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Chiuso Socceron, altra stangata allo streaming illegale

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Lo streaming illegale nelle ultime settimane è sotto gli occhi delle autorità, e ora che è stato chiuso Socceron siamo davanti alla seconda operazione importante in meno di un mese.

La prima – chiamata operazione Gotha – è stata condotta dalla Polizia postale di Catania, e ha sgominato una banda che gestiva qualcosa come il 70% del mercato dello streaming illegale in Italia. Perquisizioni e sequestri in 23 province hanno messo in luce un giro che coinvolgeva circa 900.000 utenti. Si trattava di un’organizzazione oliatissima, organizzata gerarchicamente e di carattere transnazionale.

L’operazione Gotha segue peraltro di pochi giorni la sentenza del tribunale di Milano, che conferma la condanna a CloudFlare. La piattaforma americana, di cui è stato respinto il ricorso, dovrà bloccare i siti illegali di cui era intermediaria.

E adesso, sempre grazie a un’operazione della Polizia postale di Catania, è stato chiuso Socceron.

Scopriamo cosa è socceron.name, e vediamo i dettagli del sequestro del sito di streaming illegale.

Chiuso Socceron

La Polizia postale ha dunque chiuso Socceron, il cui sito Internet è (o era) socceron.name.

La piattaforma dava la possibilità di vedere in live streaming una vastissima quantità di eventi sportivi. Ma anche film e serie tv.

Le immagini, come si poteva chiaramente vedere dai loghi che campeggiavano agli angoli dello schermo, erano prese da piattaforme a pagamento, da Dazn a Sky, da Netflix a NowTv.

Inoltre, al sito era collegato era collegato un canale Telegram, tramite cui venivano venduti abbonamenti alle Iptv. Si tratta dell’acronimo di Internet Protocol Television, un sistema che consente di guardare i canali televisivi sfruttando il protocollo TCP/IP delle connessioni Internet.

L’operazione

Socceron è stato chiuso grazie a indagini svolte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania, con il coordinamento del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Il sito e il canale Telegram erano gestiti da due persone di 35 e 44 anni, residenti a Frosinone e Napoli, che raccoglievano le somme dei cosiddetti pezzotti tramite PayPal.

Gli inquirenti hanno fatto sapere che i due inquisiti “erano dediti alla commissione di attività delittuose in materia di illecita trasmissione di contenuti audiovisivi ad accesso condizionato”.

Le perquisizioni e la sanzione

Le perquisizioni sono state disposte dalla Procura di Catania. Ed eseguite dal personale dei Centri operativi Sicurezza Cibernetica di Catania e Napoli e dalla Sezione Operativa di Frosinone.

E hanno portato al sequestro di diversi dispositivi elettronici, di svariati account di posta elettronica e di pannelli reseller di Iptv. Ma anche di diverse carte di credito e di un conto PayPal riconducibile ai due amministratori del sito, su cui c’erano 5.000 euro.

Per i due inquisiti è scattata anche una sanzione amministrativa di 54.000 euro.

È streaming illegale? Ma davvero?

Lo streaming illegale, con una particolare predilezione per gli eventi sportivi (e in primis il calcio), è un fenomeno diffusissimo in Italia.

Nonostante sia stato chiuso Socceron, è piuttosto emblematico il fatto che – interrogando un qualunque motore di ricerca sui siti che trasmettono in live streaming – appare come nulla fosse una moltitudine di risposte dettagliatissime e cordiali. Che tuttavia rimandano a siti palesemente illegali.

È in effetti lo specchio di un atteggiamento culturale che minimizza, o nega proprio, il carattere fuorilegge di questa pratica. Lo dimostrano due report usciti rispettivamente lo scorso maggio e giugno, e di cui vi abbiamo parlato in altrettanti articoli.

Gli italiani e lo streaming illegale: due report

La prima delle due ricerche è stata pubblicata da Time2play lo scorso maggio. E ha rivelato, tra le altre cose, come – su un campione di 1.120 connazionali intervistati – ben il 63,8% ha ammesso con candore di guardare serie tv e film in streaming su siti illegali.

Ancor più inquietante è stata la risposta fornita dal 74,9% di chi ha dichiarato di ricorrere allo streaming illegale. Che ha motivato così la propria scelta: “Perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?”

Passa appena un mese, e nel mese di giugno viene reso pubblico un report condotto da Ipsos per FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). La ricerca mirava a indagare le abitudini degli italiani nei confronti della pirateria digitale audiovisiva nel corso del 2021.

Ebbene: il 43% degli italiani si affida a contenuti audiovisivi illegali (a prescindere dal genere). Le percentuale sale al 51% tra gli under 15. Inoltre, la fruizione degli eventi sportivi illeciti è in continua crescita (+15% nel 2021).

Ma è ancora una volta l’errata percezione del fenomeno a far riflettere: il 41% di chi ha fruito di contenuti illegali tramite credenziali altrui, non lo ha percepito come un gesto illecito.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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