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Green pass falsi e discoteche abusive: la stretta del Viminale per Ferragosto

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Ferragosto green pass

Ferragosto è alle porte e il green pass è obbligatorio da pochi giorni, precisamente dal 6 agosto.

La materia è controversa e contestata. Si pensi ad esempio alla polemica riguardo alla liceità o meno da parte dei gestori dei locali di richiedere ai clienti non solo l’esibizione del green pass, da controllare con l’app VerificaC19. Ma anche il documento d’identità.

Peraltro, negli scorsi giorni i chiarimenti in merito da parte delle istituzioni sono arrivati a tappe, e non sono stati privi di contraddizioni. Prima le dichiarazioni della ministra dell’interno Luciana Lamorgese, poi la nota del Garante della Privacy, infine la circolare esplicativa dello stesso Ministero dell’interno.

Adesso sappiamo che i gestori degli esercizi commerciali possono anche chiedere il documento, “quando appaia manifesta l’incongruenza dei dati anagrafici contenuti nella certificazione”.

Ora, però, c’è un’altra urgenza. Ferragosto si avvicina, e il green pass non è un optional, così come non lo sono le norme che regolano l’accesso ai locali al chiuso. In questo senso, il Viminale sta preparando una stretta.

Ferragosto e green pass: controlli intensificati

Per Ferragosto, la stretta sul green pass voluta dal Ministero degli interni prevedrà una collaborazione tra i gestori degli esercizi e le forze dell’ordine. Che non agiranno solo in modo esplicito, ma anche in borghese.

Questa decisione si è resa indispensabile per arginare l’altro fenomeno che si sta diffondendo, e cioè l’apertura abusiva di locali e discoteche (queste ultime, ricordiamolo, non possono ancora aprire). O comunque il mancato rispetto delle norme anti Covid.

Focus sulle località turistiche

Le linee guida sono state diramate a tutti i prefetti del Paese, e da loro ai comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il concetto cardine è uno: non far passare l’idea che possedere o meno il green pass sia una scelta individuale e non sanzionabile, e che – siccome siamo lontani dai numeri del primo e del secondo picco della pandemia – i controlli non ci saranno, o saranno poco più di uno scherzo.

Il Viminale, com’era prevedibile, ha chiesto una particolare attenzione nei confronti delle località turistiche, le zone della movida e le spiagge. Proprio nelle spiagge, in diversi luoghi d’Italia, sta succedendo una cosa bizzarra, che in molti hanno denunciato: le discoteche si sono ufficiosamente trasferite nei lidi, con tanto di assembramenti fuorilegge.

C’è chi è già corso ai ripari: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha chiuso le spiagge per la notte del 15 agosto.

Le multe

La polizia non ha atteso Ferragosto per multare i furbetti del green pass. Sanzioni sia per chi ha mostrato certificati con QR Code falsi, sia per i gestori di locali che non hanno effettuato i dovuti controlli.

Ricordiamo che chiunque non abbia con sé il green pass in un luogo dove è obbligatorio, rischia una multa da 400 a 1000 euro. Anche i gestori che permettono l’ingresso senza green pass rischiano una multa. E, “dopo due violazioni commesse in giornate diverse, alla terza violazione”, la sanzione amministrativa della chiusura può andare da 1 a 10 giorni.

Inoltre, “la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercente”.

Il buco dei controlli

La stretta di Ferragosto sul green pass si rende necessaria anche perché la scarsità di controlli aveva messo in moto diversi stratagemmi per aggirare quello che per alcuni è un ostacolo.

Dai QR Code sfocati e poco leggibili a certificazioni fasulle che riguardano i tamponi.

C’è poi un trucco, sconcertante nella sua semplicità, che sta sfruttando una lacuna normativa. La circolare del Viminale dice infatti che i gestori dei locali possono incrociare i dati del green pass con quelli del documento d’identità solo in caso di “manifesta incongruenza dei dati anagrafici”. Per intenderci: se un ventenne esibisce un green pass che, letto con l’app VerificaC19, risulta appartenere a un settantacinquenne, è evidente che siamo di fronte a un tentativo di raggiro.

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  • Camilleri, Andrea (Autore)

Ma se un ventenne dà il suo certificato verde a un coetaneo? È quello che sta succedendo in molte città, dove le fotografie dei codici QR vengono allegramente inviate tramite WhatsApp o Telegram a chi non ne è in possesso. Quali strumenti si hanno, in questi casi, per intercettare l’imbroglio?

Dal momento che i gestori non posso chiedere le carte d’identità a loro piacimento, si deve solo sperare che a Ferragosto il controllo dei green pass si infittisca da parte degli unici titolati a richiedere i documenti, cioè le forze dell’ordine.

Peraltro, nonostante la meritoria operazione di polizia che prende il nome (eloquente) di Fake pass, su Telegram sono ancora centinaia i canali attivi che permettono di acquistare certificazioni verdi contraffatte.

Insomma: Ferragosto sarà un ottimo banco di prova per i controlli sul green pass.

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