Se ogni tanto anche noi di Tech Princess abbiamo scritto che quasi ogni giorno è la Giornata in memoria di qualcosa (e se a volte le ricorrenze sono sacrosante, altre sono davvero curiose), la giornata odierna è un caso a sé.
Anzi, potremmo dire che ricorre la Giornata che abbraccia ogni altra ricorrenza, e senza la quale non ci sarebbe nulla da rammemorare perché… non ci saremmo noi.
Oggi infatti, come ogni 22 aprile dal 1970, si celebra la Giornata della Terra, o Earth Day.
Vediamo anzitutto di cosa si tratta. Scopriamo poi quanto la nostra… seconda vita, quella che trascorriamo in Rete, possa incidere sulla salute del pianeta.
E vediamo infine cosa ciascuno di noi può fare ogni giorno per dare il proprio contributo alla salvaguardia della grande casa dove tutti abitiamo.
La Giornata della Terra
La Giornata della Terra è appunto un momento di celebrazione dell’ambiente e di sensibilizzazione sulla salvaguardia del nostro pianeta.
Si celebra il 22 aprile per una scelta bizzarra: la data cade infatti un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera del 21 marzo.
Il primo impulso all’istituzione della Giornata della Terra risale al 1962, con la pubblicazione del manifesto ambientalista Primavera silenziosa.
Tuttavia la concreta proposta di una giornata commemorativa è del 1969, a opera dell’attivista per la pace John McConnell, che l’ha resa pubblica durante una conferenza dell’UNESCO a San Francisco.
È stata subito approvata e l’anno successivo, il 1970, è stata celebrata. Ma, a differenza di oggi, la data prescelta era proprio il 21 di marzo.
Le celebrazioni
Oggi partecipano alla Giornata della Terra quasi 200 Paesi.
Impossibile dar conto delle moltissime manifestazioni che coinvolgono istituzioni, aziende e cittadinanza.
L’evento ha un sito ufficiale in lingua inglese, e ne esiste uno anche in lingua italiana, dove possiamo leggere che, nel nostro Paese, ci saranno centinaia di eventi, incontri nelle scuole e dibattiti aperti ai cittadini, con dirette televisive e radiofoniche.
Da qualche anno, anzi, diversi Paesi allargano le celebrazioni dando vita a quella che ormai viene chiamata la Settimana della Terra.
L’impatto delle nuove tecnologie sull’ambiente
Se dovessimo concentrarci sull’ambito tech, occorre sfatare un luogo comune almeno in parte fasullo.
Quello per cui il mondo del virtuale, in pressoché tutti i suoi aspetti, contribuirebbe a un atteggiamento più green nei confronti del nostro pianeta.
Certo, compiere una serie di operazioni online anziché fisicamente porta a numerosi risparmi. Solo per citarne alcuni, quello dei carburanti se lo smart working soppianta il lavoro in ufficio, e se il disbrigo di pratiche online non implica la necessità di recarsi fisicamente negli uffici. A ciò si aggiunge poi, ad esempio, la sostituzione della documentazione cartacea con quella digitale.
Ma la navigazione compulsiva non porta solo vantaggi all’ambiente. Ogni nostro clic, che sia per attivare un motore di ricerca o per rispondere al commento su un social, ci sembra un gesto immateriale. Invece, da qualche parte all’altro capo del mondo, ci sono server continuamente funzionanti anche per i nostri clic, solo all’apparenza innocui.
Uno studio
Gli studi al riguardo, come ogni lettore immaginerà, sono numerosissimi. Uno del Royal Society, pubblicato alla fine del 2020 e riportato dal World Economic forum, ci dice che il mondo digitale contribuisce alle emissioni globali di CO2 per una percentuale compresa tra l’1,4 e il 5,9.
Il tanto vituperato traffico aereo arriva al 2%, giusto per avere un termine di paragone.
Ogni singola ricerca su Internet immette nell’atmosfera circa 2 grammi di CO2. Un utente medio, con la sola posta elettronica, può arrivare a emettere 135 chili di CO2 in un anno. E un singolo server può produrre annualmente sino a 5 tonnellate di anidride carbonica.
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Come dare il nostro contributo
I vademecum che ogni anno compaiono in Rete in occasione della Giornata della Terra sono svariati.
Ma le indicazioni che si possono fornire sono riassumibili in una semplice formula: usiamo il buon senso e l’altruismo, per lasciare un pianeta il più sano possibile a chi lo frequenterà dopo di noi.
Per restare all’elettronica, consideriamo che ogni anno gettiamo nella spazzatura 78 milioni di batterie. Vale davvero la pena di correre ad acquistare l’ultimo modello di smartphone, o prima è bene spremere quello che abbiamo finché non diventa davvero inservibile?
Attenzione, poi, agli sprechi domestici, dall’acqua del lavandino agli elettrodomestici, da avviare solo se pieni.
Ai semafori spegniamo il motore dell’auto (e se dobbiamo fare ottocento metri, insomma, facciamoli a piedi o in bicicletta). E poi evitiamo di consumare plastica in eccesso, non adoperiamo la lacca per capelli, ricicliamo gli oggetti, acquistiamo a chilometro zero.
E sorridiamo ai passanti. In questo modo non si risparmierà CO2, ma si diffonderà buonumore. Al pianeta serve anche questo.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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