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La recensione di S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored – Paura eh?

Buio, entità terrificanti pronte ad apparire dal nulla e un fitto mistero. Abbiamo provato S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored su Xbox e ne siamo usciti tutti interi (forse): ecco la recensione di questo terrificante horror game.

S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored – Esploriamo un terrificante istituto di ricerca dopo il disastro nucleare

Proprio come come le peggiori agenzie di viaggio, oggi vi offriamo un tour in un luogo perfetto per le vostre vacanze di inizio anno. Vi portiamo infatti a Chernobyl verso la fine degli anni 80, subito dopo il disastro nucleare che ha tragicamente reso celebre la cittadina ucraina di Prypjat’. Ma tranquilli, non andremo nel sito dov’è avvenuta la tragedia, non siamo mica così macabri. Il nostro tour invece mira ad esplorare un terrificante e misterioso centro di ricerca sulle conseguenze delle radiazioni: lo S.W.A.N. Institute

Con queste premesse possiamo cominciare la nostra recensione di S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored, videogame sviluppato dalla software house indipendente Volframe e pubblicato da Art Games Studio. Il gioco è essenzialmente un horror in prima persona, che però ben mescola puzzle game a elementi FPS, e si apre con una dedica:

“Dedicato a tutti coloro le cui vite sono cambiate dopo i fatti avvenuti a Chernobyl nell’aprile del 1986”

Poi siamo pronti: ci ritroviamo catapultati nell’istituto di ricerca S.W.A.N. (chiamato così perchè indaga su una misteriosa malattia chiamata Syndrome Without A Name). E siccome il gioco è in prima persona, ve lo narrerò in prima persona.

Una scritta mi intima di spegnere la torcia: devo proprio?

Sono solo: è buio ed ho già paura. Le luci a intermittenza e un sonoro super-tensivo non fanno che alimentare la mia convinzione che qualcosa di mostruoso e deforme apparirà da un momento all’altro. Per fortuna trovo una torcia. Anzi per sfortuna. Già perchè se brancolo nel buio e ci sono i mostri chissene, non li vedo. Invece la torcia mi costringe a fare luce, e ad ogni movimento potrebbe arrivare l’inevitabile jumpscare. Che infatti puntualmente arriva. Come se non bastasse mi ritrovo di fronte a incoraggianti scritte di sangue sulle mura degli infiniti corridoi dell’edificio. Queste prima mi avvisano che “Qui è pericoloso” e poi mi incoraggiano a proseguire: tanto pericoli non ce ne sono. 

I puzzle da risolvere sono in realtà molto semplici, però il tutto è in inglese, quindi la mia sopravvivenza dipende anche dalla mia conoscenza della lingua anglofona, che per fortuna it’s not that bad. Ad un certo punto mi ritrovo in una stanza buia piena di sangue: appena entro la porta alle mie spalle si chiude da sola e quando la riapro la trovo murata. Allora mi volto, faccio luce nell’oscurità e mi accorgo che è apparsa una scritta sul muro che, con una totale mancanza di empatia e pietà nei miei confronti – mi intima: “Spegni la torcia”. Sono fregato.

Nel proseguire svelo i tanti misteri dell’istituto, i segreti che si celano dietro la malattia e le vere finalità del progetto S.W.A.N. Mi sembra tutto estremamente complesso, forse troppo, ma neanche il tempo di elaborare questo pensiero che ci mi ritrovo davanti a una creatura inquietante che mi scaglia addosso una pila di lettini da ospedale. Ma che vi ho fatto di male? Io volevo solo fare amicizia.

Poi mi accorgo, nel fare ciao con la manina all’ennesima mostruosità disumana che incontro nei corridoi, che molti degli elementi jumpscare piazzati lì per farmi saltare dalla sedia sono in realtà innocui. Si lasciano avvicinare senza problemi. Io però la distanza la mantengo, non si sa mai, quantomeno per distanziamento sociale da covid. Attraverso diversi capitoli del gioco, tra umani morti, scritte terrificanti e misteri sempre più fitti. Alla fine – dopo poco più di 4/5 ore – ne esco vivo. Vivo ma destabilizzato.

La recensione di S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored – Ansia tanta, ma anche molto da rivedere

In sostanza il gioco adempie al suo dovere, ammesso che il suo dovere sia quello di far stare il giocatore in un costante stato di ansia. Gli jumpscare sono infatti efficaci, piazzati nei punti giusti, ma il fatto che le terrificanti creature siano per lo più innocue tende a rovinare l’immersività del gameplay. I puzzle da risolvere sono semplici, e sembrano più una scusa per portare il giocatore ad esplorare il labirintico istituto che una vera e propria sfida mentale. A tratti il gioco ci porterà ad attraversare portali dimensionali, che saranno le uniche location alternative all’istituto. In alcuni momenti ci verranno proposte sfide in cui dovremo sparare ad entità misteriose, elementi che – voluti o meno – mi sono apparsi come palesi riferimenti a DOOM

Le ambientazioni sono ben curate, con luci a intermittenza e zone buie che, insieme ad un sonoro molto tensivo, ben contribuiscono a creare uno status di ansia generale. Ma ci sono anche tantissime criticità. Il gioco – che ho provato in anteprima su Xbox One – tende a manifestare importanti cali in termini di FPS, soprattutto durante gli spostamenti da zone di luce a zone d’ombra. La recitazione è decisamente da rivedere e poco credibile, con attori che parlano inglese con un marcato accento russo, senza interpretazione alcuna. Una scelta migliore sarebbe stata, forse, registrare le voci in russo e aggiungere i sottotitoli in inglese. Infine da rivedere anche la storia (che dura poco più di 4 ore). Essa diventa via via sempre più complessa fino a diventare decisamente troppo. Ghirigori inutili, per un titolo che avrebbe beneficiato di una narrazione più semplice e lineare.

S.W.A.N.: Chernobyl Unexplored uscirà ufficialmente per Xbox One e Xbox Series X|S il 26 gennaio 2022, al prezzo di 13,49€. Il titolo è già disponibile per il pre-order sullo store di Microsoft ed è anche scontato di circa 1€. Inoltre è già disponibile per PC (su Steam) e Nintendo Switch.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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