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Google annuncia Bard: il rivale di ChatGPT è ufficiale

Per il momento il chatbot è in fase di test con un piccolo gruppo di programmatori

L’annuncio ufficiale è arrivato: Google sta lavorando a un rivale di ChatGPT chiamato Bard. Il CEO di Google Sundar Pichai ha definito il progetto un “servizio AI di conversazione sperimentale” che risponderà alle domande e converserà con gli utenti. Anche se, per il momento, solo un gruppo di “fidati programmatori” sta testando le abilità comunicative dell’AI.

Google Bard, il rivale di ChatGPT è ufficiale

Sundar Pichai ha annunciato che Google sta lavorando al chatbot capace di rivaleggiare con ChatGPT in un post sul blog dell’azienda. Non è chiaro al momento quali capacità avrà Bard, ma sembra che conserverà la caratteristica che permette a tutti di utilizzare ChatGPT di OpenAI: la libertà di utilizzarlo per diverse funzioni – e il fatto di poter accedere gratuitamente una volta lanciato.

Pichai spiega che: “Bard può essere uno sbocco per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità, aiutandoti a spiegare le nuove scoperte dal telescopio spaziale James Webb della NASA a un bambino di 9 anni, o a saperne di più sui migliori attaccanti del calcio in questo momento, ma anche per fornire esercizi per sviluppare le tue abilità”.

Google AI

Uno screenshot postato da Google suggerisce anche utilizzi più pratici e diretti. Per esempio, pianificare una baby shower o che tipo di pasti si potrebbero preparare da un elenco di ingredienti.

Risposte attuali direttamente dal web (per rispondere alla minaccia)

Dalle parole di Pichai, sembra che Google Bard avrà un vantaggio diretto e importante rispetto a ChatGPT. Infatti, Pichai spiega che Bard “attinge ad informazioni dal Web per fornire risposte fresche e di alta qualità“, suggerendo che potrebbe essere in grado di rispondere a domande su eventi recenti. Qualcosa che ChatGPT non può fare, poiché non include le più recenti informazioni: può spiegarvi cos’è un iPhone, non dirvi la differenza fra il 13 e il 14.

Google Bard quindi vuole dimostrarsi più utile di ChatGPT, combinando anche il meglio delle ricerche su Google. Ma il fatto che Pichai l’abbia annunciato ufficialmente senza un prodotto pronto da testare, fa pensare che Mountain View abbia sentito la pressione di presentare un prodotto rapidamente, per rispondere a ChatGPT.

L’annuncio affrettato rivela il “codice rosso” attivato da Google dopo il lancio di ChatGPT lo scorso anno. Sebbene la tecnologia alla base di ChatGPT non sia rivoluzionaria, la decisione di OpenAI di rendere il sistema disponibile gratuitamente ha esposto milioni di persone a questa nuova forma di generazione automatizzata di testo. Questo ha portato discussioni sull’impatto di ChatGPT sull’istruzione, sul lavoro e, di particolare interesse per Google, sul futuro della ricerca su Internet. Aspettare troppo potrebbe far sì che Google vinca la “battaglia” tecnologica, ma perda quella culturale.

Come cambia l’approccio di Google ai chatbot

Google da annii ha dimostrato una grande capacità nello sviluppo del tipo di intelligenza artificiale che alimenta ChatGPT. Gli assistenti vocali di Google, la trascrizione del discorso sui Pixel, l’abilità di Google Traduttore: tutti gli ingredienti nella ricetta dei chatbot. Tuttavia, finora la società ha adottato un approccio più cauto alla condivisione dei suoi strumenti con il pubblico. Per esempio, Google ha reso disponibile LaMDA, il modello linguistico alla base di Bard, tramite la sua app AI Test Kitchen. Ma il numero di domande che potete fare a questa intelligenza artificiale risulta molto più limitato.

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Un approccio più cauto non è necessariamente sbagliato. Google ha dimostrato diffidenza nei confronti dell’IA non testata fino in fondo: l’azienda è più esposta rispetto a OpenAI. Modelli di linguaggio come LaMDA e GPT-3.5 (che alimenta ChatGPT) hanno in passato pubblicato contenuti tossici: incitamento all’odio, fake news. Legare il proprio nome a questo tipo di chatbot può portare a un contraccolpo mediatico.

Per evitare questi problemi, Google ha testato Bard con calma – ma l’avvento di ChatGPT rischia di avere un impatto peggiore di eventuali scandali per un AI “sboccato”. Pichai tuttavia sottolinea che Google combinerà “il feedback esterno con i nostri test interni per assicurarsi che le risposte di Bard soddisfino un livello elevato di qualità, sicurezza e fondatezza nelle informazioni del mondo reale“. Gli errori e le fake news ci saranno, ma Google proverà a limitarli il più possibile.

Anche perché Google sta già incorporando l’intelligenza artificiale nei suoi numerosi prodotti, inclusa la ricerca. Sempre più l’azienda usa l’intelligenza artificiale per riassumere risultati di ricerca. Forse presto le risposte saranno parte della conversazione di Bard.

Pichai spiega: “Presto vedrai nella Ricerca funzioni basate sull’intelligenza artificiale che distillano informazioni complesse e prospettive multiple in formati facili da digerire, in modo da poter comprendere rapidamente il quadro generale e saperne di più dal Web: sia che si tratti di cercare prospettive aggiuntive, come blog di persone che suonano sia il piano che la chitarra, o approfondire un argomento correlato, come i passaggi per iniziare come principiante. Queste nuove funzionalità AI inizieranno presto a essere implementate su Ricerca Google“.

Quindi forse Bard non competerà direttamente con ChatGPT, ma sarà incluso nelle risposte di Google. Una strategia vincente? Diteci quello che ne pensate nei commenti.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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