Nel nostro Paese si è concluso da poco, per il calcio femminile, il primo campionato di Serie A giocato da calciatrici professioniste. Eppure non si placano le resistenze verso il binomio “donne e calcio”, considerato ancora uno sport prettamente maschile.
Il calcio femminile in Italia
Nonostante una donna su tre si dichiari appassionata di calcio, questo sport viene visto come maggiormente “maschile” da quasi il 40% degli italiani.
Questo a causa dei pregiudizi, che hanno, incredibile a dirsi, un impatto forte sulla fascia più giovane degli intervistati (18-35 anni). Infatti è emerso che una persona su quattro, in Italia, cercherebbe di far cambiare idea a una bambina che vuole giocare a calcio per paura di possibili discriminazioni.
Infine il 67,5% degli italiani ritiene che esista una generale discriminazione nei confronti delle donne in ambito lavorativo: per due persone su tre le donne sono penalizzate durante l’arco della loro carriera e alcune professioni (come l’ingegnere o il medico chirurgo) sono ancora oggi considerate più adatte alla sfera maschile.
Sono queste alcune delle evidenze emerse dalla ricerca “Le donne, il lavoro e lo sport” commissionata da eBay all’istituto di ricerca Human Highway, che mette in luce l’opinione degli italiani sul tema “donne e calcio” e le attività tradizionalmente considerate “maschili”.
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eBay e il calcio femminile
eBay, già partner della Divisione Calcio Femminile FIGC, vuole promuovere la conoscenza e i progetti volti a favorire l’inclusione e la parità di genere in ogni ambito. Non bisogna dimenticare, infatti, che quello appena conclusosi è stato un anno storico per il calcio femminile, con un incremento inimmaginabile del numero delle calciatrici tesserate (11.278).
Molto bene anche i numeri social dei 10 club di Serie A, che hanno visto anche un aumento degli ascolti televisivi e le presenze allo stadio.
La sintesi dalla ricerca «Le donne, il lavoro e lo sport»
Come accade nell’ambito lavorativo e nel quotidiano, anche nello sport le donne sono vittime di pregiudizi che le vedono meno adatte a determinate discipline o professioni.
La maggior parte degli italiani ritiene che ci sia discriminazione nei confronti delle donne (67,5%) e, nonostante una donna su tre si dichiari appassionata di calcio, il 40% degli italiani lo vede ancora come uno sport da uomini. Altro dato fondamentale è che un intervistato su dieci ha dichiarato che si prenderebbe facilmente gioco di una donna calciatrice.
I meno favorevoli a vedere le donne nelle vesti di calciatrici sono stati soprattutto gli uomini, poiché reputano che il divario di gioco fra uomini e donne nel calcio sia troppo grande. Infatti uno su tre ritiene che il calcio sia uno sport storicamente maschile, mentre per uno su cinque il calcio femminile è considerato lento e noioso.
E le nuove generazioni? Il 23% degli intervistati tra i 18-24 anni e tra i 25-35 anni sosterrebbero la scelta di una bambina di giocare a calcio, ma tenterebbero di farle cambiare idea per paura di prese in giro e pregiudizi.
Il 15,3%, invece, ha dichiarato che il calcio non è uno sport “da donne”, ma complessivamente l’80% degli italiani vede con favore la passione di una bambina per il calcio, seppur persistano le paure di vederla isolata e discriminata.
L’83% degli intervistati ha comunque visto come positiva la novità del passaggio al professionismo per le calciatrici della massima serie del calcio femminile, avvenuto a inizio luglio 2022. In più la maggioranza (4 su 5) ha affermato che le calciatrici professioniste potranno avere un futuro sia allenando altre squadre femminili (o maschili) di serie A sia nelle vesti di dirigenti o opinioniste TV. Eppure il 15% crede che sia meglio per loro cambiare sport.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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