A soli due anni di nascita, il servizio di Cloud Gaming Google Stadia chiude i battenti. La notizia, arrivata ieri sera, ha scosso il mondo dei videogiochi, giocatori, sviluppatori e dipendenti del settore. La stessa Google ha annunciato la notizia ai responsabili del progetto poco prima di divulgarla a livello internazionale.
La tecnologia del cloud gaming, che permette la fruizione di un gran numero di videogiochi senza la necessità di comprare una console o un hardware specifico, incontra uno tra i tanti intoppi incrociati sin dalla sua nascita. Sembrava che con gli anni, Google fosse riuscita a far entrare il cloud gaming nella quotidianità e in un certo e così, ma non per Stadia.
Phil Harrison, vicepresidente e direttore generale di Stadia, ha così dato l’annuncio: “Qualche anno fa abbiamo lanciato un servizio di gioco per i consumatori, Stadia. E sebbene l’approccio di Stadia allo streaming dei giochi per i consumatori fosse costruito su una solida base tecnologica, non ha ottenuto la trazione con gli utenti che ci aspettavamo, quindi abbiamo preso la difficile decisione di iniziare a chiudere il nostro servizio di streaming Stadia”.
Ma cosa comporterà questa drastica scelta per il mondo del gaming?
Addio Google Stadia
Con Google Stadia se ne vanno anni di tecnologia pioneristica che hanno portato in auge il cloud gaming. Da Stadia sono poi nati molti servizi come, tra gli altri, il Cloud di Xbox, PlayStation Now, Amazon Luna e Nvidia GeForce Now. Servizi che permettono, previo abbonamento mensile (o trimestrale/annuale, a seconda dei casi). Di avere a disposizione centinaia di videogiochi su praticamente qualsiasi dispositivo dotato di uno schermo e una connessione internet. I sistemi permettono infatti di giocare ai videogiochi inclusi nei vari abbonamenti semplicemente utilizzando un controller wireless e una connessione internet.
Come di consueto, Google si è buttata a capofitto su queste intriganti opportunità annunciando al mondo, il 19 marzo del 2019, Google Stadia. Ora, a gennaio del 2023, il servizio cesserà di esistere e nessun gioco potrà essere più giocato con il servizio.
Ma perché Google Stadia chiude?
Le cause
La causa della fine di Google Stadia non è una e quelle che ci sono, non sono certe. Possiamo dire che si tratta di un mix di errori e fatalità che hanno caratterizzato il servizio sin dal suo annuncio. Tra gli errori, sicuramente il più palese e quello che caratterizza Google quando si tratta di progetti innovativi (ciao ciao Google Glass!) è la Comunicazione.
Come delicatamente enunciato da un nostro video di due anni fa (che potete vedere qui in alto), pochissimi videogiocatori avevano effettivamente compreso cosa fosse Google Stadia. Come dargli torto. Le informazioni sono state frammentate e poco chiare e solo dopo quasi un anno le parole “cloud gaming” hanno iniziato a generare immagini ben chiare nelle nostre menti. Troppo tardi? Forse, a quel punto molti altri servizi stavano nascendo sulla scia di Stadia, imparando dai suoi errori e muovendosi di conseguenza.
Tra gli errori in questione, un altro potrebbe essere imputato alla sua infrastruttura e in generale alle formule offerte ai videogiocatori. Mentre Xbox includeva il cloud nel suo già ricco Xbox Game Pass, Google Stadia offre…anzi, offriva a 9,99€ al mese un centinaio di giochi, fuori dall’abbonamento però, avremmo dovuto pagare ogni singolo gioco a prezzo pieno. In un’epoca dove la formula “Alla Netflix” la fa da padrona, Google non ha saputo adattarsi e soprattutto non ha saputo ampliare dovutamente la sua offerte come invece hanno fatto i concorrenti.
Google Stadia chiude: cosa ci aspetta?
Il mondo videoludico ha iniziato ora a chiedersi cosa potrebbe accadere al mercato con la chiusura del gaming. Anche qui possiamo solo fare supposizioni ma la situazione non è così nera. Il Cloud Gaming andrà avanti con o senza Google. Gli altri servizi, citati pochi paragrafi fa, continueranno a fare il loro dovere e a perfezionare la tecnologia che circonda il Cloud Gaming. Anzi, un “concorrente” in meno potrebbe dare nuova linfa alle iniziative degli altri servizi che siamo certi non abbandoneranno tanto presto una tecnologia così promettente.
Purtroppo però i disagi non mancheranno e i primi ad esserne colpiti sono, come al solito, i consumatori. Google però ha assicurato che chi ha comprato il controller di Google Stadia o ha pagato i giochi sulla piattaforma riceverà dei rimborsi, già disponibili a metà gennaio 2023. Altre vittime sacrificali di questa scelta sono invece gli sviluppatori di terze parti che hanno lavorato, fino a poche ore fa, ad adattare i propri titoli per funzionare al meglio su Stadia e che rimarranno, senza preavviso, con un pugno di mosche in mano.
Il futuro?
Amanti del cloud gaming, non disperate! Le piattaforme Cloud avranno ancora molto da raccontare e questa tecnologia è tutt’altro che finita. Non a caso, Logitech ha da poco annunciato l’arrivo della Logitech G Cloud, una nuova console portatile interamente dedicata al Cloud Gaming!
Se Google Stadia era la vostra piattaforma d’elezione, è semplicemente arrivato il momento di guardarvi in torno ed esplorare cos’hanno da offrire le altre aziende. Potrebbe addirittura piacervi!
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