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Il prezzo del PlayStation VR 2 solleva molte domande. Cerchiamo di capire perché

Il PSVR 2 è il VR della discordia? Secondo noi no

È stato da poco annunciato il prezzo di lancio del PlayStation VR 2; il nuovo dispositivo di casa Sony per il gaming in realtà virtuale. Subito, la community degli appassionati ha alzato il sopracciglio per la cifra, che sapete sicuramente già tutti: 599 euro per il set base e 649 in bundle con Horizon Call of the Mountain.

Come molti hanno già commentano, 599 euro sono più del prezzo di una Playstation 5. In più, sarà compatibile solo con la PS5; che, a due anni dal lancio e a onor del vero, è ancora molto difficile da trovare, quasi come il biglietto d’oro di Willy Wonka.

In redazione ci siamo seduti attorno a un tavolo e abbiamo cercato di capire da cosa può essere dipeso questo prezzo. Abbiamo quindi fatto una serie di ipotesi, che ci va di condividere con voi. Attenzione però, quelle che seguono sono ipotesi e non un’analisi di mercato. Rifletteteci sopra, ma non prendetele troppo seriamente.

I tempi di progettazione

Spesso ci si dimentica che un gadget elettronico che compreremo il mese prossimo è stato progettato come minimo cinque anni fa. Il PlayStation VR 2 è pieno di tecnologia innovativa, basti solo pensare al tracking delle pupille attraverso le lenti. Riuscire a procurarsi tecnologia all’avanguardia cinque anni prima di chiunque altro non è solo costoso, ma spesso anche una specie di scommessa.

Immaginatevi la scena: nel 2017 (data di pura invenzione) Sony inizia a pensare al PlayStation VR 2. Per cui, va da un’azienda che fabbrica display oculari e dice: “quale sarà il tuo prodotto di punta tra cinque anni? Me ne servono 10 milioni di pezzi. Che prezzo mi fai? Quanto costa far si che io sarò l’unico a comprarli?”.

Da quel momento, però, può capitare veramente di tutto: la tecnologia potrebbe non diventare realtà, il produttore potrebbe fallire o altri concorrenti potrebbero offrirgli più soldi. Oppure, ci potrebbero essere una pandemia e una guerra che si mettono di traverso. La prima potrebbe bloccare la produzione e la seconda rendere inaccessibili i territori da cui arrivano le materie prime.

Tutto questo impedirà a Sony di avere 10 milioni di display oculari? Probabilmente no, ma deve essere disposta a pagarli di più. Anche perché senza display oculare non si fa il PlayStation VR e senza PlayStation VR si inceppa una meccanismo su cui Sony ha investito miliardi di dollari. E le multinazionali, non importa il loro nome e dove siano state fondate, non buttano mai via i miliardi.

La crisi del silicio

Sul nostro pianeta c’è un sacco di sabbia. La sabbia è fatta di silicio e con il silicio si fanno i componenti elettronici. Solo che per trasformare il silicio in componenti elettronici serve il gas di neon. Ora, domanda di geografia: dove viene prodotto metà del gas neon di questo pianeta? Forse qualcuno di voi ha già indovinato: in Ucraina. L’Ucraina, purtroppo, sta attraversando un momento molto difficile della sua storia; ha tutto il nostro supporto e, onestamente, ci pare anche giusto che la fabbricazione di gas neon non sia una priorità per Volodymyr Zelensky.

I mercati, purtroppo, hanno il brutto vizio di funzionare con il meccanismo dell’asta. Se il bisogno di neon non diminuisce ma ce n’è la metà a disposizione, chi lo vuole offrirà di più perché ne ha bisogno. E chi fa i componenti per Sony ne ha molto bisogno. Alla fine, il prezzo del neon si alza. Quindi costerà di più fare i componenti e aumenterà il prezzo del prodotto finito: il PlayStation VR.

A pensarci bene, la mancanza di componentistica si vede anche in tanti altri settori. Se avete provato a ordinare un’automobile recentemente ve ne siete già resi conto molto bene.

Attenzione poi. Se anche dovesse tornare la pace domani (cosa che tutti ci auguriamo), gli effetti non saranno immediati. Impiegheremo un bel po’ a tornare agli standard di qualche anno fa. A meno che, nel frattempo, qualcuno non inventi un modo per fare i componenti elettronici usando qualcosa di diverso dal neon.

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Il metaverso influenza il mercato

Ricordiamoci poi che c’è anche il fenomeno del metaverso, di cui ultimamente tutti stiamo parlando. Per valutare se il metaverso decollerà o meno ci vorrebbe una palla di cristallo. Ma, nel caso in cui l’anno prossimo saremo tutti a giocare in un metaverso stile “Ready Player One”, Sony non può permettersi di rimanere esclusa da quel mercato.

Tutti sono pronti, chi più e chi meno; Meta (Facebook) dice di avere già un visore pronto. Sony, che ha già un prodotto funzionante e una presenza abbastanza solida sul mercato, non può permettersi di arrivare tardi alla festa. Però, deve arrivare prima di altri sugli scaffali. Tuttavia, accelerare per ridurre i tempi ha un costo. Perché bisogna coinvolgere più persone e intensificare il lavoro. Un costo perché bisogna puntare più soldi all’asta del mercato dei componenti. Un costo che si riflette sul prezzo del PlayStation VR.

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Problemi di marketing

Il marketing, lo sappiamo tutti, è l’arte di far piacere le cose a chi le deve comprare. Però, in realtà, fa anche molto di più. Ad esempio, studia il giusto prezzo da dare ai prodotti. Dove “giusto” vuol dire “per venderne di più” e non sempre coincide con “il più basso”.

Capita spesso, a tutti, di pensare che la qualità di un prodotto sia proporzionale al suo prezzo. Spesso è così, ma non sempre. Tuttavia, può capitare che a volte un oggetto ci sia venduto ad un certo prezzo solo per indurci a pensare che sia migliore della concorrenza.

Se, andiamo su Amazon e guardiamo il prezzo del più agguerrito concorrente del PlayStation VR 2: l’Oculus Quest 2. Vedremo che oggi (novembre 2022) è di 549 euro.

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Mettiamoci nei panni di chi fa marketing per Sony. Uno dei modi per far capire senza ombra di dubbio che un PlayStation VR 2 è meglio di un Oculus Quest 2 è quello di venderlo a un prezzo equivalente se non superiore. Dovesse costare la metà, potremmo ritenere lecito farci venire qualche dubbio. Tenete anche conto che un Oculus Quest arriva con già centinaia di giochi disponibili, mentre la lineup di PlayStation si sta definendo in questi ultimi mesi.

Il problema vero, per il marketing e per noi, è che leggendo le specifiche tecniche un PlayStation VR 2 è drammaticamente più avanzato di un Oculus Quest 2; anche solo perché usa tecnologia più recente di due anni. Solo che la maggior parte dei clienti è troppo pigra per leggere e capire le specifiche tecniche.

La domanda difficile che ci siamo posti

Ad essere sinceri, in redazione ci siamo fatti una domanda sul PlayStation VR 2 che abbiamo visto pochi altri si sono fatti: “perché a febbraio?“. Questo tipo di articoli escono generalmente a fine novembre: per il giorno del ringraziamento negli USA e pronti per Natale in tutto il mondo. Oppure a giugno, come regalo per le promozioni a scuola. Ma, a febbraio? Cosa c’è a febbraio?

L’unica ipotesi che ci sentiamo di fare è che febbraio sia stato un ragionevole compromesso tra disponibilità dei materiali, tempi e costi. Per non fare la fine della PlayStation 5, per arrivare in tempo per il metaverso, e per non aumentare eccessivamente le spese.

Il prodotto non diventerà, forse, un regalo di Natale, ma terra sotto controllo il prezzo del PlayStation VR 2, pur accontentando il marketing.

Tirando le somme

Ovviamente, il presso di un PlayStation VR 2 dipende da una combinazione enorme di fattori. Non solo i pochi che abbiamo pensato e che abbiamo voluto condividere qui con voi. Alcuni possono essere ragionevoli se ci pensiamo, altri possono farci stortareil naso.

Tuttavia, alla domanda se il prezzo del PlayStation VR 2 è ragionevole ci va di rispondere in parte si, perché il mondo è cambiato mentre lo stavano progettando e in parte no perché c’è sempre il dubbio dei costi non legati alla produzione. C’è una possibilità, comunque, che nel prossimo futuro dovremo rivedere verso l’alto il costo di parecchi gadget tecnologici legati alle nostre passioni, non solo il PlayStation VR 2.

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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