A poca distanza dal conferimento dei semiseri IG Nobel, si inizia con i Nobel “veri”.
Il premio Nobel 2022 per la Medicina è stato assegnato a Svante Pääbo, inaugurando così la settimane in cui vengono elargite le ambite e preziose onorificenze.
La motivazione del riconoscimento al biologo svedese? “Per le sue scoperte sul genoma degli ominidi estinti e sull’evoluzione umana.”
In sostanza, il Nobel per la Medicina premia Svante Pääbo per aver ideato una nuova disciplina, la paleogenomica, ovvero lo studio e la ricostruzione del genoma di specie estinte.
Scopriamo qualcosa di più su Svante Pääbo e sulla recentissima vittoria del Premio Nobel per la Medicina.
Nobel Medicina 2022: Chi è Svante Pääbo
Nella giornata di lunedì 3 ottobre, l’Accademia di Svezia ha iniziato il conferimento dei premi Nobel dalla Medicina, e più precisamente dal biologo Svante Pääbo.
Si proseguirà martedì 4 con la fisica e mercoledì 5 con la chimica. Poi giovedì 6 ottobre sarà la volta della letteratura e venerdì 7 del premio Nobel per la pace. Chiuderà lunedì 10 ottobre il Nobel per l’economia.
A proposito di precisione, la categoria completa del riconoscimento appena assegnato è fisiologia e medicina, e il premio viene deciso dall’Assemblea Nobel formata da membri dell’Istituto Karolinska, Università medica a pochi chilometri da Stoccolma.
Nato proprio a Stoccolma nel 1955, Pääbo è figlio d’arte. Suo padre, il biochimico Sune Karl Bergström, ha vinto a sua volta il premio Nobel per la medicina nel 1982 insieme ai colleghi Bengt Samuelsson e John Vane. Il Nobel è stato conferito loro per lo studio sulle prostaglandine.
Svante Pääbo porta il cognome della madre perché è nato da una relazione extraconiugale.
Gli studi sui geni dei Neanderthal
Il neo premio Nobel per la Medicina, Svante Pääbo, dal 1997 dirige il dipartimento di genetica del Max Planck Institute di Lipsia.
Interessato alla biologia molecolare, Pääbo ha esaminato il primo DNA di mummie egizie, e già nel 2006 ha annunciato il progetto di ricostruire l’intero patrimonio genetico dell’uomo di Neanderthal.
L’anno successivo Time lo ha incluso tra le 100 persone più influenti al mondo.
Una sequenza di genoma è stata pubblicata nel 2010 da Svante Pääbo e dai suoi collaboratori su Science. I quali hanno anche individuato un ominide in precedenza sconosciuto, l’Uomo di Denisova.
Pääbo è docente all’Istituto di Scienza e Tecnologia di Okinawa, e membro dell’Organizzazione Europea di Biologia Molecolare (Embo). Fa parte della Royal Society, dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, dell’Accademie delle Scienze francese, di quella Leopoldina e dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
La motivazione del premio
Dicevamo che il Nobel per la Medicina va a Svante Pääbo “per le sue sul genoma degli ominidi estinti e sull’evoluzione umana”.
Ed è una scoperta non certo fine a se stessa, bensì che istituisce un ponte col presente. Leggiamo infatti nella motivazione del premio: “Rivelando le differenze genetiche che distinguono tutti gli esseri umani viventi dagli ominidi estinti, le sue scoperte hanno fornito la base per esplorare ciò che rende noi esseri umani così unici”.
Pääbo, insomma, ha ricostruito il genoma dei Neanderthal, nostro lontanissimo parente. Ma ecco l’aspetto più affascinante dei suoi studi: l’aver scoperto che alcuni geni si sono trasferiti dall’uomo di Neanderthal alla nostra specie, Homo sapiens. Trasferimento ancora oggi evidente, ad esempio, nel funzionamento del nostro sistema immunitario.
Questo passaggio è stato possibile grazie alle migrazioni dall’Africa avvenute all’incirca 70.000 anni fa.
L’inventore della paleogenomica
Si attribuisce a Svante Pääbo l’invenzione della paleogenomica, o paleogenetica.
L’esame del materiale genetico di antichi organismi ci permette di capire meglio l’evoluzione umana, sotto diversi punti di vista (l’ambito alimentare e la diffusione delle malattie, per prendere solo due esempi). Oltre alla relazione, come abbiamo visto, tra la nostra specie e quelle che ci hanno preceduto.
- Pääbo, Svante (Autore)
Il commento dell’Accademia dei Lincei
Presidente e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli e Giorgio Parisi, commentano con entusiasmo il conferimento del premio Nobel per la Medicina a Svante Pääbo.
Antonelli e Parisi (quest’ultimo Nobel per la Fisica nel 2021) hanno detto: “Un premio Nobel meritatissimo a un grande scienziato che abbiamo l’onore di avere come socio straniero dell’Accademia dei Lincei.
La ricostruzione dei genomi antichi è stata un’avventura affascinante, che ci ha permesso di ricostruire la storia dell’umanità e dei rapporti con in nostri fratelli estinti, i Neandertaliani e i Denisovani.
Pääbo ha inaugurato un approccio genetico alla paleoantropologia, estraendo e analizzando il Dna dai resti fossili. Superando incredibili difficoltà tecniche, ha coordinato una serie di studi che consentono di comprendere oggi l’evoluzione umana in modo molto più completo, producendo una vera e propria rivoluzione in questo campo.”
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