La garanzia di iPhone non copre i danni causati dell’acqua e così a New York parte la class action. A guidarla è Antoinette Smith, che ha deciso di fare causa ad Apple dopo che l’assistenza le ha negato la riparazione gratuita di un iPhone 8 venuto a contatto con l’acqua. Ma ha davvero ragione? Cerchiamo di capire cos’è successo.
La garanzia di iPhone e i danni causati dall’acqua
Tutto parte da un non specificato incidente che vede protagonista l’iPhone 8 di Antoinette Smith, cittadina americana residente a New York, nel Bronx. Il suo smartphone pare essere entrato in contatto con l’acqua in una situazione che rientra perfettamente all’interno della certificazione IP67 che prevede la resistenza a questo liquido per immersioni fino ad un metro di profondità. La Smith si è quindi recata in un Apple Store e ha richiesto la riparazione in garanzia del suo iPhone, riparazione che però è stata negata da Apple.
A questo punto è scattata la causa legale, che pare coinvolgere tutti coloro che hanno acquistato un iPhone e che risiedono nello stato di New York. La motivazione? La violazione del New York General Business Law’s Consumer Protection Statute. Insomma, pubblicità ingannevole e violazione dei diritti dei consumatori.
La querelante infatti sostiene che Apple da anni pubblicizza i suoi prodotti come resistenti all’acqua, cosa che stando alla sua esperienza non sembra essere vera. In più la “resistenza” viene certificata in laboratorio e in condizioni sicure, con un acqua che non rispecchia quella con cui viene effettivamente a contatto l’utente, che sia quella del rubinetto a casa o quella della piscina o, ancora, quella di mari e oceani. A tutto questo aggiungete il fatto che la garanzia non copre dichiaratamente i danni causati dall’acqua pur vantando la certificazione IP e avete il contenuto delle 13 pagine presentate dall’avvocato della Smith in tribunale.
Ad accompagnarle naturalmente c’è una richiesta: Apple deve modificare la sua campagna di marketing per fare in modo che rispecchi la realtà, deve risarcire i querelanti coinvolti nella class action e pagare le spese legali.
Antoinette Smith non è la prima
In realtà la class action americana non ci stupisce molto. A novembre infatti l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva multato Cupertino con una sanzione da 10 milioni di euro. Due le motivazioni:
- nei diversi messaggi pubblicitari non erano specificate le precise condizioni in cui iPhone resiste a questo liquido;
- la garanzia non copriva i danni provocati dai liquidi.
Insomma, la situazione è davvero la stessa, con molti altri utenti a cui è stata negata la riparazione in garanzia di iPhone, dall’8 all’11 Pro Max. Ora non ci resta che capire come si comporteranno negli Stati Uniti.
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