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La recensione di RUSH! dei Maneskin: rispondere agli haters a suon di riff

"We're not Punk, we're not Pop, we're just music freaks"

Da una quarantina di anni a questa parte, puntualmente, arriva qualcuno che ci tiene a ricordarci che il rock’n’roll è morto. Una frase divenuta essa stessa un clichè di cui lo stesso rock si nutre da sempre, al pari delle giacche di pelle, le Fender Stratocaster e gli amplificatori Marshall. In questa discussione al limite dell’assurdo, molto spesso, vengono tirati in ballo i Maneskin, che nel frattempo hanno appena pubblicato il loro terzo album in studio: RUSH!, oggetto di questa nostra recensione.

La percezione che il pubblico italiano ha di questo gruppo è perfettamente riassunta dai dati anagrafici delle varie piattaforme social: detestati dal pubblico âgé di Facebook, apprezzati su Instagram e amatissimi su TikTok. La musica, del resto, è sempre stata una questione generazionale. Questo perchè chi scrive, generalmente, si rivolge ai propri simili.

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Ecco quindi che in questa recensione di RUSH! proveremo a capire cosa ci stanno dicendo i Maneskin e, soprattutto, come lo stanno facendo.

Com’è RUSH! dei Maneskin? La recensione dell’album

Fatta questa dovuta premessa, dato che una recensione di un album ha senso solo nel contesto in cui questo vive, possiamo dire che con RUSH! i Maneskin hanno risposto a modo loro a tutto il gran parlare sui social. La band romana sembra aver accettato il proprio ruolo di band stereotipo del rock’n’roll. E allora sta al gioco, e alle parole risponde con la musica.

Un totale di 17 brani, 14 inediti più i tre singoli pubblicati nel corso del 2022: MAMMAMIA, SUPERMODEL e la ballata THE LONELIEST. Canzoni strategicamente poste alla fine della tracklist, quasi come fossero bonus track. Una scelta che abbiamo apprezzato molto.

In modo assolutamente ironico i Maneskin ci regalano un disco che quasi mai si prende sul serio, sebbene non manchi di momenti struggenti. Un album che spazia molto anche tra generi, ancora una volta stereotipando quel mondo musicale che in molti danno per spacciato da molto, troppo, tempo. Un esempio su tutti è la traccia 9, KOOL KIDS. Un brano dagli spudorati echi sexpistoliani, in cui il frontman Damiano si trasforma in un cantante punk della fine degli anni ’70. Si avverte nell’accento marcatamente britannico, ma soprattutto nella maschera facciale a zigomi stretti, indispensabile per tirare fuori quel timbro. È proprio in questa canzone che la band sembra rispondere con ironia a tutte le critiche, cantando “I’m a scum, real scum, but I’m good at this/We’re not Punk, we’re not Pop, we’re just music freaks“.

Neanche il tempo di riprendersi dal pogo che è subito tempo di una ballata. La traccia 10 è infatti IF NOT FOR YOU, una romantica dedica d’amore che musicalmente rimanda alle atmosfere più intimiste di THE LONELIEST. Cassa dritta senza pietà invece per GOSSIP, primo vero singolo estratto da RUSH!, con tanto di ospite d’eccezione: il mito, la leggenda, il guitar hero: Mr. Tom Morello, reduce da una fresca reunion dei Rage Against The Machine.

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Degna di nota anche MARK CHAPMAN, primo dei tre brani in italiano del disco. La canzone è un chiaro riferimento alla personalità del celebre assassino di John Lennon, nel quale la melodia del ritornello riprende pedissequamente il riff di chitarra. Altro clichè di un certo tipo di rock perfettamente omaggiato. Clichè anche quello della droga. I Maneskin hanno sempre affermato di ripudiare le sostanze stupefacenti, ma perchè non prendersi ancora un po’ in giro? In FEEL, per esempio, ricordano ironicamente le accuse della stampa d’Oltralpe nel corso della finale dell’Eurovision 2021. Nella canzone Damiano canta: “Cocaine is on the table, don’t care we’re rebels, rebels”.

Dopo le 11 canzoni in inglese e MARK CHAPMAN, c’è spazio anche per altri due brani in italiano: LA FINE e IL DONO DELLA VITA, la prima da ballare, la seconda da ascoltare. L’album si chiude, come detto, con i tre singoli già pubblicati lo scorso anno.

Tirando le somme: ciò che ami, lo omaggi

Volendo tirare le somme di questa nostra recensione, possiamo dire che RUSH! dei Maneskin è un disco solido, lontano dall’essere un capolavoro, ma suonato bene e prodotto ancor meglio. Da questo punto di vista si sente tutto il peso di un mega produttore come Max Martin e dell’immancabile Fabrizio Ferraguzzo, così come si percepiscono tutte le reference musicali del quartetto romano. Casse dritte senza pietà perfettamente incastrate col basso e distorsioni di chitarra neanche troppo ricercate. Il tutto per fornire il più ampio spazio possibile alla dirompente e versatile vocalità di Damiano, che prima graffia e nel brano successivo si lascia andare a soluzioni melodiche accentuando puntualmente l’apertura delle vocali.

RUSH! dei Maneskin è un disco semplice, assolutamente imperfetto, come il rock’n’roll dovrebbe essere. Un album che fa l’occhiolino e la linguaccia mentre attraversa paesaggi sonori già noti al pubblico da decenni, pur conservando un’incredibile personalità. I Maneskin non sono un prodotto musicale innovativo, e neanche hanno pretesa di esserlo, ed è questo il grande fraintendimento. Tuttavia sono un prodotto musicale assolutamente inconfondibile, soprattutto grazie alla vocalità di Damiano. Un gruppo italiano che propone sonorità talmente vecchie che nello scenario mainstream italiano, dove le chitarre distorte sono bandite da decenni, riesce a risultare fresco e contemporaneo.

In sostanza RUSH! è un disco di omaggio al rock, ai suoi stereotipi e ai suoi finti eccessi. È un album che riesce a zittire gli haters, che tanto non lo ascolteranno comunque, a suon di cassa, rullante e riff sparati in faccia. RUSH! dei Maneskin è la prova inconfutabile che il rock non è morto, sta solo parlando a una generazione diversa. Una generazione che, a differenza delle precedenti, è disposta ad ascoltare senza preconcetti.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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