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Boom di vendite per Lego nel primo semestre 2021

Utile più che raddoppiato. E per il Financial Times i mattoncini sono “i vincitori della pandemia”

Ci sono giochi la cui concezione è davvero elementare ma, grazie al fatto di non essere mai minimamente mutati nel corso di decenni, sono destinati a una fama forse eterna. Il calciobalilla, il gioco dell’oca, il cubo di Rubik…

Semplificando ancora, si arriva ai mitici mattoncini colorati inventati nel 1932 in Danimarca da Ole Kirk Christiansen. Sì, proprio i Lego, che nel primo semestre del 2021 hanno fatto registrare vendite record. E sono stati trionfalmente eletti da un articolo del Financial Times a “vincitori della pandemia”.

I Lego, in queste ultime settimane, sono balzati agli onori delle cronache anche per altri motivi. Si spiega forse così il segreto del loro successo planetario e pressoché stabile da ormai quasi un secolo: si tratta di un gioco di una semplicità assoluta, ma che attraverso una serie di astute mosse commerciali ha sempre saputo essere al passo con i tempi.

Scopriamo i dati delle vendite dei Lego nella prima metà dell’anno in corso, e vediamo poi come l’azienda danese abbia saputo anche di recente attrarre su di sé l’attenzione.

Lego: vendite record nel primo semestre 2021

I numeri sono semplici e incontestabili, proprio come i mattoncini colorati.

La società Lego, nei primi sei mesi del 2021, ha fatto segnare un sorprendente +140% del proprio utile netto, superando i 6,3 miliardi di corone danesi. La cifra è equivalente a circa 847 milioni di euro. Un eccellente +46% anche per il fatturato, arrivato a 23 miliardi di corone, pari a circa 3 miliardi di euro.

In questo semestre Lego ha aperto 60 nuovi negozi, di cui 40 in Cina, portando il numero totale di esercizi nel mondo a 737. Stellare anche l’andamento dell’e-commerce, grazie a un aumento del 50% delle vendite online.

Il Ceo Niels B. Christiansen ha indicato uno dei motivi della straordinaria performance: “L’allentamento delle restrizioni Covid rispetto al 2020, con le fabbriche che hanno operato senza interruzioni, e la maggior parte dei negozi al dettaglio che hanno riaperto”.

Tra gli articoli più richiesti, i kit Lego City, Star Wars, Harry Potter, Lego Creator Expert e Lego Technic.

Lego

I vincitori della pandemia

In un articolo del 28 settembre, il Financial Times analizza nel dettaglio i motivi del clamoroso successo di vendite di Lego, ribattezzati i “vincitori della pandemia”.

Si sottolinea come, se i ricavi sono stati il 50% più alti del numero due del settore, Transformers e My Little Pony di Hasbro, l’utile netto è stato ben dieci volte maggiore.

Grandi meriti vengono attribuiti a Christiansen, subentrato dopo un piccolo rallentamento nella crescita aziendale nel 2017, e soprattutto dopo la crisi del 2003.

L’attuale Ceo ha investito in idee coraggiose e innovative: dalla produzione di set Lego al confine tra gioco fisico e digitale, all’apertura di centinaia di negozi a marchio proprio, proprio durante la pandemia.

Christiansen, per esempio, ha di recente inaugurato un flagship store a New York dove i clienti possono non solo acquistare set Lego come Super Mario, City o Harry Potter, ma anche vivere esperienze interattive.

La svolta ecologica

Un altro motivo delle vendite record di Lego è da ricercare nell’attenzione all’aspetto ecologico.

Lo scorso giugno Niels B. Christiansen ha annunciato che nei prossimi 18 o 24 mesi avrebbe realizzato i suoi mattoncini da bottiglie di bevande riciclate. La mossa è anche una risposta indiretta a un’impietosa e recente indagine della rivista Enviromental Pollution, secondo cui un mattoncino Lego impiegherebbe 100 anni a degradarsi nell’ambiente, e addirittura 1.300 anni se finisce sul fondo del mare.

Il Ceo ha ringraziato la famiglia fondatrice, proprietaria dell’azienda, per aver voluto “investire nella crescita a lungo termine”. E alla domanda se dopo anni di successi prevede uno stop futuro, ha dato una risposta affabile: “È una domanda giusta. Sono sempre paranoico, sono sempre preoccupato: è la mia natura. Ma sono confortato dal fatto che stiamo spingendo cose che funzionano. Non l’abbiamo fatto per ottenere un buon semestre. Lo abbiamo fatto per intraprendere un viaggio sostenibile. Potrebbero esserci semestri nel futuro in cui potremmo essere giù? Credo di sì”.

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La strategia di Lego

Il binomio vincente di Lego, dicevamo, è quello di una totale fissità del gioco (i mattoncini erano, sono e saranno tali) a cui viene contrapposto un estremo dinamismo, fatto di intuizioni e collaborazioni sempre all’avanguardia.

Non solo perché le sue miniature spesso omaggiano personaggi o trasmissioni di culto, ma anche per l’attenzione ad aspetti sociali, ambientali e professionali.

Per esempio, è recentissima la notizia secondo cui la Lego Foundation donerà 126 milioni di euro a sostegno delle famiglie colpite dalla pandemia di Covid 19 e dai suoi effetti secondari (economici, educativi e psicologici).

Inoltre Lego, assieme a Volvo, ha appena lanciato una sfida a 4 squadre di 35 giovanissimi studenti. I ragazzi, provenienti da Stati Uniti, Svezia, Giappone e Nigeria hanno avuto tre mesi di tempo per capire come spostare una Volvo A60 Articulated Hauler del peso di 43 tonnellate. In che modo? Utilizzando solo elementi di LEGO Technic.

La strategia è dunque chiara: i mattoncini sono la sola cosa che non cambia mai. Per il resto, l’azienda Lego è un continuo fermento di idee.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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