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Facebook blocca oltre 1000 account della propaganda russa

Ancora un uso errato della piattaforma

Meta, la società madre dell’App di Facebook, ha dichiarato di aver bloccato ben 1600 account falsi legati alla propaganda russa. Questi, infatti, fingevano di appartenere ai quotidiani europei per promuovere una visione pro-Cremlino della guerra in Ucraina. Allo stesso modo, il gigante dei social media afferma di aver eliminato un network originario della Cina che prendeva di mira le elezioni di medio termine statunitensi e criticava il governo ceco. E nonostante le due rimozioni non siano collegate tra loro, questo dimostra quanto i social media siano diventati uno strumento in grado di plasmare la narrazione degli eventi di alto profilo.

Facebook: App blocca oltre 1000 account legati alla propaganda russa

In queste ore Meta ha affermato che l’operazione di propaganda russa è stata la più grande e complessa che abbia interrotto da quando Putin ha invaso l’Ucraina. 1600 account bloccati, d’altronde, non sono affatto pochi. Ma qual erano le informazioni controverse fornite dagli account? “Potete effettivamente riassumere tutto ciò che stavano dicendo in dieci parole: ‘L’Ucraina è cattiva. La Russia è buona. Stop alle sanzioni. Smettete di fornire armi’“, ha detto Ben Nimmo, capo dell’intelligence sulle minacce globali di Meta. La campagna ha coinvolto più di 60 siti web che si spacciavano per testate giornalistiche europe e di alto profilo, tra cui The Guardian, Daily Mail, Der Spiegel e persino l’agenzia di stampa italiana ANSA.

Come riferito da Nimmo, i siti web sono stati costruiti con un’attenzione estrema, copiando i layout originali, imitando gli indirizzi web e persino includendo collegamenti funzionanti ad altri articoli. E sarebbe stato proprio questa cura dei dettagli a far saltare l’intera operazione. “Hanno superato se stessi“, ha detto Nimmo. “Se si finge di essere Spiegel in Germania davanti a un pubblico in cui Spiegel è uno dei marchi più famosi del Paese, allora quello che si sta facendo è aumentare il rischio che qualcuno vi guardi e dica: ‘Aspettate un minuto, questa non è la cosa reale’“. A questo si aggiunge che i siti “falsi” pubblicavano articoli in più lingue con narrazioni a favore del Cremlino. Tra le notizie si leggeva l’accusa di corruzione al governo e all’esercito ucraino, e l’avvertimento delle terribili conseguenze delle sanzioni europee sulla Russia.

Stavano cercando di fare una sorta di raid smash-and-grab nell’ambiente informatico. Cercavano di creare questi falsi e spingerli fuori così velocemente e così forte che hanno raggiunto persone reali prima di essere catturati“, ha riferito Nimmo. L’uso di account falsi, quindi, è servito per spingere notizie provenienti da siti fasulli. Di tutta risposta, Meta ha rimosso account, pagine e gruppi su Facebook e Instagram legate alla propaganda russa, che hanno accumulato complessivamente circa 5500 follower. Una soluzione ottimale, anche se non è detto che la questione sia eliminata del tutto.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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