È stata tanto attesa, annunciata, rimandata. E preceduta da uno spot-tormentone che ha visto come protagonista l’ex calciatore Christian “Bobo” Vieri.
Ma adesso ci siamo, o quasi. Da giovedì primo febbraio sarà attiva Privacy Shield, forse più nota con la sua definizione meno scientifica: piattaforma anti pezzotto. Un sistema tutto italiano, insomma, per combattere lo streaming illegale delle partite di calcio delle serie maggiori.
Vediamo di cosa si tratta, e ripercorriamo l’iter che ha finalmente portato al via libera a Piracy Shield.
Piracy Shield
Cos’è e come funziona, anzitutto, Piracy Shield?
Si tratta di una piattaforma antipirateria che consente la gestione automatizzata delle segnalazioni di streaming illegale che provengono dai titolari dei diritti. Segnalazioni che dovranno essere corroborate da prove sull’illegalità di una determinata trasmissione. Dopo di che, gli Internet Service Provider (ISP) hanno 30 minuti dal momento della segnalazione per disattivare i siti illegali e impedire il traffico di rete verso gli indirizzi IP indicati.
La piattaforma Piracy Shield, che è stata donata dalla Lega Serie A all’AGCOM, prevede tuttavia un costo di 66.000 euro come previsto dalla legge antipirateria del 14 luglio 2023, per il suo funzionamento e la “manutenzione evolutiva”.
La sentenza che dà ragione ad AGCOM
Il Tar del Lazio, martedì 23 gennaio, ha respinto il ricorso di Assoprovider, che lamentava possibili svantaggi per gli ISP più piccoli all’attivazione di Piracy Shield, e che non voleva creare un’identificazione tra gli ISP e i “poliziotti della rete”. Il Tar ha dunque dato piena libertà di azione ad AGCOM per il blocco dei siti illegali entro 30 minuti.
Al vetriolo la dichiarazione dell’amministratore delegato della serie A, Luigi De Siervo, dopo la sentenza del Tar. De Siervo ha detto: “Abbiamo sventato anche l’ultimo tentativo dei soliti furbetti di bloccare l’entrata in azione della piattaforma anti pirateria. Ci aspettiamo che finalmente, dopo mesi di attesa, entri in funzione da febbraio il sistema machine to machine che permetterà di interrompere in breve tempo i siti pirata segnalati dai titolari di diritti.”
Via dunque alla piattaforma Piracy Shield, gestita da AGCOM con il supporto dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
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La fase di test
La piattaforma anti pezzotto era stata inizialmente annunciata per dicembre. La partita inaugurale sarebbe dovuta essere un anticipo, Juventus-Napoli dell’8 dicembre scorso.
Tuttavia, da allora si è entrati solo nella fase di test, in attesa della piena attuazione entro la fine di gennaio. Questo recitava anche il titolo di una nota della stessa AGCOM, datata proprio 8 dicembre: “Al via la piattaforma per il blocco dei siti che diffondono illecitamente eventi sportivi live. Entro il 31 gennaio la piena operatività.”
Con un minimo ritardo, ci siamo. Il primo febbraio parte Piracy Shield, che – come scrivono i colleghi di Wired – attualmente è tarata per gestire circa 750 segnalazioni ogni 30 minuti.
La legge (e le multe)
Curiosamente, la legge 93 del 14 luglio 2023 contro la pirateria online (non solo legata al calcio) ha avuto diversi emendamenti inclusi nel cosiddetto decreto Caivano, contenente “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 novembre.
E i trasgressori della legge anti pezzotto? Gli utenti dello streaming illegale rischiano adesso multe sino a 5.000 euro, e chi trasmette illegalmente contenuti può essere punito da 6 mesi a 3 anni di detenzione, oltre a una sanzione sino a 15.000 euro.
Piracy Shield e lo streaming illegale: i commenti
La piattaforma Piracy Shield ha il compito di arrestare un fenomeno, quello dello streaming illegale, che secondo il Ceo di DAZN Stefano Azzi costa al calcio italiano circa 350 milioni di euro all’anno.
Azzi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha aggiunto che “la ricerca condotta da Fapav/Ipsos testimonia che il pubblico di consumatori che fruisce illegalmente dello sport, nel nostro Paese, è per lo più concentrato tra coloro che hanno un livello di istruzione più elevato e tra gli occupati. Questo ci dice che la pirateria è un fatto socialmente accettato”.
E Luigi De Siervo ha detto: “L’infinita battaglia tra guardie e ladri è arrivata a uno snodo cruciale, perché finalmente si riuscirà a interrompere concretamente il flusso di segnali.
È importante evidenziare che il blocco, da eseguirsi entro 30 minuti dalla segnalazione, sarà applicato a tutti i soggetti che forniscono accesso alla rete, dunque non solo a tutti gli Isp tradizionali.”
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