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La bufala della settimana: Green pass non valido per le tasse non pagate

Ecco l’ultima e più fantasiosa fake news fatta circolare dai no vax

Su una cosa si può stare certi: la fantasia di chi, negli ambienti no vax, è deputato a far circolare fake news sul green pass o sulla campagna vaccinale, è pressoché infinita.

I lettori di questa rubrica lo sanno bene. Si va, per esempio, da notizie infondate secondo cui alcuni vip scomparsi di recente sarebbero morti a causa del vaccino, a campi in cui nel Tennessee sarebbero state trattenute le persone che si sono rifiutate di farsi vaccinare.

Sino all’ultima e macabra trovata: quella di far circolare codici Qr falsi, ma che passano i relativi controlli (e che quindi rendono valido il certificato verde fuorilegge), intestati nientemeno che ad Adolf Hitler.

L’ultima alzata di ingegno dei no vax, circolata qualche giorno fa sui social, non è meno bizzarra. La bufala in questione avrebbe individuato una correlazione tra un green pass non valido e la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi. Vediamo di cosa si tratta.

Green pass non valido per le tasse non pagate

Su una pagina Facebook il cui nome è tutto un programma (“Io sono populista”), lo scorso 29 ottobre è apparso un post che individuerebbe un rapporto causale tra il green pass non valido e il mancato pagamento delle tasse.

Potremmo riassumervelo, ma vale la pena di riportarlo (quasi) nella sua interezza.

green pass

Il testo del post-bufala

Il post inizia così: “Un giorno ti presenti al cinema col tuo bel greenpass, ma il lettore non lo accetta. Riprovano, nulla, non lo rileva. Non vedi il film. Ti incazzi. La mattina dopo vai nella farmacia dove ti hanno fatto il greenpass, anche il farmacista non riesce a capire cosa non va nel tuo passaporto verde. Allora vai all’USL. E loro vedono che c’è un blocco nel tuo greenpass e ti dicono di rivolgerti al Comune. E lì scopri cos’è successo. ‘Lei signore, non ha presentato la dichiarazione dei redditi!’ ‘E questo cosa c’entra col greenpass?’ ‘Con l’ultimo DPCM è stato inserito il blocco fiscale nel green pass!’ Allora chiami il tuo commercialista, lo insulti, gli dici che hai il green pass bloccato.”

Il post continua spiegando che, una volta pagata la somma (peraltro dovuta, aggiungiamo noi) allo Stato, il documento sarebbe stato finalmente sbloccato.

La conclusione è ricattatoria, nonché condita di parolacce (abbiamo ormai imparato come anche il linguaggio dei no vax vorrebbe far presa sulla parte più infantile e istintiva di noi). Basti una frase per tutte: “Grazie alla tua accondiscendenza, al tuo egoismo, ci hanno fottuti tutti!”

Il post è una bufala: perché

Se sul linguaggio c’è poco da analizzare, ricordiamo che – naturalmente – non esiste nessun “blocco fiscale” inserito nell’ultimo DPCM, dunque manca ogni possibile correlazione tra un green pass reso non valido e il mancato pagamento della tasse.

Aggiungiamo che, anche volendo, da un punto di vista squisitamente tecnico è impossibile invalidare un singolo green pass. Esiste semmai la possibilità di annullare la validità di tutti i certificati generati da una singola chiave. Siamo dunque di fronte a una doppia impossibilità: dal punto di vista giuridico e informatico.

Come è nata la fake news

Difficile risalire all’origine della bufala secondo cui il green pass non valido dipenderebbe dalla mancata esibizione della dichiarazione dei redditi.

Di certo va segnalato un post del 17 ottobre scritto da Diego Fusaro. Il giovane filosofo, ultimamente attivo in politica con Vox, ha riportato un’altrui dichiarazione, senza aggiungervi alcun commento.

Questa la citazione: “Quando il greenpass, di cui andate fieri, diventerà rosso impedendovi di rinnovare la carta d’identità perché non avete pagato la TARI o la patente perché avete esaurito la quota CO2 mensile o di lavorare perché non avete pagato l’IRAP vi sarà tutto chiaro, ma sarà anche tardi. (Antonio Triolo)”

Nonostante il Triolo in questione sia ignoto alla comunità scientifica, in virtù della notorietà di Fusaro il post è stato condiviso quasi 23.000 volte.

E ha ingenerato successivi post, come quello del 18 ottobre di tale Puff, che ha ribadito il testo pubblicato dal filosofo. Aggiungendo di suo pugno la frase: “A breve, tramite il Green Pass, ci sarà il blocco fiscale, per le tasse e multe non pagate!!”

Stavolta, quindi, la responsabilità iniziale potrebbe essere quella di un personaggio pubblico, che con un’uscita quanto meno avventata ha ingenerato un effetto a catena, di cui non possiamo dire se e fino a che punto fosse consapevole.

Di chi fidarsi?

Di certo, da questa recente bufala abbiamo imparato una cosa in più. La nostra coscienza critica dev’essere sempre ben desta, perché affermazioni infondate (e pericolose, considerata la rapidità con cui si diffondono) non provengono necessariamente da persone con scarso seguito o di comprovata inaffidabilità. Ma magari anche da personaggi pubblici in cerca di un colpo di teatro che regali loro un po’ di visibilità.

Insomma: la morale è che ci si può fidare solo della propria capacità di informarsi, filtrare le notizie, distinguere quelle attendibili da quelle create ad arte per destabilizzare.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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