Bitdefender ha svelato i risultati dell‘indagine Healthcare Cybersecurity. Quest’indagine, realizzata in Italia, punta a valutare l’efficienza della sicurezza informatica nel settore sanitario. Secondo i dati emersi, il settore si caratterizza per una preparazione nettamente insufficiente sia in termini di tecnologie che di competenze professionali. Considerando il programma di trasformazione digitale in corso, il risultato dell’indagine di Bitdefender rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare.
I risultati dell’indagine di Bitdefender
Secondo i dati emersi, il 93% delle aziende del settore sanitario ha subito almeno un attacco informatico in passato. Da notare, inoltre, che il 64% ritiene probabile o altamente probabile un attacco in futuro. Secondo i dati di Bitdefender, l’efficienza complessiva della protezione è al 57% mentre l’efficienza di rilevamento è del 44%.
L’efficienza globale per le attività di risposta è al 49%. Da notare che pesa l’assenza di un Security Operation Center (67%) e la scelta di non realizzare simulazioni di attacchi per rafforzare i processi di resilienza (63%). Per quanto riguarda l’efficienza complessiva in merito al budget, invece, il risultato è del 53%. Per quanto riguarda le competenze, invece, l’efficienza globale registrata è del 46%.
Da notare che il 60% degli intervistati evidenzia di non avere un budget dedicato alla cybersecurity determinato in funzione dell’analisi del rischio. Il 53% degli intervistati sottolinea l’incapacità di guidare i cambiamenti necessari con il budget attualmente disponibile. Da notare, inoltre, che l‘efficienza complessiva per organizzazione, cultura e leadership è al 44%
Il commento dell’azienda
Denis Valter Cassinerio, Regional Sales Director Sud Europa di Bitdefender, sottolinea: “Tutti e sei i fattori devono migliorare per raggiungere livelli di sicurezza informatica accettabili nel settore della sanità. È difficile migliorare istantaneamente su tutti i fronti; ecco perché la maggior parte delle organizzazioni sanitarie sta cercando di esternalizzare parte delle operazioni di cybersecurity come sottolinea il 79% degli intervistati.”.
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