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Diabolik: tutto quello che devi sapere sul ladro di Clerville

Il Re del Terrore è uno dei personaggi più affascinanti del fumetto italiano

Fra pochi giorni arriverà al cinema Diabolik, adattamento cinematografico a cura dei Manetti Bros delle avventure del leggendario ladro del fumetto italiano. Nell’attesa per l’uscita, vale la pena iniziare a riordinare le idee, per imparare tutto ciò che c’è da sapere su questo personaggio. Una figura affascinante, che ha conquistato diverse generazioni di lettori grazie ai suoi gadget, le sue maschere e i suoi piani elaborati. Abbiamo preparato quindi una breve guida per darvi tutte le informazioni necessarie per arrivare in sala preparati…

Chi è Diabolik?

Partiamo con la domanda apparentemente più semplice, ma in realtà molto complessa. Questo perché la vera identità del ladro è completamente ignota. Ancora neonato sopravvisse a un misterioso naufragio, in cui perse i propri genitori. Fu ritrovato da un uomo al servizio di King, uno dei più grandi boss criminali dell’epoca. Fu portato sull’isola-covo di quest’ultimo, dove crebbe fino all’adolescenza.

In questo ambiente è cresciuto e qui ha imparato tutto ciò che gli tornerà poi utile nella propria vita criminale. La vita sull’isola lo ha temprato e allenato, portandolo a giungere a una forma fisica al limite della perfezione. Non solo, ma attingendo alla libreria di King e alle conoscenze dei suoi uomini, svilupperà una cultura elevatissima, imparando la meccanica e soprattutto la chimica. Quest’ultima sarà utile a sviluppare le sue leggendarie maschere, che gli permettono di assumere l’identità di chiunque desideri.

Cresciuto, nella migliore tradizione del mito, decide di sfidare il ‘padre adottivo’ King, derubandolo di tutte le sue ricchezze e uccidendolo. Dovrà quindi scappare, fino ad arrivare dopo mille peripezie a Clerville, città dove si svolge la maggior parte delle sue avventure. Qui metterà a frutto le abilità affinate sull’isola, diventando uno dei criminali più temibili di sempre, soprannominato Il Re del Terrore.

Armato dei suoi gadget tecnologici, delle sue sopracitate maschere, della sua mitica Jaguar E-Type e soprattutto della sua intelligenza, si dedicherà a furti sempre più elaborati. Una vita dedicata al crimine, vissuto quasi come una sfida, un continuo tentativo di superare gli ostacoli che trova sulla propria strada. Un uomo complesso, apparentemente senza scrupoli, un assassino e ladro, capace però di dimostrare di avere un complesso e rigido codice morale.

Diabolik e la Milano degli anni ’60

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Se le origini narrative del personaggio sono affascinanti, quelle della sua storia editoriale non sono da meno. Diabolik nasce da un’intuizione di Angela Giussani, moglie di Gino Sansoni. Quest’ultimo aveva una casa editrice chiamata Astoria e da una costola di quest’ultima nacque Astorina, che darà appunto i natali al ladro di Clerville.

A scrivere le prime storie fu proprio Angela Giussani, presto affiancata dalla sorella minore Luciana e successivamente da autori diventati celeberrimi, come Alfredo Castelli o Mario Gomboli. L’idea era quella di creare un fumetto che potesse conquistare i lavoratori della Milano degli anni ’60, soprattutto i pendolari. Da questo deriva direttamente il formato particolare degli albi, studiati per avere dimensioni ridotte, tali da poter essere davvero tascabili per portarli con sé in treno e sui mezzi. Forse fu anche questa la ragione del successo del fumetto, arrivato con calma ma inesorabile, tanto che furono in molti a cercare di imitarlo negli anni successivi.

Numero dopo numero, furto dopo furto, Diabolik conquistò un pubblico sempre più grande. La sua pubblicazione ormai prosegue da quasi sessant’anni e non sembra destinata a concludersi presto, con diverse serie e ristampe all’attivo. A questo si aggiunge un fan club formato da grandissimi appassionati di questo antieroe, pronti a seguirne le avventure mese dopo mese.

Curiosamente le origini editoriali del personaggio celano un velo di mistero. Il disegnatore del primo numero infatti era tale Angelo Zarcone che dopo aver consegnato le tavole sparì nel nulla. A niente sono servite le indagini (che hanno coinvolto anche il celeberrimo investigatore privato Tom Ponzi) per scoprire dove sia finito. Proprio come il personaggio a cui ha in parte dato vita anche lui ha fatto sparire le sue tracce.

Gli abitanti di Clerville, oltre il suo ladro

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Diabolik segue una struttura tendenzialmente simile, numero dopo numero. In ciascuna avventura vediamo il protagonista alle prese con un colpo (tipicamente un furto, a volte una truffa o un’evasione) ai danni di un qualche esponente della Clerville ‘bene’, spesso immanicato in giri loschi. E se questi ultimi tendono a sparire dopo la propria apparizione, ci sono diversi personaggi che tornano più volte nelle storie.

Si pensi ad esempio a Elizabeth, prima compagna dell’antieroe, a cui nascondeva la propria attività criminosa. Oppure a Gustavo Garian, uno dei migliori amici del suo acerrimo rivale, o ancora ad Altea di Vallenberg, ricca duchessa legata sentimentalmente proprio a quest’ultimo.

Naturalmente ci riferiamo all’ispettore Ginko, integerrimo agente di polizia, focalizzato nella propria missione: portare Diabolik alla giustizia. Un uomo dalla volontà di acciaio, che dimostra arguzia e acume fuori dal comune, riuscendo spesso a diventare un ostacolo complesso da superare per il protagonista. Non si fermerà finché il criminale non sarà dietro le sbarre, anzi morto, vittima della pena capitale a cui è stato specificatamente designato.

eva kant

A ostacolarlo in questa missione e ad aiutare il ladro c’è Eva Kant. Subentrata rapidamente a Elizabeth nel cuore di Diabolik (ma anche dei lettori), la donna ha abbandonato una vita nel lusso per seguire le avventure criminali del suo amato. È la sua complice più importante, capace di reggere il confronto con Diabolik e di tirarlo fuori dai guai in innumerevoli occasioni, fin dal loro primo incontro.

Diabolik oltre le pagine dei fumetti

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Considerato il successo del personaggio, diventato un vero e proprio must della cultura pop tricolore, non stupisce che ci siano stati diversi tentativi di portarlo al di fuori degli albi. Fra questi si può citare ad esempio Diabolik: The Original Sin, un’avventura grafica tridimensionale uscita nel 2007 per console e PC attraverso cui vivere una storia profonda e intricata.

O ancora, come dimenticare la celebre serie animata, nata grazie a una collaborazione fra Francia, Italia e Stati Uniti, e la sua amatissima sigla? Menzione speciale merita poi il documentario Diabolik sono io uscito nel 2019 a opera di Giancarlo Soldi. Un’opera che approfondisce la storia editoriale del personaggio e le sue origini, cercando una risposta al sopracitato mistero della sparizione del suo primo disegnatore.

Nel 1968 poi, sulla scia del successo dei primi numeri, Mario Bava diresse un primo film dedicato al personaggio. Sebbene nel tempo sia diventato un piccolo cult, anche grazie alla sua estetica pop, non ottenne all’epoca un’accoglienza particolarmente positiva da parte di pubblico e critica. I progetti di un sequel furono quindi abbandonati e ci vollero molti anni prima che il ladro si riaffacciasse sul grande schermo.

Ora però finalmente il momento è vicino. Il prossimo 16 dicembre Diabolik farà la sua apparizione al cinema, in uno dei progetti più attesi dell’anno. I fan del fumetto si chiedono da tempo se questa avventura cinematografica renderà giustizia al personaggio. E ora che avete approfondito (o ripassato) la sua storia avete l’infarinatura che sarà necessaria per giudicare anche voi. Dita incrociate e speriamo che sia l’ennesimo successo di questo affascinante criminale.

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Diabolik. Il re del terrore: il remake
  • Castelli, Alfredo (Scrittore) - Giussani, Angela (Autore)
  • Audience Rating: X (Solo per adulti)

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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