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Ecco come la tecnologia cambierà il fuorigioco nel calcio

Al via nella Coppa Araba la sperimentazione del fuorigioco semi-automatico

Chi pensa che la meccanica quantistica contenga concetti piuttosto difficili da spiegare ai profani, non ha mai provato a illustrare il fuorigioco a chi non sa nulla del gioco del calcio.

Concetto che nei decenni ha messo in crisi migliaia di vite familiari, il fuorigioco è andato via via complicandosi nel corso del tempo. Grazie anche all’introduzione di oscure locuzioni come fuorigioco attivo, fuorigioco passivo, fuorigioco di rientro eccetera.

L’origine della colpa va fatta risalire al 1859. Quando sono state stilate le mitiche Sheffield Rules, ovvero nientemeno che le prime bozze di regolamento del calcio.

Da allora la regola – già difficilina di per sé, ma soprattutto capace di mettere arbitri e guardalinee di fronte a scelte spesso drammatiche – è andata, come dicevamo, ulteriormente complicandosi.

Tra l’altro, forse per sadismo, la recente introduzione del meritorio VAR limita la tecnologia a una serie di pochissime casistiche. Tra le quali non compare (almeno direttamente) il fuorigioco.

fuorigioco

Il fuorigioco semi-automatico

Immaginiamo adesso un alieno che, piombato sulla Terra, sia rimasto settimane chiuso in uno stanzino umido a studiare tutto sul fuorigioco. L’alieno esce dallo stanzino col sorriso vittorioso di chi sente che ormai il fuorigioco non ha più segreti per lui, e cose scopre? La nascita del fuorigioco semi-automatico.

Ora. L’estensore di questo articolo ricorda che semiautomatiche sono le armi che si azionano premendo il grilletto, e che caricano la munizione successiva dopo aver fatto fuoco.

Al di là del nome non felicissimo, il fuorigioco semi-automatico è detto così perché per la sua valutazione ci sarà una cooperazione tra la tecnologia e alcuni esseri umani. Vediamo in che modo.

Il fuorigioco semi-automatico e la tecnologia

Il funzionamento del fuorigioco è stato spiegato da Johannes Holzmüller, Football technology & innovation director della Fifa. “Avremo un sistema di telecamere installato sotto il tetto di ogni stadio. I dati di tracciamento degli arti estratti dal video verranno inviati alle sale operative e la linea di fuorigioco calcolata, così come il punto di passaggio rilevato vengono, forniti all’operatore di riproduzione quasi in tempo reale”.

A quel punto l’operatore addetto al replay sottoporrà quel frammento di video agli arbitri del Var. Perché sì, l’altra grossa novità è che il fuorigioco rientrerà ufficialmente nelle casistiche in cui sarà interpellabile il Var. Di più: ci sarà un assistente dedicato solo ed esclusivamente al fuorigioco. Il quale avrà poi il compito di informare l’arbitro in campo su quello che le immagini avranno stabilito.

Ricordiamo che oggi il Var è utilizzabile solo per decidere l’assegnazione di un gol, l’assegnazione di un calcio di rigore, l’espulsione diretta e l’errore d’identità tra due giocatori. Quindi il fuorigioco vi rientra solo indirettamente, se cioè risulta determinante per un gol o un’espulsione.

La sperimentazione del fuorigioco semi-automatico

La competizione in cui si sperimenterà il fuorigioco semi-automatico è la Coppa Araba, che si gioca in Qatar a partire da martedì 30 novembre.

Sulla nuova tecnologia è intervenuto Pierluigi Collina, considerato quasi all’unanimità il più infallibile arbitro di tutti i tempi. E oggi presidente della Commissione arbitri della Fifa dal 2017. Collina ha spiegato che “in caso di fuorigioco, la decisione viene presa dopo aver analizzato non solo la posizione dei giocatori ma anche il loro coinvolgimento nel movimento. La tecnologia può tracciare una linea ma la valutazione di un’interferenza con il gioco o con un avversario resta nelle mani dell’arbitro”.

L’antico problema del fuorigioco

Le telecamere montate sotto il tetto degli stadi a beneficio di questa nuova tecnologia dovrebbero essere tra le 10 e le 12. Se il fuorigioco semi-automatico, come ci si auspica, darà risultati sia più rapidi che più precisi, verrà probabilmente adottato già nei prossimi Campionati del Mondo.

C’è intanto chi sta meditando su una semplificazione del regolamento internazionale. Stop alle decisioni cervellotiche seguendo i filmati. E sì al fuorigioco solo se c’è la cosiddetta “luce” tra i corpi dei giocatori, cioè uno spazio vuoto visibile, e che coinvolga solo gli arti inferiori. Dunque un ritorno all’antico, con buona pace del Var e del neonato fuorigioco semi-automatico.

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Il solito binomio tecnologia-libertà

Ci rendiamo conto che i problemi di cui negli ultimi tempi è investito il pianeta sono ben altri.

Ma anche la querelle sulla liceità o meno di aumentare il potere della tecnologia nelle decisioni arbitrali, in uno sport così diffuso come il calcio, ha il suo non trascurabile valore simbolico.

Al di là delle posizioni più estremistiche e fanatiche, la risposta sta probabilmente in una soluzione mediana ispirata all’equilibrio e al buon senso. Ben venga la tecnologia se limita l’errore umano, e con esso le polemiche. Benissimo se rende il gioco più godibile e con meno interruzioni, e i giocatori più corretti.

No, ovviamente, alla tecnologia che ingabbiasse la poesia del calcio e lo rendesse privo di errori e di sbavature. Trasformandolo in una sorta di gioco di scacchi e facendo dei ventidue calciatori in campo altrettanti automi sempre più identici l’uno agli altri.

È in fondo, in piccolo, un problema analogo a quello dell’intelligenza artificiale: indispensabile in svariati ambiti per il miglioramento della vita, del tutto condannabile se utilizzata come strumento di controllo (spesso al di là della legge) della popolazione, e di limitazione della libertà.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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