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La bufala della settimana: Dmitry Rogozin e la metro di Roma

Rogozin avrebbe accusato i rifugiati ucraini. Ma il video è del 2018

Che il conflitto tra Russia e Ucraina si stia consumando anche sui social non lo ripetiamo più, siccome all’argomento abbiamo dedicato un numero cospicuo di articoli.

Il nuovo modo di narrare (e censurare, e distorcere) il conflitto, tramite le piattaforme social, porta con sé un’opportunità e un rischio nuovi. L’opportunità è certamente quella di mostrare al mondo, in diretta, la guerra vista nei risvolti più intimi, raccontata in prima persona da chi la sta facendo e soprattutto subendo.

Ma si tratta di un flusso di notizie spesso incontrollato, in cui inevitabilmente si insinua una grande quantità di notizie infondate.

Mosca in questo senso è intervenuta con una legge quanto meno ambigua. Ovvero un provvedimento che punisce severamente (con la detenzione sino a 15 anni) chi diffonde fake news. O meglio: ciò che il governo di Putin ritiene essere una bufala.

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Conflitto russo-ucraino: bufale non solo dal basso

Le fake news sulla guerra, dunque, dilagano. E anche alle nostre latitudini l’abbiamo toccato con mano: due settimane fa vi abbiamo dato conto di una notizia girata sui social, secondo cui TGcom24 avrebbe diffuso un fotogramma del film Deep Impact spacciandola per un’immagine degli ucraini in fuga da Kiev. Notizia, naturalmente, infondata.

Il fatto è che persino personaggi di primo piano adottano la tattica di dare in pasto alle piattaforme social notizie del tutto infondate. Non curandosi di quanto sia facile sbugiardarle: ormai i lettori di questa rubrica hanno imparato quanto sia comodo affidarsi all’emotività, rispetto ad adottare la pratica di vagliare la veridicità di quanto ci viene propinato.

Ma cosa è successo, e chi ne è stato l’artefice?

Il tweet di Dmitry Rogozin

Protagonista della diffusione della fake news è nientemeno che Dmitry Rogozin, direttore dell’agenzia spaziale russa. Di cui vi abbiamo già parlato pochi giorni fa, quando Rogozin aveva ingaggiato una tenzone – davvero poco cavalleresca – con l’astronauta statunitense Scott Kelly.

Il terreno di scontro anche allora era stato Twitter. E tutto era nato da un cinguettio provocatorio di Rogozin. Che aveva postato un video in cui le bandiere di Stati Uniti e Regno Unito venivano rimosse da un razzo russo. Aggiungendo un commento ben poco conciliante: “I lanciatori di Baikonur hanno deciso che senza le bandiere di alcuni Paesi, il nostro razzo sarebbe stato più bello”.

Anche adesso la piattaforma è rimasta la stessa, e pure il modus operandi: un video e una didascalia. Ma ora ci troviamo di fronte a un fake. Perché? Quali sono il video e il commento in questione?

Il video dello scontro nella metropolitana di Roma

Il video in questione è stato postato su Twitter la sera di mercoledì 16 marzo da Dmitry Rogozin. E mostra due giovani ucraini che, nella metropolitana di Roma, aggrediscono un altro passeggero. Il commento dello stesso Rogozin, in un italiano quasi perfetto, recita così: “Ucraina ed Europa? Rifugiato dall’Ucraina spiega agli italiani chi è il capo della casa.  Probabilmente i fascisti ucraini vieteranno presto agli italiani in Italia di parlare italiano. L’Europa ora l’Ucraina!”

L’impatto emotivo

È facilmente immaginabile l’impatto che un simile video, postato da un personaggio della levatura di Dmitry Rogozin, possa avere. Non solo su chi già sia incline a credere alla propaganda di Mosca. Ma anche su un vasto numero di persone propense a fidarsi di ogni contenuto veicolato sui social.

In questo momento storico, messaggi simili hanno una fortissima carica destabilizzante. Ma cosa c’è di vero nel video postato su Twitter dal direttore dell’agenzia spaziale russa?

Il video è vero? Sì, ma

Ci risiamo: la tecnica dei dispensatori di bufale, celebri o meno che siano, è sempre la medesima. Si parte da un dato di verità e lo distorce a proprio uso e consumo.

In questo caso, il video è certamente autentico. Peccato che, come ha fatto notare qualche commentatore accorto, nessuno indossasse la mascherina.

Certo: perché si tratta di un’aggressione ai danni di un giovane indiano, avvenuta nella metro di Roma nel novembre del 2018. Ecco la notizia riportata il 2 novembre di quattro anni fa da Nextquotidiano.it: “Ieri è stato pubblicato un video girato sullaferrovia Roma-Lido in cui si vede una rissa tra due cittadini ucraini e un indiano. Una donna che interviene per dividerli viene spintonata e cade a terra. Secondo i racconti di chi c’era i due ucraini avrebbero cominciato a litigare con l’indiano per una borsa: dopo alcuni secondi di discussione cominciano a picchiarlo finché non interviene una donna, anche lei di cittadinanza ucraina, che viene spintonata e cade a terra provocandosi alcune escoriazioni”.

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Verificare le notizie

Come sempre, ma soprattutto in questi mesi – in cui la pandemia prima e la guerra russo-ucraina poi ci hanno resi emotivamente più vulnerabili – occorre sempre… contare sino a tre. E cioè fidarsi in modo inversamente proporzionale al clamore di una notizia. E, prima di crederla vera, verificare, verificare, verificare.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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