Da tempo aspettavamo il connubio fra Dwayne Johnson e il cinema supereroistico. Il fisico massiccio dell’attore, la sua espressività limitata ma decisamente efficace e la sua crescente popolarità lo rendono infatti un vero e proprio supereroe del mondo reale, non a caso già ampiamente sfruttato dai blockbuster recenti per imprese sovrumane e ai limiti dell’impossibile. Questo matrimonio a lungo atteso è finalmente realtà grazie a Black Adam, nuovo capitolo del DC Extended Universe diretto da Jaume Collet-Serra, disponibile da oggi nelle sale italiane. Un’opera che ci riporta proprio agli esordi sul grande schermo di The Rock, che con La mummia – Il ritorno e Il Re Scorpione dimostrò che sotto la montagna di muscoli di uno dei wrestler più conosciuti e amati del pianeta poteva esserci anche un valido attore.
Nel mettere in scena le avventure dell’omonimo antieroe dei fumetti DC Comics, Black Adam ci porta infatti nella fittizia antichissima città mediorientale di Kahndaq, somigliante in molti dettagli all’Egitto e in particolare a Il Cairo. Qui facciamo la conoscenza di Teth-Adam, che 5000 anni fa ebbe l’onore di ricevere i sovrumani poteri degli Dei per poi utilizzarli a scopo di mera vendetta, finendo così per essere imprigionato per millenni. Nella Kahndaq di oggi, Teth Adam è accidentalmente liberato, e incrocia la sua strada con quelle della Justice Society, gruppo di supereroi formato da Hawkman (Aldis Hodge), Doctor Fate (Pierce Brosnan), Atom Smasher (Noah Centineo) e Cyclone (Quintessa Swindell). L’indole aggressiva e prepotente di Teth-Adam si scontra con la necessità di un approccio più moderato e nobile ai contrasti e alle tensioni.
Black Adam: Dwayne Johnson supereroe in un fiacco mix dei blockbuster degli ultimi anni
Dopo Jungle Cruise, Jaume Collet-Serra si ricongiunge con Dwayne Johnson per un’altra spettacolare avventura, derivativa per ambientazioni e registri utilizzati. Mentre con Jungle Cruise il regista è riuscito a trovare una propria precisa strada, pur guardando chiaramente a Indiana Jones e soprattutto All’inseguimento della pietra verde, in questo caso ci troviamo di fronte a un mix di ispirazioni talmente caotico da depotenziare anche i pochi punti di forza del racconto.
Dopo un incipit che sembra girato da Zack Snyder per colori e uso del ralenti (evidente anche l’omaggio a 300), ha inizio un’opera costantemente incerta nello stile e nei toni, che da una parte si pone in continuità con le atmosfere fantastiche e bambinesche di Shazam! (con cui è lecito aspettarsi un punto di incontro nei prossimi capitoli del DC Extended Universe), mentre dall’altra adotta il classico stile tenebroso e tormentato di casa DC, arrivando in questo caso a momenti quasi splatter, frutto comunque di un compromesso fra la produzione e la Motion Picture Association. Infatti, inizialmente a Black Adam era stato assegnato il rating R (vietato ai minori di 17 anni), trasformato in PG-13 solo dopo diversi tagli in fase di montaggio, decisamente penalizzanti per la resa complessiva dell’opera.
Osservando più attentamente questo progetto, è inoltre evidente la volontà di percorrere la strada della Marvel in termini di impegno politico e soprattutto di acquisizione di nuove fette di mercato.
Marvel Vs DC
Le contaminazioni fra i due franchise sono pressoché inevitabili e affondano le radici nelle origini fumettistiche di entrambi, per cui non sarebbe giusto puntare il dito contro Black Adam per le evidenti somiglianze fra i personaggi di Doctor Strange e Dottor Fate e per altri richiami più o meno espliciti. È invece ben più sconfortante assistere a tentativi abbastanza sgangherati di imitazione di ciò che il Marvel Cinematic Universe ha fatto prima e meglio in termini squisitamente editoriali.
Ci riferiamo per esempio al maldestro tentativo di aprire il franchise a culture diverse da quella nordamericana e in particolare al Medio Oriente, che ci viene però presentato con una posticcia fotografia da cartolina e soprattutto attraverso l’abuso di cliché ormai logori e stantii, come il traffico asfissiante o le manifestazioni di acclamazione popolare dell’eroe di turno. Il tutto condito da un fiacco tentativo di creare una mitologia ibrida fra le location e il DC Extended Universe, ben sintetizzato dalla costruzione di una statua, ovvero il più banale mezzo con cui comunicare la statura pressoché divina di un personaggio.
Da non sottovalutare il contesto socio-politico di Black Adam, che flirta con l’imperialismo americano e gioca con le dinamiche del potere e del rovesciamento dello stesso. Una montagna di argomenti capace però di partorire solo un topolino che porta con sé il più semplice e scontato dei messaggi, ovvero la necessità e i rischi connessi alla scelta da parte del popolo dei leader deputati a guidarlo. Nulla di neanche lontanamente paragonabile all’orgoglio di un popolo che emerge da Black Panther o alla forza di Spider-Man: No Way Home, in cui i cattivi non vengono rispediti a casa loro, ma sono invece curati in un universo diverso da quello di origine.
Black Adam: l’ennesima fragile ripartenza del DC Extended Universe
Dal punto di vista del puro intrattenimento, Black Adam scorre senza particolari pecche, appoggiandosi a dinamiche non proprio freschissime come quella dell’uomo aggressivo e respingente lentamente cambiato dalla purezza di un bambino e da una donna intraprendente. Fra le tante sequenze di battaglia emerge però anche qualche inaspettato dubbio sull’efficacia di Dwayne Johnson in un cinecomic, e in particolare in uno che si prende spesso troppo sul serio come Black Adam: nonostante la bravura dell’attore, vedere l’emblema stesso della potenza e dell’atletismo compiere atti di forza sovrumana può avere un impatto decisamente inferiore rispetto a quello della persona più ordinaria alle prese con situazioni straordinarie.
Dopo aver letteralmente incorniciato il racconto con richiami iconografici al resto del franchise, in una gustosa scena posta sui titoli di coda Black Adam pone le basi per ciò che in quasi 10 anni il DC Extended Universe non è ancora riuscito a fare con efficacia e continuità: costruire un universo condiviso e interconnesso. Dopo la visione di questo giocattolo incerto nei contenuti e nei registri narrativi, l’impressione è che la strada da fare in questo senso sia ancora lunga.
Black Adam è nelle sale italiane dal 20 ottobre, distribuito da Warner Bros.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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