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Donnexstrada: la nostra intervista a Laura De Dilectis

Laura De Dilectis, psicologa clinica, ha una missione: rendere le strade più sicure per le donne. Il suo impegno è nato nel marzo 2021, quando tutto il mondo ha appreso della tragica vicenda di Sarah Everard, una giovane donna rapita, stuprata e uccisa da un poliziotto a Londra mentre tornava a casa la sera. Quell’episodio ha scosso il mondo intero e ha scatenato proteste e scontri con le forze dell’ordine in molte città. 

Laura De Dilectis ha deciso di non restare a guardare, ma di agire concretamente per prevenire altre violenze. Così, ha sfruttato i social network per creare e diffondere Donnexstrada, associazione non-profit nata con Ilaria Saliva e Georgia Spencer Davison. Donnexstrada è anche un profilo Instagram attivo che offre un servizio innovativo: accompagnare virtualmente le donne che si sentono in pericolo attraverso una videochiamata

Il funzionamento è semplice: le donne che vogliono usufruire del servizio mandano un messaggio al profilo e vengono messe in contatto con uno dei 200 volontari che si sono offerti di collaborare al progetto. I volontari sono disponibili in fasce orarie notturne e parlano diverse lingue, così da coprire tutto il territorio europeo. Durante la videochiamata, i volontari conversano con le donne, le rassicurano e le aiutano a raggiungere la loro destinazione in sicurezza.  

Donnexstrada accompagna e sostiene le donne durante il tragitto verso casa

Donnexstrada ha avuto un successo immediato: in soli quattro giorni, il profilo è passato da 600 a 70mila follower. Ma non solo: Laura De Dilectis è stata anche premiata da “Forbes” come una delle persone under 30 più influenti e ha vinto il premio europeo Women in business 2022. 

Donnexstrada mette a disposizione dei propri utenti una serie di servizi, tra cui sessioni di videochiamata per l’accompagnamento di persone che si sentono in pericolo per strada, supporto psicologico, consulenza legale, supporto nutrizionale e supporto ginecologico.

Di recente è stata lanciata un’applicazione innovativa chiamata VIOLA, sviluppata dalla start-up V. Srl, di cui Laura De Dilectis è amministratrice delegata. L’app è ancora in fase di sviluppo, ma si può diventare VIOLA tester e cominciare a utilizzarla, ed è concepita come una risposta pratica e tecnologica alle videochiamate tramite Instagram, e rappresenta una tappa importante nel percorso verso la creazione di uno spazio urbano sicuro e inclusivo per tutte le donne. VIOLA di recente è stato insignito del Myllennium Award 2023 nella categoria MySOCIALIMPACT che premia la migliore idea d’impresa o startup ad alto impatto sociale sulla comunità. 

La dottoressa Laura De Dilectis in questa intervista ci ha raccontato la nascita dell’associazione e dell’applicazione e di come VIOLA e Donnexstrada stanno guidando il cambiamento e aprendo la strada verso un futuro più sicuro per tutte le donne.

Come nasce Donnexstrada

Donnexstrada
Laura De Dilectis

Laura De Dilectis: “Donnexstrada nasce a marzo 2021 dopo la morte di Sarah Everard, una donna che è stata rapita, stuprata e uccisa a Londra. In quel momento mi rendo conto che tante donne hanno paura in strada, e anche io che personalmente sarei potuta morire tante volte in strada”. 

“Capisco che c’è un enorme problema, quello della sicurezza in strada per le donne. Quindi butto giù un progetto in quanto psicologa, un progetto di intervento in comunità, che prevede il lavoro in rete, come le istituzioni, università, associazioni, per fare qualcosa contro la violenza di genere, per la sicurezza in strada, per le donne”.

“Stiamo sviluppando vari supporti che ad oggi sono quattro: il supporto psicologico, legale, ginecologico e nutrizionale. Abbiamo in cantiere il notturno sicuro, il taxi sospeso, ovvero formare i tassisti e le tassiste per intervenire se c’è una difficoltà in strada e accompagnare in sicurezza le donne a casa. Il taxi sospeso nasce dall’idea di inclusività, accessibilità di un mezzo che ad oggi viene percepito come quello più sicuro ma anche come quello costoso”.

“Per adesso vogliamo partire con la formazione; il notturno sicuro, ovvero formare tutti i conducenti dei notturni per garantire mezzi sicuri per le donne: anche in questo caso abbiamo provato a dialogare con Atac a Roma ad esempio senza avere successo”. 

I punti viola

I punti viola è un progetto nato da Greta Martinez, co-founder dell’associazione. Greta ha pensato che sarebbe stato utile formare tutti quei locali notturni, possibilmente vicino a dove si può fare serata o dove si può bere, in modo che se la donna è in difficoltà può chiedere aiuto”. 

“Di lì il progetto si è espanso. In questi due anni abbiamo ragionato in modo diverso e siamo arrivate a formare non solo il locale notturno o il ristorante ma anche le farmacie, centri estetici, le palestre quindi qualunque esercizio commerciale aperto al pubblico”.

“Questo serve proprio per avvicinare il cittadino, che magari non si occupa di violenza, a comprendere anche come parlare e per intervenire quanto prima possibile. Quello che sappiamo è che purtroppo spesso la donna non si rivolge ai centri antiviolenza, quindi in questo modo speriamo di poter fare la differenza, oltre al fatto che diamo degli strumenti concreti al commerciante stesso, che si può trovare davanti a una situazione di possibile reato”. 

Una videochiamata su Instagram per sentirsi più sicure

Oltre a questo c’era la videochiamata, la diretta per strada: è un call center che però può essere fatto sui social. L’idea che poi ha fatto diventare virale Donnexstrada, è il progetto internazionale di video accompagnamento, e successivamente l’app”.

“Questo servizio ha avuto molto successo perché utilizza il social, ovvero uno strumento già esistente, e grazie a una rete di volontari fa compagnia in videochiamata a chi viaggia sola e a chiunque abbia paura in strada”.

“In questo caso riuscivamo ad avere un palliativo che facesse sentire più sicure le donne partendo dal fatto che la videochiamata era video registrata, e che ha valore a livello penale, quindi non è una chiamata all’amica mentre torni a casa, ma una video-chiamata che ha un testimone, che è il volontario dall’altra parte, e anche la testimonianza digitale che ancora più valore. Di lì nasce subito l’idea di poter lanciare l’associazione, o di aprire una start-up, per fare un’applicazione”.

“La non profit l’abbiamo aperta a giugno del 2021, con il nome nome Donnexstrada, e la start-up nasce esattamente un anno dopo, a maggio 2022. Iniziamo quindi a pensare anche all’applicazione, con tutte gli elementi necessari: la geolocalizzazione, la chiamata diretta alla polizia, le mappe, la videochiamata, tutto quello che la tecnologia ci permette di fare per lavorare sulla sicurezza tra le donne perché ovviamente Instagram non bastava, non aveva tutte queste funzionalità”.

L’applicazione VIOLA

“A quel punto trasformiamo il servizio videochiamata in internazionale, quindi non solo italiano: faccio una call-to-action e raccolgo in tutta Europa volontari di diverse lingue: ad oggi siamo a 17/18 lingue e almeno 200 volontari, maggiormente in Italia e in Germania perché abbiamo più richieste”. 

“Stiamo iniziando a sviluppare la prima versione dell’app, che sarà molto basic, avrà semplicemente la videochiamata. Quindi portiamo la videochiamata da Instagram a un’applicazione che sia di nostro possesso. Per adesso è in fase di test, con chi si è iscritto per essere un tester, perché abbiamo talmente tanta adesione che preferiamo testarla con poche persone. Preferiamo testarla con le prime 500 persone e poi lanciarla successivamente sul mercato”. 

“L’aspetto dell’applicazione è un qualcosa di cui devi avere una certa visione: è stato difficile anche l’interlocuzione con l’Italia. A livello di imprenditoria ovviamente è più facile il mondo internazionale, il mondo europeo e il mondo americano. Notiamo grosse differenze di visione di progettualità a lungo termine. L’Italia in questo è un paese a bassissimo rischio di impresa e si investe solo a posteriori e si fanno azioni solo dopo i femminicidi e non prima”. 

“Non c’è prevenzione, quindi vediamo un livello molto basso di azione e su questo noi ci siamo orientando a livello internazionale perché dopo due anni ci rendiamo conto che per fare un certo tipo di lavoro devi passare ad altri tipi di interlocutori”. 

Le donne che chiedono assistenza

A livello di fascia di età è il target di Instagram classico, quindi dai 18 ai 35 anni, perché è lì che l’associazione è più conosciuta ed è più presente; siamo presenti anche su Facebook e parliamo soprattutto alle mamme, che vogliono far conoscere di più alle figlie, piuttosto che alle donne che tutt’oggi hanno paura”. 

“Devo dire che su questo noi notiamo eterogeneità, sia di età sia di città, quindi a livello demografico, ci scrivono da paesini più piccoli piuttosto che città più grandi. Il servizio è aperto a tutti, ma ci scrivono solo donne, ogni tanto ci hanno scritto uomini, magari della comunità LGBT+, ma non andiamo nemmeno a differenziare. Per noi è importante essere inclusivi fin da subito”. 

Il progetto e il futuro

“Vorremmo continuare con i punti viola, ad oggi ne abbiamo formati 100, speriamo di poterne formare almeno 700, ovviamente servono fondi per fare questo: un progetto che costa 40.000€ ogni 100 punti viola. Credo che questo sia un lavoro e deve essere considerato come tale”.

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