Big Tech, nel secondo e terzo trimestre fiscale dell’anno, vola, superando anche le più rosee aspettative degli analisti.
Big Tech: è così che vengono chiamati i tre grandi colossi occidentali dell’IT, ossia Microsoft, Apple e Google.
Anche se, a dire il vero, è più spesso usato (con sfumature di solito negative) l’acronimo GAFAM, che comprende cinque big: Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft.
Vediamo nel dettaglio come e quanto sono cresciuti gli utili di Apple, Google e Microsoft.
Scopriamo infine quali sono state le ingenti spese per la sicurezza di Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, nel 2020. Spese che, alla luce dei conti dei suoi competitor, forse non appaiono nemmeno così mirabolanti.
Apple
Fra i tre giganti di Big Tech prendiamo in esame per prima l’azienda di Cupertino fondata da Steve Jobs e ora sotto la guida di Tim Cook.
Apple ha fatto segnare utili record nel terzo trimestre fiscale, grazie soprattutto alle vendite del suo prodotto di maggiore appeal, l’iPhone. I profitti hanno abbondantemente superato i 20 miliardi di dollari, raggiungendo i 21,7 miliardi.
I guadagni sono stati di 1,30 dollari per azione, ben al di sopra delle stime di 1,01 dollaro per azione.
A Wall Street tuttavia il titolo, in rialzo da inizio anno, ha recentemente subito una flessione di oltre l’1%.
Si calcola che al termine dell’anno fiscale, a fine settembre, i profitti di Apple potrebbero arrivare a 86 miliardi, migliorando il massimo storico (ottenuto l’anno scorso) addirittura del 51%.
Le vendite dell’iPhone negli ultimi tre mesi sono aumentate del 50%, arrivando a 39,6 miliardi di dollari. E superando di gran lunga le previsioni, che si attestavano a 34,01 miliardi.
Il fatturato trimestrale complessivo del gruppo è cresciuto del 36%, giungendo così a 81,4 miliardi.
Non solo iPhone
Cresciute di ben un terzo anche le entrate dai servizi, che si sono attestate a 17,48 miliardi. Le vendite dei Mac sono schizzate del 16% (arrivando a 8,24 miliardi) e quelle dal tablet iPad del 12% (7,37 miliardi). Le entrate della divisione Other Products, con i loro 8,76 miliardi, sono volate: + 40%.
Ragionando per aree geografiche, negli Stati Uniti la crescita è stata del 33%, e nella Grande Cina di un sorprendente 58%.
Alphabet, la holding a cui fa capo Google, ha riportato un utile netto nel secondo trimestre di 18,52 miliardi di dollari. La società di Mountain View ha dichiarato un utile netto di 27,26 dollari per azione. Superata di gran lunga la stima di quattordici analisti intervistati da Zacks Investment Research, che avevano previsto un utile di 19,89 dollari per azione.
Il motore di ricerca ha registrato un fatturato di 61,88 miliardi di dollari. Levando le commissioni pubblicitarie di Alphabet, rimangono 50,95 miliardi di dollari di entrate. Anche qui, superate le stime degli analisti, che si attendevano 46,07 miliardi di dollari.
“I nostri solidi ricavi per 61,9 miliardi nel trimestre riflettono un’elevata attività online dei consumatori e una solida spesa nella pubblicità”, ha detto Ruth Porat, chief financial officer di Google.
Le azioni di Alphabet sono aumentate del 51% dall’inizio dell’anno, e del 72% negli ultimi 12 mesi.
Microsoft
Conti in crescita anche per Microsoft. La società di Redmond ha chiuso il quarto trimestre dell’esercizio fiscale con ricavi in crescita del 21% (46,2 miliardi di dollari), nuovamente smentendo gli analisti che scommettevano su 44,26 miliardi. L’utile è aumentato del 47% a 16,5 miliardi.
“I nostri risultati mostrano che mentre andiamo incontro alle esigenze dei consumatori in varie modalità su mercati grandi e in crescita, generiamo crescita”. Sono parole dell’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella.
Eppure, nonostante i risultati, i titoli Microsoft hanno subito una flessione a Wall Street, dove nelle contrattazioni after hours (cioè dopo la chiusura regolare dei mercati finanziari) arrivano a perdere il 3,14%.
L’esercizio fiscale si è chiuso con ricavi in aumento del 18% a 168,1 miliardi di dollari e un utile operativo in crescita del 32% a 69,9 miliardi.
I 23 miliardi per la sicurezza di Zuckerberg
Visto lo stato di ottima salute delle Big Tech, o GAFAM che dir si voglia, non sorprende una notizia già uscita lo scorso aprile e ribattuta in questi ultimi giorni.
Nel 2020, secondo un report di Protocol, solo per la sicurezza del CEO Mark Zuckerberg sono stati spesi ben 23,4 milioni di dollari.
L’aumento rispetto ai già impressionanti 20,4 milioni dell’anno precedente è dovuto almeno in parte a due fattori: il rischio Covid e le recenti misure per la protezione durante lo smart working.
Al secondo posto di questa curiosa classifica, con un vistoso distacco, troviamo la COO di Facebook Sheryl Sandberg (7,6 milioni).
Terzo è il CEO della già citata Google, Sundar Pichai, per la cui sicurezza nel 2020 sono stati spesi 5,4 milioni di dollari.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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