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Il Canada caccia le aziende cinesi dalle miniere di litio

Il governo canadese valuta il litio un "minerale critico"

Il Canada ha ordinato a tre aziende cinesi di rinunciare agli investimenti nelle miniere di litio sul suolo canadese, un tipo di investimento che la Cina sta conducendo in tutto il mondo. Infatti i “minerali rari” per la costruzione di batterie per dispositivi tecnologici e auto elettriche stanno diventando sempre più strategici e redditizi. Il Canada ha deciso di definirli “minerali critici” e impedire gli investimenti stranieri. Facendo il primo passo verso quello che alcuni commentatori chiamano la “Nato dei metalli”.

Il Canada impedisce alla Cina di investire nelle miniere di litio

Il Ministro per l’Innovazione canadese Francois-Philippe Champagne ha siglato una norma che impedisce a compagnie estere di quelli che ritiene “minerali critici”. Il ministro ha spiegato che gli investimenti, di qualsiasi portata, saranno approvati solo su “base eccezionale”.

Una decisione che sembra indirizzata direttamente contro Pechino, che sta investendo ormai da anni in miniere di minerali e terre rare in Africa, America Latina e Canada. Il Partito Comunista Cinese reputa il litio e il cadmio delle batterie, così come altri metalli quali il silicio per i chip e diverse altre componenti di celle solari, auto elettriche e prodotti high-tech, un investimento strategico. E ormai da mesi la tensione per il controllo di queste risorse fra Cina e l’Occidente si sta alzando. Specie perché dopo la crisi del gas seguita alle sanzioni alla Russia per l’invasione in Ucraina, i Paesi Nato non vogliono altri problemi di supply chain dovuti a questioni di geopolitica.

La risposta cinese

Il governo cinese ha criticato aspramente il Canada, chiedendo che cambi la normativa. Per il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian, ci va di mezzo la libertà del mercato. “Il Canada ha allargato il concetto di sicurezza nazionale e posto barriere ai normali investimenti e cooperazioni commerciali fra aziende cinesi e canadesi. Urgiamo il Canada ha fermare questa ingiusta soppressione delle aziende cinesi e invece chiediamo fornisca un ambiente giusto, onesto e non-discriminatorio per le loro operazioni”.

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Ma non sembra che il Canada voglia stare a sentire. La compagnia di Hong Kong Sinomine Rare Metale Resources ha dovuto vendere le proprie quote a Power Metals Corp., che ha sede a Vancouver. Sarà la compagnia canadese ha scavare per litio, cesio e tantalio nella provincia canadese dell’Ontario.

Invece Chengze Lithium International Ltd. ha dovuto disinvestire da Lithium Chile Inc., che ha sede a Calgary ma scava in Cile. Zangge Mining Investment ha dovuto vendere all’azienda di Vancouver Ultra Lithium Inc. le proprie quote per progetti in Canada e Argentina.

Una Nato dei Metalli

Questa decisione segna un passo deciso verso quello che l’analista Andy Home chiama la Nato metallica (tramite Star Magazine), un’alleanza voluta dagli Stati Uniti e dai Paesi Alleati (fra cui l’Unione Europea).

Una realtà economica che ha preso il nome ufficiale lo scorso giugno di Partnership per la sicurezza dei minerali. E vede nazioni ricche di minerali rari come Canada e Australia, insieme a Paesi che producono batterie come la Corea del Sud e il Giappone, oltre agli Stati Uniti, il Regno Unito e diversi Paesi Europei.

Il mercato minerario e dei semilavorati per prodotti tecnologici (dalle batterie delle auto elettriche a quelle degli iPhone), sta diventando meno globale e più diviso in sfere politicamente polarizzate. Con potenziali enormi effetti sulla tecnologia che ormai usiamo tutti i giorni.

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Source
AutoBlog

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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