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Europa e Usa verso un codice di condotta comune sull’intelligenza artificiale

Lo hanno annunciato Vestager e Blinken

Che l’intelligenza artificiale sia un argomento dibattutissimo negli ultimi mesi è sotto gli occhi di tutti. Specie nelle declinazioni che riguardano l’IA generativa, cioè capace di creare nuovi contenuti. Siano essi testuali (pensiamo a ChatGPT) o grafici (pensiamo a Midjourney).

Ma da qualche giorno il dibattito si è incentrato sulla necessità di dare delle regole all’intelligenza artificiale. Inizialmente i timori nei confronti dell’intelligenza artificiale hanno assunto toni apocalittici. Abbiamo letto di istituti scolastici che l’hanno vietata (e che poi hanno fatto marcia indietro) e personaggi come Elon Musk che hanno firmato lettere aperte indicando l’IA come il male assoluto (salvo poi confessare di stare lavorando essi stessi proprio a progetti di intelligenza artificiale).

intelligenza artificiale

L’IA e il problema delle regole

Ma, dicevamo, negli ultimi giorni ci si è concentrati in maniera più circostanziata sulle potenzialità dell’IA, e soprattutto sulla necessità di dare regole certe.

Lo ha fatto Bill Gates dal palco dell’AI Forward. Lo ha fatto a più riprese Sam Altman, Ceo di OpenAI, finendo per istituire un bando di 1 milione di dollari destinato a dieci progetti innovativi sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale.

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Intelligenza artificiale: differenze tra Europa e Usa

Tuttavia, al di là delle iniziative personali, uno dei principali problemi che riguardano le norme sull’intelligenza artificiale sta nella differenza tra Europa e Usa.

Nel fatto, cioè, che l’Ue adotta norme molto più stringenti per quanto riguarda, in generale, la salvaguardia della privacy degli utenti della Rete.

Si pensi ad esempio al GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati. In virtù del quale Meta, che trasferiva dati europei negli Usa (bypassando proprio il GDPR), dovrà pagare una multa record di 1,2 miliardi di euro.

Eppure, a sorpresa, le vistose differenze di severità tra Europa e Usa potrebbero appianarsi proprio sul tema dell’intelligenza artificiale. In che senso?

Intelligenza artificiale, Europa e Usa verso un codice di condotta comune

Lo hanno annunciato la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, il segretario di Stato americano, Antony Blinken (e già la doppia dichiarazione ha il suo valore).

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, Europa e Usa adotteranno in tempi brevi un codice di condotta condiviso.

Un primo accordo è stato sancito durante una riunione del Trade and Technology Council Europa-Stati Uniti, organismo di coordinamento delle politiche commerciali. E precisamente durante l’incontro tenutosi mercoledì 31 maggio nella città svedese di Lulea.

Blinken ha sottolineato l’urgenza del documento, visto il modo in cui l’IA sta prendendo sempre più piede. Consci che ogni atteggiamento difensivo sarebbe ormai anacronistico (oltre che insensato, perché l’IA – se usata con discernimento – può davvero portare enormi vantaggi), Europa e Usa dovranno semmai badare a normare l’intelligenza artificiale.

Una prima bozza del documento comune dovrebbe già essere pronta nelle prossime settimane. Con l’obiettivo, ha detto Antony Blinken, di “stabilire codici di condotta volontari che siano aperti a tutti i Paesi che la pensano allo stesso modo.”

Il documento

Del contenuto del documento è trapelato poco, anche se è chiaro lo spirito che lo innerva e la necessità di approntarlo in tempi rapidi.

Nel testo si legge: “È fondamentale promuovere un’innovazione responsabile dell’IA che rispetti i diritti e la sicurezza e garantisca vantaggi in linea con i valori democratici condivisi”.

Dal che si deduce anzitutto il sentire comune di Europa e Usa sull’intelligenza artificiale. Ma anche la necessità sempre più stringente di un suo utilizzo ragionevole. Sia per minimizzare lo spauracchio che l’IA generativa sia uno strumento atto a complicarci la vita, falcidiando ad esempio milioni di posti di lavoro. Sia per evitarne un utilizzo scriteriato sino alla comicità involontaria, come quello dell’avvocato americano che si è affidato a ChatGPT per redigere un documento legale. Se non fosse che il chatbot ha pensato bene di inventarsi una serie di precedenti legali.

Il nodo dell’UE AI Act

Un codice di condotta comune Europa-Usa sull’intelligenza artificiale si rivela fondamentale anche per un altro motivo.

Il futuro regolamento Ue in materia, noto con l’acronimo UE AI Act, non sarà pronto prima del 2025.

Mentre, come ha sottolineato Margrethe Vestager, occorre affrettarsi. Perché l’IA “si sta sviluppando a velocità sorprendenti, e gli standard comuni sono necessari affinché la società possa fidarsi di ciò che sta accadendo”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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