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Remote Year: viaggiare per il mondo, lavorando

È possibile visitare numerose città nel mondo, senza bisogno di smettere di lavorare? Remote Year offre questa possibilità.

Negli ultimi anni, il mondo del lavoro si è evoluto enormemente. Con il progresso tecnologico in continua crescita, la cultura aziendale si è modificata nel tempo, portando a tante nuove possibilità. Da compagnie che promuovono ambienti lavorativi innovativi, fino alla possibilità di smart working, la vita professionale è molto diversa da com’era in passato. E allora perché non provare a unire l’utile al dilettevole e vivere nuove esperienze in giro per il mondo senza rinunciare alla propria carriera? Remote Year si propone di fare proprio questo.

Come funziona Remote Year?

Remote Year è un programma di viaggio e lavoro, che offre a persone in tutto il mondo di esplorare posti nuovi ed elevarsi da un punto di vista professionale allo stesso tempo. In poche parole questo progetto permette di vivere per un determinato periodo all’estero, conoscendo nuove culture e nuove città e lavorando da lì.

Si tratta di itinerari organizzati, su differenti periodi di tempo, in cui i partecipanti vivono ogni mese in una città nuova. Remote Year fornirà tutta l’organizzazione necessaria per questa esperienza, dalle stanze nei diversi Paesi alla prenotazione dei diversi trasporti, fino alla preparazione di uno spazio di lavoro comodo e funzionale in ogni luogo.

Ovviamente è principalmente dedicato ai lavoratori freelance, che non devono necessariamente avere orari o fare vita d’ufficio classica. Tuttavia non è limitato solo a questi. L’evoluzione della cultura aziendale di cui parlavamo all’inizio dell’articolo permette oggi a tantissime persone di essere operativi anche a distanza e apparentemente questo sarà sempre più vero nel futuro.

E così, Remote Year è una possibilità disponibile per virtualmente chiunque svolga il proprio lavoro per la maggior parte del tempo al computer o al telefono. Non per tutti ovviamente è possibile prendere questa decisione in completa autonomia: potrebbe essere necessario parlarne con il proprio capo. In questi casi Remote Year offre un buon numero di consigli e suggerimenti, oltre che resoconti di esperienze precedenti, per riuscire a spiegare al meglio le tante possibilità di crescita, anche lavorativa, che offre il programma.

Entriamo un po’ più nei dettagli…

In concreto, che cosa ci si può aspettare partecipando a Remote Year? I pacchetti proposti sono di due tipi: uno da quattro mesi e uno da dodici. Ogni trenta giorni i partecipanti si trasferiranno in un Paese diverso, girando per tutto il mondo nei diversi continenti. Qualche esempio? L’itinerario da dodici mesi attualmente disponibile comprende città come Lisbona, Marrakech, Kuala Lumpur, Città del Messico e tante altre ancora…

Remote Year provvederà a tutte le necessità di chi parteciperà al programma. Si parte ovviamente dall’alloggio, che sarà sempre una stanza arredata con connessione a Internet in ogni location prevista dall’itinerario. In alcuni casi sarà in alberghi o strutture simili, ma spesso si tratterà di una camera privata in un appartamento con altri partecipanti (o Remotes come vengono chiamati “in gergo”).

Inoltre l’organizzazione provvederà a tutti i trasporti, dall’alloggio di partenza a quello di arrivo. In più in ogni destinazione sarà disponibile una postazione lavorativa accessibile in ogni momento, il più possibile vicina al proprio alloggio, a massimo di mezz’ora di distanza a piedi.

Se tutto questo però può essere considerato semplicemente una comodità aggiuntiva, che permette di risparmiarsi ore e ore di programmazione e di avere una maggiore sicurezza, Remote Year offre anche possibilità esclusive. A partire da un team presente in ogni città dell’itinerario a cui fare riferimento per qualsiasi propria necessità.

Inoltre, Remote Year propone tante altre attività per scoprire i posti in cui si vive in ogni mese. Ad esempio ci sono i cosiddetti Track Events, esperienze legate alle culture locali studiate sulla base degli interessi di ogni partecipante. Gli eventi Positive Impact sono invece dedicati a chi desidera in qualche modo restituire qualcosa alle comunità che lo ospitano.

I Remotes che negli anni hanno già preso parte al programma costituiscono inoltre una grande risorsa, una community in continua crescita pronta ad aiutare tanti altri a vivere esperienze uniche. Per rafforzare questo senso di gruppo, Remote Year organizza tante attività differenti, da cene di benvenuto a incontri speciali, spesso dedicati anche alla condivisione e alla crescita lavorativa.

Insomma Remote Year è una possibilità che sarà sicuramente interessante per chi vuole scoprire il mondo e vivere un modo completamente nuovo. Se siete curiosi di scoprire di più sul progetto e provare a lavorare viaggiando per il pianeta potete andare a visitare il sito ufficiale.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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