In attesa del primo volume della quinta stagione de La casa di carta, che arriverà il 3 settembre, Netflix non fa mancare ai propri abbonati la loro dose di avventure criminali. Sull’onda delle serie true crime che negli ultimi anni hanno riscosso molto successo sulla piattaforma, come Making a Murderer, Giù le mani dai gatti: caccia a un killer online, Tiger King e Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione, dal 14 luglio è disponibile su Netflix Heist: rapine incredibili, torbido viaggio fra crimini realmente accaduti, nonostante risultino più bizzarri e contorti delle storie che solitamente guardiamo sul piccolo schermo, come appunto La casa di carta.
Heist: rapine incredibili ci mostra la cronaca e i retroscena di tre celebri rapine della recente storia americana. La miniserie è composta da sei episodi (due per ogni racconto) e, proprio come la più celebre serie spagnola, si concentra sullo scopo dei criminali, cercando di umanizzare le loro azioni e spingendo di conseguenza gli spettatori a entrare in empatia con loro. Proprio per perseguire questo intento, il ritmo della narrazione è compassato e dilatato, perché focalizzato soprattutto sull’approfondimento delle vite e dei pensieri dei protagonisti. Lo stesso schema della miniserie è preciso e rigoroso: per ogni avvenimento narrato, il primo episodio si concentra soprattutto sulla preparazione e sull’esecuzione del colpo criminale, mentre il secondo narra la caduta dei personaggi coinvolti.
Heist: rapine incredibili: l’ascesa e la caduta di criminali improvvisati
Il primo racconto, Sesso, magia, denaro, omicidio, ha per protagonista Heather Tallchief, che insieme all’affascinante Roberto Solis si è resa protagonista all’inizio degli anni ’90 di un furto di circa 3 milioni di dollari a un casinò di Las Vegas. Il terzo e quarto episodio di Heist: rapine incredibili raccontano invece la storia L’aereo carico di denaro, cioè la rapina perpetrata dall’immigrato cubano Karls Monzon ai danni dell’aeroporto di Miami nel 2005, per un totale di oltre 7 milioni di dollari.
Il terzo e ultimo episodio è sviscerato nelle puntate Il re del bourbon, e narra la vicenda di Gilbert “Toby” Curtsinger, che nel 2013 è stato il protagonista del cosiddetto Pappygate, il furto di numerose bottiglie del pregiato bourbon Pappy Van Winkle, per un totale di circa 100.000 dollari. Eventi in bilico fra metodo e follia, raccontati in prima persona dagli stessi autori dei gesti, che si aprono sui loro sogni e rimpianti.
Il lato umano è sicuramente il maggior pregio di Heist: rapine incredibili. È raro infatti assistere a una simile introspezione in prodotti di questo genere, soprattutto con i contributi dei diretti interessati. Come spesso avviene, sono invece le ricostruzioni sul set l’anello debole del progetto: troppo artificiose per amalgamarsi naturalmente con il realismo delle interviste e delle immagini di archivio, abbastanza piatte e dozzinali nella messa in scena da penalizzare a più riprese il ritmo della narrazione. Resta comunque il buon lavoro di Derek Doneen, già vincitore del Grand Jury Prize del Sundance per Kailash, e dei suoi collaboratori Nick Frew e Martin Desmond Roe, noti rispettivamente per la docuserie We Are the Champions e per il cortometraggio Due estranei, premiato con l’Oscar nel 2021.
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