hiroshi Shiba – È il protagonista, ha 25 anni ed è un appassionato d’auto e pilota esordiente. Figlio del professor Shiba, diventa Jeeg grazie al potere di una campana di bronzo.
Professor Senjiro Shiba – Padre di Hiroshi. Scienziato e archeologo di fama mondiale che ha trovato la campana di bronzo. Muore ma riesce a trasferire la propria coscienza e memoria all’interno di un computer attraverso il quale comunica col figlio.
Miwa Uzuki – Assistente del dottor Shiba che se ne prese cura fin da quando divenne orfana. È la pilota del Big Shooter e aiuta Hiroshi nelle sue trasformazioni e battaglie.
Regina Himika – Sovrana del regno di Yamatai e la cattiva della serie fino a quando muore dopo aver invocato il Signore del Drago. Lui, infatti, la uccide e prende il suo posto al comando.
Ikima, Amaso e Mimashi – I tre ministri e fedelissimi della regina Himika.
Imperatore del Drago o Signore del Drago – Il nemico finale di Jeeg, si sostituisce alla regina, uccidendola, dopo esser stato invocato tramite le iscrizioni incise sulla campana.
Flora – Braccio destro del Signore del Drago e sua fedele servitrice. Si sacrificherà alla fine della storia per Jeeg, salvandolo.

Desiderosi di rivivere altre storie legate agli anime degli anni ’80? Siamo andati sui monti insieme ad Heidi e Belle e Sebastien, tifato per i protagonisti di Prendi il mondo e vai e vissuto la natura e i suoi abitanti con Minù. Ci siamo immersi in trame horror con Bem il mostro umano, vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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