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L’intelligenza artificiale cambierà per sempre le Olimpiadi

CANNES – Nel 1896 nacquero i Giochi Olimpici moderni.
La prima edizione, ospitata dalla città di Atene, fu un successo: 14 nazioni presenti, 241 atleti partecipanti, 100.000 spettatori alle cerimonie di apertura e chiusura.
Oggi abbiamo più Paesi, più atleti, più discipline, più spettatori e… più tecnologia. Tecnologia che quest’anno includerà in modo massivo anche l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale nelle Olimpiadi

“Cosa ce ne facciamo?”, penserete voi.
Beh, in realtà un po’ di tutto. L’AI – ci ha spiegato Monica Livingston, Head of AI Center of Excellence di Intel – è destinata a cambiare l’esperienza degli atleti, degli spettatori, dei media e degli organizzatori.

Facciamo però un passo indietro.
Quest’estate Parigi ospiterà i Giochi della XXXIII Olimpiade.
Che tradotti in numeri suonano così:

  • 3 miliardi di possibili spettatori da casa;
  • 15 milioni di fan pronti a volare nella capitale francese;
  • 10.500 atleti;
  • 28 sport diversi;
  • 38 location per le varie competizioni.

Se vi sta già girando la testa, lo comprendo.
Per chi organizza tutto questo è una mole di lavoro incredibile, per i fan può essere un delirio seguire tutto – tanto sul posto quanto da casa -, per gli atleti è uno dei momenti più alti e stressanti della loro carriera.
L’IA però può aiutare tutti loro, anche perché questo evento si traduce in dati, dati che possono essere raccolti, elaborati e usati per migliorare l’esperienza di tutti quanti, dalle persone sedute sul divano di casa a chi dovrà correre per 42 km.

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L’IA per gli atleti olimpici

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Monica Livingston, Head of AI Center of Excellence di Intel, sul Demo Stage 2 del WAICF

In piedi sul Demo Stage del World AI Cannes Festival, Monica Livingston spiega che Parigi 2024 non sarà la prima Olimpiadi a sfruttare l’intelligenza artificiale. Durante la manifestazione di Tokyo, tenutasi tre anni fa, Intel ha sfruttato la propria tecnologia di 3D tracking, che monitora 20 punti del corpo umano e recupera una mole di dati su postura, velocità, forza…
“Se, ad esempio, registrassimo un atleta durante gli allenamenti, il tracker potrebbe dirgli quanto è vicino alla perfezione per quello specifico esercizio, o quanto si avvicina alla perfezione richiesta ad un atleta olimpico. Questo per aiutare i partecipanti a migliorare la loro performance utilizzando un insieme di dati che fotografa il loro stato attuale.

intelligenza artificiale olimpiadi 3d tracker

C’è di più? Certo che sì.
Intel lavora a stretto contatto con un’azienda che si chiama AI.io. Se non vi dice niente, lo comprendiamo: non è nota al grande pubblico e il nome non suggerisce nulla di ciò che fanno.
Qualche secondo sul loro sito web però basta a comprendere lo scopo della società: applicare l’intelligenza artificiale allo sport.
Troviamo nuovamente un tracker per gli sportivi, estremamente complesso ed accurato, ma anche un’app, aiScout, che potete scaricare gratuitamente già adesso e che permette ai calciatori di mostrare le proprie skill, essere analizzati ed essere poi scoperti e ingaggiati da qualsiasi squadra al mondo.
Ai.io ha poi un vero e proprio camion, l’aiLabs, che è equipaggiato per la scansione e l’analisi dei dati raccolti dagli atleti. Pensate che in un’ora può passare al setaccio una squadra composta da 24 giocatori.

Siamo abituati a pensare che il successo di uno sportivo sia basato sul duro lavoro, sugli allenamenti, sul talento e sulle capacità fisiche, ma nel 2024 anche la tecnologia ha un ruolo importante, che non può più essere ignorato.

Un’esperienza migliore anche per i fan

Per un fan i Giochi Olimpici devono essere un’esperienza unica, sia sul posto che da casa.
Insomma, che ricordo potreste mai avere se passate il vostro tempo in coda? Se non vedete mai ciò che vi interessa? Se non sapete dove andare?
Tutti problemi che l’intelligenza artificiale può risolvere.

“C’è un’azienda, chiamata WayTime, che offre uno strumento che analizza la lunghezza delle code in qualsiasi punto dello stadio”, spiega Jean-Laurent Philippe, CTO EMEA di Intel, a fianco di Monica Livingston sul Demo Stage del WAICF.
Per fare cosa? Per aiutare gli organizzatori, con annunci o tramite l’app, a segnalare agli spettatori dove c’è meno coda per entrare allo stadio, quale baracchino è meno intasato per prendere da bere o da mangiare, in quale bagno sarebbe meglio andassero per non attendere. Allo stesso tempo possono sapere qual è il tempo di attesa specifico per quella coda.
Sì ok, ma la privacy? Naturalmente è sempre al primo posto, con le telecamere necessarie a queste analisi che vengono posizionate in maniera zenitale così da non riprendere mai il volto delle persone presenti.
Tutto questo funziona con tecnologie Intel come Gaudì e Xeon, specifica Philippe.

intel gestione code

Gli spettatori però possono beneficiare dell’intelligenza artificiale anche sul fronte dell’intrattenimento, con il 3D Tracker che potrebbe essere sfruttato per comparare le prestazioni delle persone presenti con quelle degli atleti per creare giochi divertenti e magari aiutarli a capire cosa significa arrivare a quel livello di eccellenza sportiva.

Anche le cerimonie di apertura e chiusura possono trasformarsi in un’esperienza mozzafiato con l’AI. Insomma, ce lo ricordiamo tutti lo spettacolo con i droni di Pechino, no?

Per chi invece rimane a casa ci sono i media e sì, anche loro possono beneficiare dell’intelligenza artificiale.

L’AI per i media

Pensate a tutte quelle volte in cui avete visto le Olimpiadi.
C’è sicuramente uno sport che vi piace più degli altri. Io, ad esempio, adoro il nuoto e i tuffi. Vi sfido però a tenere traccia di tutte le gare per sintonizzarvi nel momento giusto sul canale giusto. È difficilissimo.
Quindi, che si fa?
I grandi broadcaster – a.k.a. le TV – possono dare in pasto il segnale audio/video all’AI che è in grado di estrarre informazioni da ciò che vede e catturare gli highlights di ogni evento, highlights che possono essere poi resi disponibili per gli spettatori.
Questo – sottolinea Philippe – avviene in tempo reale”.
Niente attese quindi ma solo un grande lavoro di personalizzazione dell’esperienza per i fan.

Intel olimpiadi broadcast

La tecnologia consente anche la creazione di quello che viene chiamato digital twin, ossia un gemello digitale delle varie location in cui si svolgono le Olimpiadi. Questo aiuta i media a capire dove posizionarsi, come tirare i cavi per le telecamere, dove è bene che si trovi il giornalista e così via. Senza andare prima sul posto.

Tra l’altro il digital twin può tornare utile anche al pubblico, ad esempio creando un modello che può essere sfruttato per un’applicazione che consenta ai non vedenti di muoversi all’interno dei vari spazi usando solo una guida vocale.

Intelligenza artificiale alle Olimpiadi: un’esercizio di squadra

Le Olimpiadi 2024 stanno arrivando, ed è evidente che non saranno come quelle del 1896.
Non solo per numeri, non solo per la città che le ospita, non solo perché si sono evoluti i tempi e le discipline ma anche perché oggi abbiamo uno strumento in più, che è l’intelligenza artificiale.

È evidente però che tutto questo non vale solo per i Giochi Olimpici di Parigi. Usavamo l’IA a Pechino e a Tokyo, la useremo a Los Angeles e la sfrutteremo sempre di più per una marea di altri eventi di questa portata. Ma non solo. Tutte le tecnologie che abbiamo scoperto durante lo speech di Intel al WAICF possono in realtà essere applicati a situazioni molto più comuni: la coda al supermercato, gli highlights delle partite di calcio della domenica, la creazione di duplicati virtuali per i non vedenti… Le potenzialità sono immense ma chiaramente una società non può fare tutto da sola. Per citare Monica Livingston, “l’AI è un gioco di squadra, come lo sport”.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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