Il mio nome è vendetta è il nuovo thriller di Netflix made in Italy. Ed è un film con gli ingredienti giusti: azione, suspence e un certo richiamo hollywoodiano.
Una panoramica
Il mio nome è vendetta è diretto dal regista fiorentino Cosimo Gomez e sceneggiato oltre che dallo stesso Gomez da Sandrone Dazieri (che ne cura anche il soggetto) e Andrea Nobile.
Il mio nome è vendetta è una storia lineare, di sangue e di eredità. E oltre alla sceneggiatura a funzionare perfettamente è anche il cast.
Protagonista della pellicola è Alessandro Gassmann nel ruolo di Santo Romeo, che in realtà è Domenico Franzè. Ad accompagnarlo in quest’avventura adrenalinica troviamo la giovanissima Ginevra Francesconi (Sofia Romeo/Franzè), Alessio Praticò (Michele Lo Bianco) e Remo Girone (Don Angelo Lo Bianco).
La trama di Il mio nome è vendetta
Come detto, Il mio nome è vendetta è una sanguinosa storia lineare. Tutto ha inizio fra le pacifiche montagne dell’Alto Adige, dove Santo Romeo (Alessandro Gassmann) vive con la moglie Ingrid (Sinja Dieks) e Sofia, giovane adolescente quasi maggiorenne alle prese con amici, sport e un primo tenero amore.
A prima vista sembra una famiglia come tante, con una ragazza che smania dalla voglia di diventare adulta, un padre protettivo e una moglie innamorata. Ma la realtà, quella che Santo ha cercato invano di tagliare fuori per 30 anni, torna violentemente a bussare alla sua porta, portandogli via per sempre Ingrid, il cognato Patrick e quella vita che faticosamente aveva costruito.
Perché Santo non è realmente un uomo emigrato in Alto Adige per amore. Santo Romeo è Domenico Franzè, calabrese di nascita ed ex affiliato di una famiglia mafiosa. E da lì parte una rocambolesca fuga padre-figlia per salvarsi dai criminali che li vogliono morti e per organizzare la loro vendetta.
Il thriller americano si fonde a quello italiano
Il mio nome è vendetta fa dimenticare per quasi tutta la sua durata (circa 1 ora e 32 minuti) l’ambientazione italiana. Sembra uscire direttamente da una sceneggiatura hollywoodiana, di quelle che siamo abituati a guardare al cinema con Tom Cruise come protagonista.
Ma è al 100% un prodotto made in Italy, con uno grandissimo Alessandro Gassmann che si riconferma ancora una volta essere un attore poliedrico, riuscendo a calarsi perfettamente nella parte di un uomo in cerca di vendetta per se stesso e per la sua famiglia.
Gli ingredienti che richiamano un sapore hollywoodiano sono soprattutto nelle coreografie pensate per i combattimenti: le sparatorie seguono un filo d’azione incredibile. Una scena emblematica è quando Santo/Domenico si ferma qualche secondo prima di riprendere a sparare, come se stesse contando i colpi esplosi dai nemici. In quante pellicole italiane abbiamo assistito a un dettaglio del genere?
Anche gli inseguimenti in auto sembrano seguire una certa scia americana, con riprese frontali e laterali adrenaliniche. Altro punto a favore, che si discosta dalle classiche pellicole nostrane, più pudiche da questo punto di vista, è il sangue.
Nel film ne scorre a fiumi, le ferite sanguinano realisticamente quando i proiettili o le lame dei coltelli colpiscono il bersaglio. Insomma, Il mio nome è vendetta è un prodotto che potrebbe aprire la strada a nuovi thriller/film d’azione italiani più american style.
Il mio nome è vendetta è disponibile su Netflix.
- Aiello, Piera (Autore)
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