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Pirateria digitale: coinvolto il 47% degli italiani

Lo dice un’indagine Ipsos per FAPAV

Nell’attacco di un recente articolo dicevamo come, tra le nostre brutte abitudini, ci sia quella di stigmatizzare gli atteggiamenti poco etici, o palesemente illegali, degli altri. Salvo poi non accorgersi dei nostri, o quanto meno minimizzarli.

L’articolo in questione dava conto ai lettori di Tech Princess di un sondaggio di Time2play, che parlava del rapporto tra gli italiani e la pirateria digitale. In realtà, a essere indagato in quel caso era stato l’ambito dei film e delle serie tv.

Il report, svolto nel mese di maggio, aveva coinvolto un campione tutto sommato esiguo di intervistati: 1.120. Ma ne erano comunque emersi numeri ben poco incoraggianti: il 63,8% degli intervistati aveva candidamente ammesso di fare ricorso a siti di streaming illegale.

Ora arrivano i dati di un importante studio di Ipsos, che sembrano altrettanto pessimistici. Scopriamoli più nel dettaglio.

pirateria informatica

L’indagine Ipsos per FAPAV

L’indagine è stata presentata a Roma nella giornata di martedì 21 giugno, all’interno dell’evento “Stati generali della lotta alla pirateria tra legalità e sicurezza”.

È stata condotta da Ipsos per conto di FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, e riguarda appunto le abitudini degli italiani nei confronti della pirateria digitale audiovisiva nel 2021.

Ne emergono dati che coinvolgono quasi la metà dei nostri connazionali, e portano un danno economico al Paese calcolabile in circa 1,7 miliardi di euro. Vediamoli più da vicino.

Gli italiani e la pirateria digitale: l’ambiguità dei dati

I dati dell’indagine Ipsos ci dicono, in estrema sintesi, che nel nostro Paese crescono i pirati ma diminuiscono gli atti di pirateria digitale.

Oggi ben il 43% degli italiani si affida a contenuti audiovisivi illegali. Tuttavia, gli atti illeciti in questo ambito sono stati circa 315 milioni nel 2021, con un calo del 24% rispetto al 2019, e addirittura del 53% rispetto al 2016.

I contenuti illeciti

La pirateria digitale interessa soprattutto per quanto riguarda i film, fruiti illegalmente da circa il 29% della popolazione italiana adulta. Seguono le serie e fiction con il 24% e i programmi di vario genere con il 21%.

La fruizione degli eventi sportivi illeciti è cresciuta dal 10% del 2019 al 15% del 2021.

Boom ancora più consistente per chi ha fatto uso almeno una volta delle IPTV illecite: dal 10% nel 2019 si è passati al 23% nel 2021. Il giro è di 11,7 milioni di persone coinvolte, e di 2,3 milioni di abbonati.

La percezione della pirateria digitale

Curioso il dato secondo cui il 41% dei pirati digitali ha fruito di contenuti illegali tramite credenziali altrui, non percependolo come un gesto illecito.

Tuttavia, in questo senso la consapevolezza è in crescita: nel 2021 il 36% dei pirati si è trovato davanti a siti web illegali oscurati, e il 43% di loro ha optato per un’alternativa lecita.

L’età dei pirati digitali

Nel 2021 l’incidenza dei pirati digitali giovani e giovanissimi (dai 10 ai 14 anni) è salita al 51%, mentre gli atti di pirateria hanno fatto segnare un -20% rispetto al 2019.

I più giovani sono comunque sempre più consapevoli dei rischi connessi alla pirateria digitale.

I danni economici

L’indagine Ipsos indica che il danno del fenomeno illegale per quanto riguarda film, serie e fiction è pari a 673 milioni di euro. La fruizione di eventi sportivi live pirata ha invece causato un danno economico pari a 267 milioni di euro.

La pirateria digitale provoca al nostro Paese un danno in termini di fatturato di circa 1,7 miliardi di euro. Incide sul Pil per circa 716 milioni di euro, e sulle entrate fiscali per circa 319 milioni di euro.

In più, mette a rischio anche l’occupazione: si stima una perdita di 9.400 posti di lavoro.

A ciò si aggiungano i rischi informatici per gli utenti, causati dal furto di dati personali e dagli attacchi di virus e malware.

La parola a FAPAV e Ipsos

Federico Bagnoli, presidente e direttore generale di FAPAV, ha detto: “La ricerca presentata oggi da Nando Pagnoncelli e riferita al 2021, evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro Paese sia in continua evoluzione con uno spostamento della preferenza dei pirati verso i contenuti sportivi live, confermando un trend che già si era iniziato a manifestare nelle ultime indagini.

Per questo motivo, per la prima volta, insieme ad Ipsos abbiamo voluto considerare anche i danni economici provocati dalla pirateria al settore sportivo.”

Così invece Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia: “Molto evidente la marcata crescita della pirateria digitale, che ha guadagnato terreno durante il periodo di lockdown. D’altra parte, è decisamente incoraggiante rilevare come le azioni di contrasto al fenomeno della pirateria stiano portando ad un continuo contenimento del numero di atti, nonostante la percentuale di pirati sia in crescita. È chiaro che il fenomeno va tenuto costantemente sotto controllo, dal momento che l’impatto su varie dimensioni economiche del nostro Paese genera dei numeri impressionanti.

Diffondere questi numeri contribuisce a contrastare la cultura dell’illegalità: ancora oggi la metà dei pirati ritiene erroneamente che il proprio comportamento non sia grave, nonostante si sappia che si tratti di un vero e proprio reato.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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