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Population Zero recensione: sette giorni per salvare il mondo

Population Zero recensione

Population Zero è un MMO Survival sviluppato da un piccolissimo studio con sede a Mosca, gli EnplexGames.
Di MMO Survival ne esistono una quantità infinita, quindi perché scegliere questo titolo? Cosa mi garantisce che potrei trovarlo divertente?

Innanzitutto questo mondo è assolutamente vasto e ogni gioco ha quella caratteristica che lo distingue da un altro. C’è sempre qualcosa. E Population Zero non è da meno. Cosa lo rende diverso? La corsa contro il tempo.

Population Zero è solo un altro MMO Survival?

Se anche voi siete degli amanti degli MMO Survival sicuramente sapete bene che creano dipendenza. È inutile girarci troppo intorno. Ogni volta ci provi, lo vedi lì, tra i titoli consigliati e pensi tra te e te “Questa volta non lo comprerò. Non mi lascerò tentare. Ne ho già mille nella libreria.
Eppure, qualche minuto dopo, eccolo lì. Un altro MMO Survival.

Chi come me però ne ha giocati tanti (anche tra i più impensabili), sa che ognuno cela delle potenzialità. Last Oasis ha i Walker, Ark: Survival Evolved i dinosauri, Empyrion le navicelle, Gloria Victis il realismo medioevale. Insomma, tutti hanno delle caratteristiche diverse. Certo, la base è sempre la stessa, sopravvivere. Sono il come e il dove a fare la differenza.

Il motore di Population Zero è il tempo. Ce lo dice subito, nelle prime battute: 168 ore. Sette giorni in cui dovremo non solo esplorare il vasto mondo di gioco, ma anche compiere missioni, costruire oggetti ed edifici, aumentare le nostre abilità.
L’esperienza ci consentirà di aumentare di livello per affrontare tutte le ostilità presenti e le missioni ci aiuteranno a salvare il mondo. Ma andiamo per gradi!

Abbiamo sette giorni per salvare il mondo

Come detto nel preambolo del nostro discorso, il tempo è la chiave. Ma cosa significa esattamente?
Significa che avremo solo 168 ore prima che l’umanità si estingua.

L’umanità si sta estinguendo? Dove siamo?” vi starete chiedendo. Bene dunque, partiamo dalle basi.

Il 1° luglio del 1947, nel New Mexico, un misterioso artefatto alieno ha colpito la Terra. Gli uomini iniziarono a rendersi conto di non essere da soli.
Nonostante la natura di questo oggetto fosse completamente sconosciuta, gli scienziati si dettero da fare. In poco tempo, infatti, riuscirono a trovare la chiave per sfruttarne le potenzialità.
Ricavarono potere ed energia sufficienti per cambiare il mondo.

Così, mentre lo sviluppo tecnologico continuava a prendere piede, una nuova forza nacque tra gli uomini. Una corporazione, denominata Progetto Artemis, era pronto a scoprirne di più. Si sa, la bramosia degli uomini non ha mai fine, per questo molti volontari partirono, a bordo di una navicella spaziale. Purtroppo, però, le cose non andarono come previsto e la tecnologia aliena si dimostrò un fallimento per l’umanità.

Il mondo post apocalittico di Population Zero ci ricorda qualcosa

Ha inizio così la nostra avventura. Una navicella distrutta, in un pianeta sconosciuto. Tornare sulla Terra sembra impossibile. L’unica via è quella di esplorare le terre sconosciute, cercando di riparare il reattore, per poter tornare a casa.

Il mondo post apocalittico di Population Zero ci ricorda un po’ le linee di The Outer Worlds. Colori vivaci, ambienti apparentemente privi di vita umana, ma in realtà ostili, vegetazione completamente sconosciuta.
Aggiungiamo poi creature strane e terrificanti e il nostro Kepler ha finalmente un volto.

Developer: Enplex Games LLC
Price: 0

Il gioco inizia in una zona priva di tutto. Di fronte a noi c’è un pod con il quale dovremo interagire per sbloccare la prima missione. Man mano che avanzeremo, una serie di mini-missioni ci darà modo di familiarizzare con il mondo di gioco. Cose semplici, come un salto, un attacco, il riempimento della borraccia o la raccolta di risorse. Ognuna di queste azioni ci conferirà punti che potremo spendere nelle tecnologie (abilità) su cui ci focalizzeremo tra poco.

Svolte quindi tutte queste prime mosse, usciremo da questo “mini-mondo” e inizieremo l’avventura vera e propria.

Missione dopo missione

Tra le caratteristiche di Population Zero abbiamo anche quella delle missioni. Non è raro che gli MMO Survival ci forniscano delle missioni, spesso però queste si limitano alle fasi iniziali. Di norma, infatti, ci aiutano a collettare risorse e ci istruiscono sul crafting, ossia sulla creazione di oggetti. Nulla di più.
In Population Zero, invece, le missioni sono studiate al pari di quelle che potremo aspettarci da un single player. Si tratterà proprio di interfacciarci con gli NPC presenti, recarci in punti specifici e completare le loro richieste.

Craftare gli strumenti sarà abbastanza semplice. Una volta sbloccata l’abilità, potremo iniziare a costruire gli oggetti, previo possesso dei materiali necessari.
Per alcuni strumenti serviranno banchi di lavoro (che troveremo ad esempio nell’hub principale). Man mano saremo in grado poi di realizzare sempre più strumenti e postazioni.

Perk e avanzamenti tecnologici

Come abbiamo accennato il sistema di evoluzione del personaggio è gestito tramite tecnologie e perk, sbloccabili con il completamento delle missioni. Per ogni missione (o mini-missione) completata guadagneremo dei punti che potranno essere spesi proprio per l’avanzamento del personaggio.

Le perk sono dei potenziamenti temporanei (o permanenti) che ci danno un vantaggio in gioco. Ad esempio, una forza maggiore contro una creatura.
L’albero delle tecnologie, invece, è il sistema più complesso che gestisce tutta la progressione di gioco. Si tratta infatti delle abilità di craftare oggetti utili al gameplay.
Come accennato, otterremo i punti per sbloccare le tecnologie, attraverso la conoscenza. Questa è suddivisa in macro-discipline: zoologia, botanica, geologia. Scoprire un nuovo territorio, una nuova creatura o nuova vegetazione ci darà punti esperienza.

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Fame, sete, caldo e freddo, non manca nulla in Population Zero

Come un buon MMO Survival in Population Zero soffriremo fame e sete. Quindi, oltre che alla natura, dovremo fare attenzione anche alle nostre necessità. Kepler non è un pianeta molto amichevole e non offre sempre quello che desideriamo. La maggior parte dell’acqua corrente è infatti tossica. La soluzione migliore è quella di abbeverarsi nell’hub (o nelle fonti pulite) e ricaricare puntualmente la borraccia.
La carne invece la otterremo semplicemente abbattendo qualche nemico. Attenzione a cuocerla però!

Naturalmente anche il clima influisce sul nostro personaggio. Aree troppo calde, infatti, faranno consumare acqua in maniera più rapida, costringendoci ad adottare una migliore strategia per sopravvivere.

Un’altra caratteristica presente in Population Zero è la mutazione. Il nostro corpo cambia con le radiazioni, o con la morte. In alto, sulla sinistra, possiamo vedere una barra. Ai due estremi ci sono la figura di un umano e quella di un mostro. Il puntino indica invece il nostro stato.

Ad ogni morte il punto si sposterà da sinistra a destra, verso la mutazione. Se dovessimo raggiungerla, il nostro personaggio perderebbe completamente le sembianze da umano e diventerebbe un Void. Si tratta di una creatura mostruosa ma estremamente potente. Non potremo più portare nulla nell’equipaggiamento. Inoltre, morire da Void significa Game Over.
Se dovesse succedere il gioco per noi si resetterebbe e dovremo tornare dal primo punto di spawn e re-iniziare tutto da capo. Perk comprese. Rimarrà invariato soltanto il livello ottenuto.

Population Zero recensione: merita la nostra attenzione?

Population Zero è sicuramente un titolo allettante e promettente. Ricordiamo che il gioco verrà rilasciato per tutti il 5 maggio in versione Early Access. I programmatori promettono continui aggiornamenti e sviluppi.
Considerato quindi che si tratta di una versione non del tutto definitiva, non possiamo che essere fiduciosi.

Di bello il titolo ha da offrire sicuramente un paesaggio suggestivo, una storia a contorno, missioni e tanta attenzione. Ci sono molte creature diverse, un buon mondo da esplorare, molte cose da creare. C’è un’idea di base suggestiva che non è la “solita minestra scaldata”. Insomma, i punti di forza sono davvero molti.
Naturalmente ci sono anche alcune note negative che è bene sottolineare.
Innanzitutto non esiste nessun tipo di character design. Ok, questa non è una nota così dolente, in quanto anche Rust ne è privo, eppure ha spopolato. C’è però da dire che in tanti lo possiedono e, aggiungerlo, potrebbe attirare una fetta di utenza in più.

Altra nota dolente è il combat system. Abbiamo combattuto un po’ con questo sistema. I colpi non sono molto precisi, i movimenti un po’ legnosi, le animazioni non al top. Spesso e volentieri pararsi è inutile e le schivate non sempre riescono. Ottimo il sistema di stamina, certo, ma un quadro decisamente migliorabile.
Altra nota non eccelsa l’ottimizzazione, su cui però non voglio dilungarmi troppo, data la natura Early Access del titolo. Ma sappiamo tutti cosa questo significhi.

Insomma, premesse ottime, basi solide. Un gioco che, supportato, potrebbe essere veramente tra i migliori nella categoria indie.

Developer: Enplex Games LLC
Price: 0
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