
“È intelligente, ma non si applica” è forse la frase più detta in tutte le scuole d’Italia. La maggior parte di noi, nonostante l’età, continua a non capirla fino in fondo perché si ostina a vederla dal lato degli studenti. Ma mettetevi nei panni dei professori che vedono studenti di talento che decidono di fare il minimo indispensabile invece di brillare come dovrebbero. Deve essere davvero frustrante. Ed è, con le dovute proporzioni, la stessa cosa che proviamo noi scrivendo la recensione del nuovo Google Pixel 9a.
Non c’è telefono più “intelligente” in questa categoria di prezzo: l’AI e le capacità fotografiche del Pixel lo rendono ancora una volta il “Re della Fascia Media” — e noi siamo dei fan del design senza “bump” della fotocamera. Ma con un display dalle cornici anacronistiche e un prezzo che può avvicinarsi molto a Pixel 9, sembra fare il minimo sforzo per sfruttare il suo enorme potenziale.
Questo, ve lo diciamo subito, non significa che non lo promuoveremo con buoni voti: sarà ancora il telefono di fascia media che consiglieremo alla maggior parte delle persone. Ma vorremmo tanto si applicasse un po’ di più! Perché ha qualche limite che potrebbe farvi desistere dall’acquisto: vi aiutiamo a capire se Google Pixel 9a fa per voi in questa recensione.
La nostra recensione di Google Pixel 9a
Il Google Pixel 9a, dopo un ritardo iniziale, è finalmente arrivato sul mercato italiano a 549€. Si tratta del nuovo arrivato nella Serie A, la proposta di Mountain View per la fascia media — dove le funzionalità software (in particolari la resa della telecamera) di Google fa davvero la differenza. Se è vero che con Pixel 9 e 9 Pro l’azienda americana ha lanciato dei veri e propri top di gamma, e altrettanto vero che in quella fascia la competizione (non solo di Android) è molto agguerrita. Ma nella fascia media, i Pixel della Serie A sono gli smartphone da battere.
Tuttavia, già con il lancio dell’8a l’anno scorso (sempre a 549 euro), il prezzo iniziale resta molto vicino a quello del top di gamma, specie nella versione da 256GB di memoria (649 euro, che su Amazon è lo stesso prezzo della versione da 128GB di Pixel 9).
Detto questo, la “ricetta magica” dei Pixel resta la stessa. Hardware e software progettato da Google, che funziona bene insieme e permette di sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale, l’arma segreto di questa serie di smartphone. Ma basta in un mercato sempre più competitivo attorno ai 500 euro?
Design e qualità costruttiva: sottile e discreto
Con il Pixel 9a, Google ha abbandonato il design ormai iconico della “camera bar” per adottare un linguaggio estetico completamente rinnovato. Il Pixel 9a presenta bordi piatti e un modulo fotocamera integrato e quasi per nulla sporgente. Il retro in plastica riciclata all’81% ha una finitura opaca che simula il vetro, mentre la cornice è realizzata in alluminio riciclato al 100%, un dettaglio apprezzabile dal punto di vista ambientale. E bello esteticamente, soprattutto in questa colorazione Viola Ametista (che si sposa anche bene con i colori ufficiali del nostro sito), anche se potete optare anche per i più semplici Grigio Creta, Nero Ossidiana o il più brillante Rosa Peonia.
Con dimensioni di 154,7 x 73,3 x 8,9 mm e un peso di 185,9 grammi, il Pixel 9a è uno smartphone molto compatto e piacevole da tenere in mano (anche perché sul retro in plastica non restano impronte). L’ergonomia è molto buona, ci siamo trovati molto bene a usarlo — anche con la cover abbinata in silicone ufficiale. Non è uno smartphone piccolo (il display resta da 6,3 pollici) ma ci sembra più maneggevole di tante alternative.
Durabilità
Il frontale è protetto da Gorilla Glass 3, una scelta ormai piuttosto datata rispetto alle alternative sul mercato — ma comunque ci sembra resistere bene a graffi e simili. La resistenza all’acqua e alla polvere è garantita dalla certificazione IP68, che in questa fascia non diamo per scontato.
La disposizione dei tasti è quella classica per i Pixel, con il pulsante di accensione e il bilanciere del volume sul lato destro. Non è comodissima per gli screenshot, ma per l’uso quotidiano non ci dispiace affatto. In basso troviamo la porta USB-C 3.2, che supporta anche l’uscita video, affiancata da uno degli altoparlanti stereo e l’ingresso della SIM. Anche quest’anno, tuttavia, c’è l’utilissima eSIM (specie per chi viaggia molto).
Recensione Google Pixel 9a: un buon display (ma che cornici!)
Una delle cose che ci ha da subito infastidito un po’ dopo aver estratto il Pixel dalla sua confezione eco-friendly ed averlo acceso, è stato lo schermo. E non perché manchino le specifiche. Si tratta di un display Actua pOLED da 6,3 pollici con risoluzione 1080 x 2424 pixel (422,2 PPI) e frequenza di aggiornamento fino a 120 Hz. Non si tratta di un pannello LTPO, quindi la frequenza non si adatta automaticamente al contenuto con precisione, limitandosi a passare da 60 a 120 Hz.
Buona anche la luminosità HDR, che arriva fino a 1800 nit, con picchi di 2700 nit, valori che permettono una buona visibilità anche sotto la luce diretta del sole. Il rapporto di contrasto di 1.000.000:1 è quello tipico degli OLED, che garantisce neri profondi e una buona separazione tra le varie tonalità.
Da questo link il nuovo Pixel 9a di Google
Buona anche la resa dei colori a 24 bit, che risultano molto fedeli in modalità “Naturale” e spiccano piuttosto bene per chi preferisce la modalità “Adattivi”. Sarebbe un buon display da fascia media, se non fosse per una cosa sola.
La questione cornici
Il vero tallone d’Achille del display sono le cornici, decisamente spesse e antiquate per uno smartphone del 2025. Questo aspetto fa sembrare il Pixel 9a meno moderno rispetto a molti concorrenti della stessa fascia di prezzo, che ormai offrono display edge-to-edge con cornici minime. Non sappiamo quanto questa scelta abbia fatto “risparmiare” Google, ma ci sembra poco condivisibile. Un buon display fa la differenza: dopotutto è quello che guardiamo quando usiamo lo smartphone. Fissare queste cornici ci ricorda di aver scelto la versione più economica dei Pixel — e ci sono smartphone che costano molto meno con cornici meno evidenti. Ci rendiamo conto, tuttavia, che potrebbe essere il nostro “bias da recensore”: proviamo almeno uno smartphone nuovo alla settimana, quindi ci rendiamo più facilmente conto delle differenze che, magari, non daranno fastidio all’utente finale. Ma crediamo che Google avrebbe comunque potuto fare meglio in quest’area.
Rapido e preciso, invece, lo sblocco tramite impronta sotto il display, anche se non quanto quelli ultrasonici dei modelli Pixel 9 e Pixel 9 Pro XL.
Audio
Gli altoparlanti stereo del Pixel 9a offrono un audio di buona qualità, con un volume massimo adeguato e una discreta separazione stereo. Mancano un po’ di bassi, come succede praticamente sempre con gli smartphone, ma rispetto al passato ci sembra migliorato. La capsula auricolare, che funge da secondo altoparlante, contribuisce a un’esperienza audio bilanciata.
I microfoni sono di buona qualità e garantiscono chiamate chiare. La riduzione del rumore tramite AI funziona bene, eliminando efficacemente i rumori di fondo durante le conversazioni telefoniche.
Hardware e prestazioni: bene il chip di Google, poca la RAM
Una cosa che resta uguale ai top di gamma è il processore Google Tensor G4. Questo chip offre buone prestazioni generali e, sebbene non sul livello di top di gamma di altri brand (come Qualcomm o Apple), si comporta molto bene anche nei giochi. Dove eccelle, però, è la capacità di elaborazione per le funzionalità di intelligenza artificiale. Non tutte saranno istantanee, ma il fatto che si riesca a fare modifiche AI alle immagini (compresa la Gomma Magica per rimuovere i soggetti) anche senza la connessione è semplicemente impressionante, specie in uno smartphone da 500 euro.
Ci sono, però, alcuni limiti rispetto ai Pixel 9. Il modem, per esempio, rimane l’Exynos 5300, lo stesso del Pixel 8a, che non brilla particolarmente per efficienza energetica e qualità della ricezione. Noi non abbiamo problemi in città, ma in una gita in montagna abbiamo notato che per la ricezione prima di altri smartphone (anche se la vostra esperienza potrebbe variare in base alle zone). Altro dato negativo l’aver solo 8 GB di RAM LPDDR5X e opzioni di storage interno da 128 GB o 256 GB UFS 3.1, senza possibilità di espansione tramite microSD.
Per adesso, non sono veri limiti, ma considerando che questo smartphone include sette anni di aggiornamenti, la mancanza di RAM rispetto ai Pixel 9 e lo spazio ridotto per foto e video potrebbe diventare un problema. Meglio, però, avere sette anni di aggiornamenti con meno RAM che acquistare uno smartphone con 16GB che fra due anni non avrà più gli aggiornamenti di sicurezza.
Connettività e sicurezza
La connettività è completa: Wi-Fi 6e, Bluetooth 5.3, NFC per i pagamenti contactless, 5G (solo Sub-6GHz, senza supporto mmWave), eSIM e dual SIM. La porta USB-C 3.2 supporta l’uscita video, permettendo di collegare il telefono a un monitor esterno.
Il chip Titan M2 serve per la sicurezza e si aggiunge ad altre funzioni esclusive, come la VPN di Google inclusa.
L’arma segreta di Google : software e funzionalità AI | Recensione Pixel 9a
Il Pixel 9a arriva con Android 15 in versione “pura”, senza personalizzazioni invasive o bloatware. L’interfaccia è pulita, intuitiva e piacevole da utilizzare, con animazioni fluide e un design coerente. Questo resta, ancora una volta, la caratteristica che più ci piace dei Pixel. L’altra cosa che adoriamo, come già anticipato, è la promessa di 7 anni di aggiornamenti software, che includono aggiornamenti del sistema operativo, patch di sicurezza e i famosi Pixel Drop, aggiornamenti trimestrali che introducono nuove funzionalità.
Sul Pixel 9a potete sfruttare tantissime delle funzionalità esclusive di Google, che noi sfruttiamo quotidianamente quando facciamo i test per la recensione di un Pixel. Now Playing identifica automaticamente la musica in sottofondo, At a Glance mostra informazioni contestuali nella schermata di blocco, Rilevamento Incidenti può chiamare automaticamente i soccorsi in caso di incidente d’auto. Ma i nostri preferiti sono il Filtro chiamate e l’Assistenza chiamate aiutano a gestire le telefonate indesiderate: se ricevete tante chiamate da numeri sconosciuti, sono una manna dal cielo.
La marcia in più dell’AI
Ma è soprattutto nell’intelligenza artificiale che il Pixel 9a brilla. Gemini, l’assistente AI di Google, è profondamente integrato nel sistema e offre funzionalità avanzate come la generazione di testi, la risposta a domande complesse e l’assistenza contestuale — anche con i modelli avanzati del chatbot, inclusa la Deep Research. Potete poi usare Gemini Live per avere conversazioni vocali naturali con l’assistente, facendo domande dirette come fareste con un esperto umano. Non sarà mai “schietto” come una persona, ma lo abbiamo trovato ragionevolmente preciso nell’uso quotidiano (anche se, insistendo, potete metterlo in difficoltà).
La funzione “Cerchia e cerca” permette di cercare informazioni su qualsiasi elemento visibile sullo schermo semplicemente cerchiandolo, e ogni volta che la proviamo su smartphone diversi la troviamo più utile. Non è esclusiva nemmeno Magic Editor o la Gomma Magica per le immagini, ma sui Pixel funzionano molto bene e con tempi davvero celeri. Sono poi molto divertenti le opzioni Aggiungimi per far rientrare nel gruppo anche il fotografo, oppure Miglior Scatto per fare più scatti e trovare le espressioni migliori di ognuno (per chi ha bambini è particolarmente utile).
Sebbene molte di queste funzionalità sia sempre più presente anche in altri smartphone (anche di fascia media), sui Pixel le novità arrivano prima. E, per le funzioni legate all’imaging, possono sfruttare immagini già ottime di partenza.
La fotocamera resta un punto di forza difficile da battere
Il comparto fotografico del Pixel 9a è composto da una doppia fotocamera posteriore: un sensore principale da 48 MP con stabilizzazione ottica e apertura ƒ/1.73, e un ultra-grandangolare da 13 MP con campo visivo di 120° e apertura ƒ/2.2. La fotocamera frontale è da 13 MP. Rispetto al sensore principale del Pixel 8a, abbiamo meno Pixel (erano 64MP), ma questo sensore sa raccogliere più luce e i risultati sono generalmente migliori.
Le foto diurne sono caratterizzate da colori naturali, un’ottima gamma dinamica e un buon livello di dettaglio. Gli scatti notturni beneficiano della modalità Foto Notturna, che riesce a catturare immagini luminose e dettagliate anche in condizioni di scarsa illuminazione e sa contrastare molto bene luci e ombre, senza eccessivo rumore. L’ultra-grandangolare offre una buona qualità, anche se con un inevitabile calo di dettaglio rispetto al sensore principale — ma non distorce eccessivamente i margini e fa un buon lavoro nel tenere coerente la resa del colore.
Manca un vero teleobiettivo, ma lo zoom digitale fino a 2x e 3x resta buono (anche se potete scattare in 1x e poi ritagliare l’immagine dopo). A 8x, nel mirino vedrete molto rumore — ma dopo lo scatto l’AI fa un ottimo lavoro per sistemare l’immagine (potete vederlo sia nella foto 8x dell’orologio del campanile qui sotto ma, soprattutto, nella più complessa foto del piccione a 6x). Ci sono, però, limiti più grossi nello zoom notturno.
Davvero molto buono il sensore frontale, che ha un buon senso della profondità e una resa dei colori che ci piace (sebbene la risoluzione non sia sul livello dei top di gamma).
L’AI che si vede e quello invisibile
Tra le funzionalità fotografiche più interessanti troviamo la modalità Ritratto, che crea un effetto bokeh naturale e molto, molto ben calibrato — anche meglio di rivali più costosi. C’è persino l’Astrofotografia per catturare il cielo stellato e la nuova modalità Macro Focus, una novità per la serie A che permette di scattare foto ravvicinate con buoni risultati. Ci sono anche la Panorama, l’Esposizione Lunga e “Aggiungimi”, una funzione che permette di combinare più scatti per inserire persone mancanti in foto di gruppo. Insomma: l’AI fa la differenza.
Da questo link il nuovo Pixel 9a di Google
Sebbene l’intelligenza artificiale “visibile”, ossia le funzionalità per rimuovere soggetti e cambiare focus, sia molto interessante, la forza di questo smartphone resta l’AI invisibile. Basta inquadrare bene il soggetto e scattare, al resto ci pensa Google. Non abbiamo mai una volta sentito il bisogno di aprire o chiudere l’ISO o modificare la messa a fuoco: Pixel 9a capisce con una precisione sopra la media che tipo di foto vogliamo. Per chi ama la fotografia ma non vuole prendersi il tempo per modificare i parametri di scatto, è la fotocamera perfetta.
Video
I video possono essere registrati in 4K fino a 60 fps con la fotocamera principale (30 fps con l’ultra-grandangolare), con una buona stabilizzazione e qualità generale. Mancano però alcune funzionalità presenti nei modelli più costosi, come il Cinematic Blur e il Video Boost, ma ci sono la Gomma Magica Audio per rimuovere i rumori fastidiosi, la Video Macro e il Panning Cinematografico — che sono davvero divertenti da usare.
Batteria e Autonomia
Il Pixel 9a è equipaggiato con una batteria da 5100 mAh, che non sono affatto male in un dispositivo di queste dimensioni. L’autonomia ci ha convinto: con un uso misto è possibile arrivare a fine giornata con circa il 30% di carica residua, mentre con un uso intenso si arriva comunque a sera senza problemi. Fa meglio del Pixel 8a dell’anno scorso, anche se i top di gamma non sono molto lontani (pur con una batteria meno capiente).
La ricarica cablata supporta una potenza massima di 23W, non particolarmente veloce rispetto ai concorrenti anche nella fascia media. La ricarica wireless è limitata a 7.5W, utile ma decisamente lenta per gli standard attuali — anche se troviamo sia comunque un vantaggio averla attorno ai 500 euro.
La velocità di ricarica ci sembra un altro punto in cui Google avrebbe potuto fare meglio, avvicinandosi di più al top di gamma senza variare il prezzo. Non farà la differenza per la maggior parte degli utenti, ma valori migliori anche di poco ci avrebbero reso più semplice consigliare questo smartphone a occhi chiusi.
La recensione di Google Pixel 9a: prezzi e conclusioni
Il Pixel 9a viene proposto in Italia a 549€ per la versione da 128 GB e 649€ per quella da 256 GB. Sono prezzi in linea con l’anno scorso al lancio, anche se soprattutto la versione da 256GB è praticamente sullo stesso livello del Pixel 9 (da 128GB). E per 100 euro in più rispetto al base vi liberate dei punti interrogativi (cornici del display su tutti, ma anche più RAM e ricarica più rapida) e avrete anche fotocamere migliori. È vero che con le permute sul sito di Google potete arrivare a risparmiare fino a 415 euro (e avere una supervalutazione fino a 150 euro) ma non è detto che abbiate uno smartphone idoneo.
Forse è proprio questa vicinanza di prezzo con Pixel 9 che ci rende dubbiosi — più delle cornici del display anacronistiche. Google avrebbe dovuto impegnarsi un po’ di più su questo fronte, forse — ma il Pixel 9a resta uno smartphone intelligente. E lo sarà molto di più quando scenderà di qualche decina di euro: a 500 euro precisi, sarebbe decisamente più semplice consigliarlo (mentre invece per ora il Pixel 8a a 399 euro è forse quello con il miglior rapporto qualità prezzo). Detto questo, il talento c’è tutto e in questa recensione si è visto: l’AI e la fotocamera fanno la differenza e rendono Google Pixel 9a ancora una volta lo smartphone da battere nella fascia media.
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