Dall’inizio di marzo Nokia ha annunciato lo stop alle vendite in Russia, ma sembra abbia lasciato dietro di sé una rete di apparecchiature e software per la sorveglianza. E secondo il New York Times avrebbe avuto un ruolo essenziale nel cyberspionaggio del Cremlino. Anche se l’azienda smentisce ogni coinvolgimento diretto.
AGGIORNAMENTO: Abbiamo aggiunto la nota stampa condivisa da Nokia in fondo all’articolo.
Nokia lascia la Russia ma la sorveglianza resta
Secondo quanto riporta il New York Times, quando Nokia bloccò le vendite in Russia non menzionò un aspetto importante. E cioè che “si stava lasciando alle spalle: apparecchiature e software che collegano il più potente strumento di sorveglianza digitale del governo alla più grande rete di telecomunicazioni della nazione“.
Il riferimento è al SORM (Sistema di accertamento investigativo). Una rete del Cremlino capace di tracciare pagamenti bancari ma anche intercettare le comunicazioni, dai fax alle email fino alle chiamate. Nato nel 1995, negli anni il servizio segreto FSB lo ha ammodernato, arrivando a controllare anche social e navigazione online. Lo usano anche la polizia presidenziale SBP e quella federale FSO, che di recente hanno colpito l’oppositore di Putin Aleksei Navalny.
Secondo il Times, Nokia avrebbe fornito apparecchiature e servizi per collegare SORM al gigante della telecomunicazione russo, MTS. E secondo il Time ha aiutato a “pianificare, ottimizzare e risolvere i problemi di connessione del sistema Sorm alla rete MTS”, consapevole di star “abilitando il sistema di sorveglianza russo”.
Durante l’analisi di oltre 2TB di email, contratti e licenze, il Times ha concluso che Nokia era ‘essenziale’ per l’operazione. E in cambio ha “ottenuto centinaia di milioni di dollari“.
Aggiornamento: la risposta di Nokia
Nokia ha risposto a quanto pubblicato dal New York Times con una nota stampa, in cui mette in chiaro che “Nokia non produce, installa o supporta apparecchiature o sistemi SORM. Qualsiasi allusione a riguardo, non è corretta“.
Inoltre ha spiegato di essere “uno dei numerosi fornitori di infrastrutture di rete che hanno fornito il mercato russo. L’articolo sostiene che le reti Nokia hanno un ruolo attivo nell’abilitare le apparecchiature SORM. Questo non è corretto. Come qualsiasi altro fornitore di infrastrutture di rete, Nokia è tenuta a garantire che i prodotti di rete venduti abbiano la capacità passiva di interfacciarsi con le apparecchiature legali di intercettazione delle forze dell’ordine. Ciò è regolato da standard riconosciuti a livello internazionale, così come dalle normative locali.“
Infine, Nokia fa sapere che “Nonostante le numerose richieste da parte di Nokia, non sono stati forniti i documenti su cui il New York Times ha presumibilmente basato il suo articolo“. Tuttavia il NYT ha confermato a Nokia che i documenti sono gli stessi pubblicati da un articolo di TechCrunch nel 2019. E come all’epoca, non mostrano un collegamento diretto con le apparecchiature del SORM.
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