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Meta e i messaggi di odio contro la Russia: Zuckerberg fa un passo indietro

Settimana scorsa Meta ha preso una decisione che probabilmente rimarrà negli annali: sì ai messaggi d’odio contro gli invasori russi. E sì anche ai post che invocano la morte del Presidente russo Putin o del Presidente bielorusso Lukashenko.
Una decisione forse dettata dalle giuste intenzioni – quella di dare voce al popolo ucraino – ma che risulta comunque difficile da giustificare. La violenza è sempre sbagliata, anche quella verbale.
Le conseguenze poi non sono tardate ad arrivare: la Russia ha chiesto agli Stati Uniti di porre un freno alle attività estremiste della società americana che, con il suo operatore, sta incitando all’odio razziale.

Oggi Meta fa un passo indietro. Stando a quanto riportato da Reuters, Nick Clegg, President Global Affairs di Meta, ha dichiarato che l’azienda “non permette l’istigazione all’assassino di un capo di stato, quindi, per rimuovere l’ambiguità lasciata da quanto dichiarato precedentemente, la società ha esplicitato all’interno delle proprie linee guida che invocare l’assassino dei capi di stato è vietato su tutte le piattaforme dell’azienda”.

Sono decisioni difficili – spiega Clegg – La situazione in Ucraina si evolve rapidamente. Stiamo cercando di considerare tutte le possibili conseguenze e rivediamo costantemente le nostre linee guida proprio perché il contesto continua a cambiare.”

Rimangono tuttavia accettati tutti i messaggi contro la Russia, tenendo comunque presente che “Meta è contro la russofopia. Sulle nostre piattaforme tolleriamo coloro che invocano il genocidio, la pulizia etnica o qualsiasi tipo di discriminazione, aggressione o violenza verso i russi.”

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Source
Reuters

Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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