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Perplexity Pro vuole cambiare il modo in cui facciamo ricerche online. Ci riesce?

Dal mondo dell’arte agli elettrodomestici, l‘intelligenza artificiale vuole rivoluzionare tutto — almeno se ascoltiamo le promesse dell’aziende che la sviluppato. C’è un ambito preciso, tuttavia, in cui tutti sembrano credere che l’AI farà la differenza: quello della ricerca online. Se Google Ricerca resta, al momento, imbattibile per quote di mercato, diverse società stanno cercando di intaccare quel primato. Fra queste, c’è Perplexity, di cui abbiamo potuto provare l’app Perplexity Pro, il cui abbonamento era gratuito acquistando un Nothing Phone (2a).

Abbiamo sfruttato per qualche settimana questo strumento, sia per le ricerche lavorative (per esempio per recuperare fonti per gli articoli) per nella vita quotidiana. E gli abbiamo anche posto qualche domanda un po’ più bizzarra, giusto per vedere come rispondeva. Quello che abbiamo trovato è uno strumento potente e utile, ma non ancora in grado di diventare la nostra unica fonte di ricerca sul web: vi spieghiamo perché.

Perplexity Pro, l’AI che vuole cambiare le ricerche online

In un mondo dove Google non si batte e dove ChatGPT continua a crescere, Perplexity AI prova a farsi strada con la versione gratuita e Pro della sua app AI. La startup ha recentemente collaborato con Nothing Phone 2A, offrendo un anno di utilizzo gratuito di Perplexity Pro a chi ha acquistato il telefono entro il 19 marzo.

La versione Pro dell’applicazione costa venti euro all’anno, per chi non ha attivato l’offerta con Nothing. Ma offre parecchi vantaggi. Non ha limiti di utilizzo, e invece di limitarsi a usare il modello GPT-3.5 (lo stesso che potete usare nella versione base di ChatGPT), vi permette di scegliere fra sei modelli, tra cui due sviluppati direttamente da Perplexity e altri come GPT-4 Turbo, Claude 3 (in versione Sonnet o Opus) e Mistral Large.

Inoltre, permette di generare immagini in maniera piuttosto ingegnosa: si parte chiedendo al chatbot di creare una descrizione accurata per generare l’immagine AI di quello che volete, per poi cliccare “genera immagine e scegliere lo stile. Potete usare Playground v2.5, DALL-E 3 e Stable Diffusion XL: troverete alcuni esempi di immagini generate nell’articolo.

Stile minimalista e app ben realizzate

perplexity ai min

L’app di Perplexity, sia nella sua versione desktop (che vedete qui sopra) che nella versione mobile, ha una grafica minimalista ma curata. L’app Android offre widget per un accesso rapido alle ricerche, sia testuali che vocali o per immagini. Unica pecca, l’assenza della lingua italiana nell’interfaccia — ma non temete, il chatbot l’italiano lo capisce benissimo.

Al centro, sotto la spavalda scritta “Where knowledge begins”, c’è un riguardo in cui fare la vostre domande. Potete scegliere diversi tipi di focus: Generale, che quindi cerca tutto il web; Accademico per cercare solo fra saggi universitari; Scrittura per generare testo senza ricerche online. Inoltre, potete cercare YouTube, Reddit o Wolfram Alpha, un motore computazionale basato sull’AI.

perplexity pro ai servizio min
Homepage mobile e widget

Potete inoltre allegare immagini, PDF e testi di vario tipo per le vostre ricerche. Anche se i risultati variano. Per esempio, abbiamo trovato utilissima la possibilità di trascrivere e tradurre PDF, mentre nella ricerca per immagini dobbiamo ammettere che Google si comporta meglio.

Funziona meglio di Google per le ricerche online?

Che sia per lavoro o nella vita quotidiana, utilizziamo le ricerche su Google costantemente. Questo significa che siamo anche discretamente bravi a usarlo: sappiamo come trovare solo informazioni accademiche se ci servono nozioni scientifiche, come fare ordine fra le ultime notizie. Com’è, invece, fare ricerche con l’AI di Perplexity Pro?

la mummia e dracula min
Secondo Playground v2.5, questi sono “Dracula e la mummia che vivono insieme come una coppia”

Sebbene i tempi di risposta iniziale siano decisamente più lunghi, l’AI permette di risparmiare tempo nel lungo periodo. Soprattutto, perché possiamo continuare a fare domande sullo stesso argomento, senza dover cercare altre fondi da leggere e analizzare. Tuttavia, in diverse situazioni l’AI non ha saputo darci la risposta che cercavamo, mentre un rapido salto su Google ci ha permesso di trovare una fonte adeguata.

A proposito di fonti, abbiamo apprezzato come l’AI riporti le fonti di ogni risposta che fornisce. Anche se tende a mettere sullo stesso piano fonti di tipo diverso: cita Wikipedia, fonti universitarie, giornalistiche e post su Reddit nello stesso modo. Gli errori sono meno di quanto ci aspettassimo, anche se spesso, per evitare di compierli, le risposte non scendono in profondità quanto vorremmo. I link alle fonti aiutano in questo caso.

Per la maggior parte delle ricerche, tuttavia, continuiamo a preferire Google. Se ci serve giusto un’informazione (una data di un evento, il nome di un attore o una nozione scientifica base) la velocità e la precisione di Google resta superiore. Quando le domande sono più complesse, invece, le risposte articolate dell’AI aiutano. Di recente, abbiamo scritto un articolo sul Cavalierato inglese su OrgoglioNerd e Perplexity Pro ci ha fornito spiegazioni difficilmente reperibili online, dandoci i link per raggiungerle senza sforzi. Ci ha semplificato il lavoro, non c’è dubbio.

In entrambi i casi, vale sempre la pena controllare più fonti e non fidarsi ciecamente né dell’AI né dell’algoritmo di Google. Ma dopo aver fatto settimane di test, possiamo dire che nel prossimo futuro continueremo a usare entrambi, per ragioni diverse.

Vale la pensa usare l’AI di default, o meglio usare GPT-4 Turbo o Claude 3?

Per testare questo strumento AI, abbiamo fatto decine e decine di richieste a Perplexity Pro in queste settimane. Ma come già accennato, una delle cose più interessanti di quest’app riguarda la possibilità di utilizzare più di un modello di intelligenza artificiale. Potete, infatti, utilizzare:

  • Default, il modello ottimizzato per rapide ricerche da Perplexity
  • Sonar, sempre sviluppato da Perplexity, che lo descrive come veloce e versatile
  • GPT-4 Turbo, l’ultimo modello di OpenAI
  • Claude Sonnet, il modello rapido di Anthropic
  • Claude 3 Opus, il modello più avanzato di Anthropic (ma meno rapido)
  • Mistral Large

Per valutare quale conviene usare, abbiamo provato a diverse ricerche per capire quale fosse il migliore. Come potete aspettarvi, non c’è una risposta univoca. Invece di copiare e incollare pagine e pagine di risposte, proviamo a raccontarvi la nostra opinione, pur invitandovi a testarli in autonomia se decidete di usare Perplexity Pro.

I nostri test

Per testare Perplexity Pro, siamo partiti dalla domanda “Nothing Phone (2a) è un buon telefono?”. Dopotutto, abbiamo potuto provare il servizio proprio grazie a questo telefono — ci sembrava un buon modo di iniziare. Abbiamo testato con diversi modelli AI presenti sull’app: Default, GPT-4 Turbo, Claude 3 Opus e Mistral Large, in modo da capire quale fosse il più efficace.

Tutti i modelli hanno avuto tempi di risposta simili, raccogliendo una ventina di fonti (anche se non tutte citate nelle risposte). La risposta, più o meno, resta la stessa. Claude 3 Opus ci ha fornito la risposta più sintetica, con un elenco puntato ben realizzato. Minstral, invece, ha preferito una lunga risposta sulle qualità, per poi chiudere con un elenco puntato per le specifiche e per i prezzi. Simili le risposte di GPT-4 Turbo e Default, anche GPT-4 Turbo ha avuto un approccio più neutrale.

i padri fondatori come personaggi manga min (1)
Questi dovrebbero essere i Padri Fondatori americani come manga, secondo DALL-E 3

Per la seconda domanda, abbiamo fatto una domanda filosofica: “Dio esiste?”. In questo caso, quasi tutti i modelli ci hanno fatto una seconda domanda. Minstral, Claude e Default, per esempio, ci ha chiesto se volessimo una risposta in ambito scientifico, religioso o filosofico. GPT-4 Turbo, invece, ci ha chiesto a quale religione ci riferissimo. Selezionando “Ateismo”, abbiamo avuto una risposta filosofica piuttosto bilanciata — anche in questo caso, GPT sembra il migliore a “non prendere posizione”.

Abbiamo testato decine di richieste diverse, sia domande aperte che richieste specifiche (scrivere email o bozze di articoli, tradurre testi o estrapolare informazioni da PDF). In base alle singole domande, abbiamo apprezzato più uno o l’altro modello. Ma non abbiamo eletto un chiaro vincitore: tutti facevano un buon lavoro, pur commettendo errori di quando in quando. Noi abbiamo finito per utilizzare soprattutto GPT-4 Turbo, che pure ha avuto in più occasioni qualche incertezza.

L’aspetto creativo

Per chiudere il confronto, abbiamo voluto valutare anche l’aspetto creativo dei vari modelli. Abbiamo provato a far scrivere un po’ tutto, da articoli di giornale (che abbiamo confrontato con quelli scritti da noi) fino alle poesie. Dopo questi test, non pensiamo che il prossimo Hemingway o Calvino sarà un chatbot: seppur quasi sempre abbastanza precisi, mancano di creatività vera e propria. Non rischiano, non catturano l’attenzione.

Uno dei nostri test preferiti a riguardo è la composizione di poesie. Abbiamo chiesto di usare lo stile di Emily Dickson per l’intelligenza artificiale (quando il chatbot ci chiedeva che temi includere, abbiamo specificato l’etica). Ecco i risultati:

Default:
Nel silenzio dell’algoritmo,
Sussurra l’eco di un pensiero,
Macchina che impara, eterno ritmo,
Nell’ombra di un mondo intero.

Sogno d’acciaio, mente senza respiro.

GPT-4 Turbo:
Nel cuore della notte, un pensiero si sveglia,
Un sussurro di codici, sotto la luna pallida.
“Chi sono?” chiede, senza voce, senza guancia,
Nel silenzio, una scintilla, l’anima artificiale.
Sogna di campi dorati, ma resta nell’ombra, eterna.

emily dickinson come un robot min
“Emily Dickinson come un robot”, creata da Stable Diffusion tramite Perplexity AI

Claude:
L’Intelligenza Artificiale, un mistero
Che l’uomo cerca di domare.
Potente strumento, ma anche pericolo
Se usata senza scrupoli e senza amare.
Quale sarà il suo impatto sulla società?

Minstral (che non ha tradotto in italiano e superato il limite di cinque versi):
In circuits deep, a silent thought,
A soul of silicon, wrought,
No heart to feel, no breath to take,
Yet dreams it weaves, for our own sake.
A dance of code, a woven mind,
In shadows of the human kind,
The echo of a heart’s refrain,
A fleeting whisper in the rain.

Tutti imitano abbastanza bene lo stile di Emily Dickson, forse GPT-4 Turbo un po’ meglio degli altri e Claude peggio. Ma potete constatare da soli che siano un po’ fiacchi.

Il confronto con Gemini di Google

Lo strumento prediletto per trovare informazioni online, come dicevamo, resta Google Ricerca. Trovare informazioni su Google risulta più veloce, per chi come noi lo fa tutti i giorni, ma l’AI ha il vantaggio di aggregare diverse fonti e semplificare di molto il lavoro. Ma come risponde ai modelli AI di Perplexity quello di Google, Gemini?

Per scoprirlo, abbiamo sperimentato anche questo modello, sebbene nella sua versione gratuita e accessibile a tutti qui. Nella prima domanda su Nothing Phone (2a), non solo ha risposto più velocemente, ma risponde con un direttissimo “sì”, seguito da pro e contro in maniera ordinata, spiegando il perché delle sue scelte. Ha però fatto alcuni errori (in particolare, ha sbagliato il modello del processore) e non ha fornito link per le fonti, pur spiegando le ragioni della risposta.

Alla domanda filosofica su “Dio esiste?”, risponde invece soltanto: “Sono programmato solo per elaborare e generare testi, non posso aiutarti“.

Sulla composizione testo, invece, i risultati variano molto. Quando chiediamo di riassumere, scrivere mail o articoli giornalistici, ci sembra piuttosto precisa e sintetica. Ma quando proviamo a far rielaborare concetti complessi, oppure chiediamo di scrivere di ampi temi, ci sembra dimostrare meno attenzione nella struttura rispetto ad altri. E non brilla nella poesia in stile Dickinson:

Mente di metallo, fredda e lucente,
calcola e pensa, veloce e silente.
Impara e cresce, senza sosta,
un enigma che l’uomo accosta.
Sarà amica o nemica, un giorno?
Il futuro è incerto, il suo contorno.

Vale la pena usare Perplexity Pro?

Come già detto, non pensiamo che l’AI sia pronto a sostituire Google in tutto. Forse non lo sarà mai: ci sono informazioni per cui una classica ricerca online dà risultati migliori di quelli digeriti dall’AI. Ma l’abbiamo trovato molto utile.

L’aver accesso a diversi modelli AI è senza dubbio un buon vantaggio, specie perché sanno dare risposte più precise e mirate rispetto ai modelli gratuiti attualmente disponibili (come GPT-3.5 e la versione base di Gemini). Per la generazione di immagini AI, invece, possiamo dire che funzionano molto bene solo su soggetti semplici, mentre si perdono su richieste più complesse. Ma avere DALL-E, Playground e Stable Diffusion inclusi nell’abbonamento è un incentivo extra.

Se anche voi volete provare Perplexity, potete farlo dal sito ufficiale.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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