La fase due di contenimento dell’epidemia da coronavirus è iniziata da una settimana, ma diverse aziende si sono messe all’opera per facilitare un ritorno alla normalità ed un contenimento del virus. È il caso di Blimp, azienda italiana che presenta un suo progetto che aiuta a monitorare la distanza tra colleghi sul lavoro ed identificare eventuali anomalie.
Fase due coronavirus: l’intervento di Blimp
Blimp nasce nel 2017 come startup all’interno di e-Novia, una “fabbrica di imprese” con sede a Milano che permette alle neo aziende di crescere e sviluppare le proprie idee e brevetti, talvolta in collaborazione con universitarie italiane, come il Politecnico di Milano.
Il nuovo progetto di Blimp si chiama Beat19, un sensore che verifica che le misure di contenimento anti-COVID vengano applicate correttamente. Beat19 riesce a monitorare il personale sul luogo di lavoro, e verificare che stia indossando una mascherina, che abbia una corretta temperatura corporea e che sia rispettata la distanza minima tra collaboratori. In caso di “infrazione”, interviene inviando una notifica all’amministratore del sistema.
Alex Buzzetti, fondatore di Blimp, spiega che l’obiettivo è di misurare “come si comportano e come si muovono le persone in ambienti fisici, attraverso un sensore basato su videocamera in grado di inviare in tempo reale informazioni sul flusso di veicoli e pedoni, e di profilarli in base a criteri come la tipologia (per i veicoli), il genere, l’età e lo stato emotivo (per le persone)”.
La soluzione di Blimp
Il sistema Beat19 ideato da Blimp, in versione standard, offre:
Beat19 è destinata ad autorità pubbliche, attività commerciali, stabilimenti produttivi, uffici, trasporti pubblici, aeroporti e stazioni.