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La Commissione Ue vuole un’identità digitale comune

Sarà una sorta di Spid europeo. E il green pass fungerà da primo test

La Commissione Ue vuole un’identità digitale comune nel 2022.

Per questo apporterà alcune modifiche all’eIDAS (regolamento sulle identità digitali).

L’idea della Commissione europea è di rendere l’identità digitale una sorta di estensione dello Spid italiano. Adottata dagli Stati membri e riconosciuta da tutte le amministrazioni pubbliche europee, l’identità digitale comune mira a semplificare la vita dei cittadini quando si spostano o accedono a servizi nei vari Paesi europei.

Commissione Ue: verso l’identità digitale comune

I commissari europei Margrethe Vestager e Thierry Breton hanno presentato l’ambizioso wallet (portafoglio) digitale, un’applicazione nella quale i cittadini europei potranno raccogliere tutti i loro dati: non solo il documento d’identità ma anche certificati, diplomi, lauree, patenti e qualsiasi altro documento.

Wallet europeo: vantaggi e sicurezza

Il portafoglio digitale farà sentire i cittadini europei realmente membri di uno spazio comune. A prescindere dal Paese in cui ci si troverà, si avrà tutto a portata di clic.

Con il wallet digitale sarà possibile richiedere documenti, aprire un conto corrente, noleggiare autoveicoli, pagare bollette, tracciare le attività economiche…

La privacy sarà tutelata al massimo grado, e ciascun cittadino deciderà quali e quante informazioni fornire.

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Identità digitale europea: quando e come

La data che in questi giorni sta trapelando come quella entro la quale gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno dotarsi di strumenti digitali comuni è il settembre del 2022.

 I Paesi forniranno i portafogli digitali che estenderanno a livello europeo le identità digitali nazionali. I wallet potranno essere rilasciati da autorità pubbliche o da soggetti privati, e con ogni probabilità saranno scaricabile sotto forma di app.

Tra i fattori di autenticazione dovrebbe esserci la biometria: l’applicazione potrebbe dunque essere accessibile tramite riconoscimento dell’impronta digitale o con una scannerizzazione della retina.

Le dichiarazioni dei commissari Ue

La commissione Ue vuole fortemente un’identità digitale comune. E i due commissari che l’hanno presentata non nascondono l’entusiasmo.

Queste le parole di Margrethe Vestager: “Con l’identità digitale europea potremo fare in qualsiasi Stato membro quello che facciamo nel nostro Paese senza costi aggiuntivi e con minori ostacoli, ad esempio affittare un appartamento o aprire un conto bancario all’estero, e tutto questo in modo sicuro e trasparente.

Saremo noi a decidere quante informazioni desideriamo condividere su noi stessi, con chi e per quale finalità. Si tratta di un’opportunità unica che ci permetterà di sperimentare ancora di più che cosa significhi vivere in Europa ed essere europei”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Thierry Breton: “Che si tratti di rapportarsi con le amministrazioni nazionali, ad esempio per presentare una dichiarazione dei redditi, o di iscriversi a un’Università europea che richiede un’identificazione ufficiale, i cittadini dell’Ue non si aspettano solo un livello elevato di sicurezza, ma anche la comodità.

I portafogli europei di identità digitale offrono loro una nuova possibilità per conservare e utilizzare i dati per ogni tipo di servizio, dal check-in in aeroporto al noleggio di un’automobile. Si tratta di offrire una scelta ai consumatori, una scelta europea. Anche le imprese europee, grandi e piccole, trarranno vantaggio da questa identità digitale. Potranno infatti mettere a disposizione un’ampia gamma di nuovi servizi dato che la proposta offre una soluzione per servizi di identificazione sicuri e affidabili”.

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Il test del green pass

L’identità digitale voluta dalla Commissione Ue è subito davanti a un primo test: il green pass europeo.

Il documento che consentirà di spostarsi tra gli Stati membri nel periodo estivo non servirà solo ad agevolare le vacanze ai cittadini europei. Fungerà anche da prima verifica di quel portafoglio digitale comune che dovrà consentire a chi risiede nell’Unione Europea di sentirsi concretamente all’interno di una patria comune.

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Gli obiettivi dell’Ue

L’obiettivo dell’Ue è quello di far dotare quanto prima tutti i ventisette Stati membri di un’applicazione per l’identità digitale: a oggi poco più della metà, diciannove, ne hanno una.

Altro scopo sarà quello di tutelare la privacy dei cittadini, riducendo al massimo le informazioni che saranno condivise all’esterno. La Commissione europea guarda alla tutela dei dati personali come a un suo principio cardine, ribadito anche dal Gdpr.

È quanto ha ricordato anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “Vogliamo offrire agli europei una nuova identità digitale. Un’identità che garantisca fiducia e protegga gli utenti online. Consentirà a tutti di controllare la propria identità online e di interagire con governi e imprese in tutta l’Unione.

Nessuno dovrà essere obbligato a fornire più dati di quelli necessari allo scopo in questione. Per prenotare una camera d’albergo online, nessuno deve sapere da dove vengo e chi sono i miei amici. Con la nostra proposta offriamo un’alternativa ai modelli delle grandi piattaforme online”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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