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Cyrano: com’è il musical con Peter Dinklage e Haley Bennett

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La vita e la carriera di Joe Wright sono letteralmente intrise di teatro e dei grandi classici. Un percorso che nasce inequivocabilmente dall’infanzia del regista inglese, passata nel teatro di marionette gestito dai genitori, si dipana attraverso adattamenti di pietre miliari della letteratura (Orgoglio e pregiudizio, Anna Karenina), originali rivisitazioni (Pan – Viaggio sull’isola che non c’è), pagine di storia (L’ora più buia) e l’esplicito omaggio ad Alfred Hitchcock La donna alla finestra, e arriva oggi a Cyrano, in sala dal 3 marzo con Eagle Pictures. Un progetto ambizioso, figlio dell’immortale commedia Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand e dell’omonima opera teatrale diretta da Erica Schmidt (qui coinvolta come sceneggiatrice), da cui provengono anche gli ottimi protagonisti Peter Dinklage e Haley Bennett. Un musical in costume intenso e dal notevole impatto visivo, con il cuore italiano: le riprese hanno infatti avuto luogo in Sicilia durante la pandemia.

Il celeberrimo triangolo amoroso fra l’affascinante e sofisticata Rossana, il colto e orgoglioso spadaccino Cyrano e il bello ma illetterato Christian si arricchisce di una nuova declinazione, che coglie lo spirito dell’originale ma lo adatta ai nostri tempi. Il prominente naso di Cyrano, già visto al cinema sul premio Oscar José Ferrer e su Gérard Depardieu nei rispettivi adattamenti per il grande schermo che li hanno visti protagonisti, lascia spazio all’acondroplasia che non ha impedito a Dinklage in uno dei migliori attori della sua generazione, mentre Christian è in questo caso impersonato da Kelvin Harrison Jr., in un’operazione di color-blind casting che ricorda quando già visto per il Regé-Jean Page di Bridgerton.

Inoltre, la parentela fra Cyrano e Rossana (cugina del protagonista nel testo originale) viene sfumata, sottolineando così l’orgoglio dello spadaccino, incapace di dichiararsi alla sua amata se non idealmente e per interposta persona.

Il sogno d’amore di Cyrano rivive nello struggente musical di Joe Wright

Joe Wright compie un’operazione intelligente e onesta, adagiandosi sull’opera originale quando necessario e deviando quel tanto che basta da permettergli di adattare la forza di questo racconto alle caratteristiche specifiche del suo cinema, come l’abilità di conferire intensità e brillantezza al melodramma. A completare il quadro sono l’espressività di Peter Dinklage e Haley Bennett, perfettamente a loro agio anche nelle scene cantate, gli splendidi costumi curati da Massimo Cantini Parrini (che per il suo lavoro ha conquistato la sua seconda nomination consecutiva all’Oscar) e le suggestive scenografie, capaci di trasformare la Sicilia dei giorni nostri nella Francia del ‘600. Il risultato è un racconto elegante e vibrante, equilibrato nell’utilizzo delle canzoni (anche se si sente la mancanza di un brano trascinante) e barocco al punto giusto, che si trasforma anche in brillante e attuale riflessione sul classismo e sulla rappresentazione scenica.

Emblematico l’ingresso in scena di Cyrano, all’interno di un teatro che all’epoca non era solo un luogo di fruizione dell’arte, ma anche un pulpito di ostentazione sociale. In mezzo a vestiti sfarzosi e guance incipriate, Cyrano si fa strada con la lingua e con la spada, scardinando col sangue il pregiudizio di chi lo vorrebbe ridurre a inutile freak. La sua abilità in battaglia ha però un rovescio della medaglia, cioè il timore di essere rifiutato dal suo segreto amore Rossana. Anche se pone fine alle sue velleità sentimentali, l’incontro fra Rossana e Christian permette finalmente allo spadaccino di lasciarsi andare e di proferire (anche se in veste di suggeritore) quelle parole che la paura e l’orgoglio avevano sempre strozzato sul nascere. Ma in fondo la narrazione è anche un modo per dare forma e sostanza a idee astratte e sentimenti difficili da esprimere, perché troppo vicini al cuore.

Un racconto universale

Io sono solo un povero cadetto di Guascogna / Però non la sopporto la gente che non sogna“, cantava Francesco Guccini nella sua Cirano, in un calzante parallelo fra questa tormentata figura e il materialismo della società moderna. Il sogno universale di Cyrano rivive nello struggente musical di Joe Wright, che ci ricorda che non esiste timore così grande da impedire a un sentimento di venire a galla e che non è mai troppo tardi per rivelare chi siamo e cosa proviamo.

Amo senza peccato, amo, ma sono triste
Perché Rossana è bella, siamo così diversi
A parlarle non riesco
Le parlerò coi versi
Le parlerò coi versi

Cirano, Francesco Guccini

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