Sloclap ha pubblicato ormai da circa una settimana Sifu, il suo nuovo videogioco che fa delle arti marziali il perno della sua offerta ludica. Dopo averlo provato a lungo, noi di Tech Princess siamo pronti a proporvi la nostra recensione di Sifu, un videogioco dal combat system molto difficile da comprendere e padroneggiare, ma che sa dare soddisfazioni enormi una volta capito il suo ritmo nascosto.
Sifu: la nostra recensione
Iniziamo subito con il dire che Sifu deve molto al precedente progetto dello studio di sviluppo, ovvero Absolver. Di questo gioco gli sviluppatori hanno preso il combat system e lo hanno rielaborato in chiave molto più hardcore, creando un prodotto dal forte piglio cinematografico e focalizzato quasi interamente sulla complessità del suo gameplay.
La trama di Sifu, infatti, è quanto di più semplice possiate immaginare; una storia di vendetta, come si confà ai canoni dei film sulle arti marziali d’annata, che assume i toni di una metafora mano a mano che ci si avvicina alle sue battute finali.
Il protagonista infatti inizia la sua avventura dopo aver visto il padre morire per mano del suo allievo migliore, e dopo essere morto a sua volta solo per essere resuscitato da un misterioso artefatto.
Questa premessa, tuttavia, viene solamente accennata, e serve solo per dare inizio all’avventura, senza troppe spiegazioni a giustificare la resurrezione, e il conseguente aumento della propria età. Dopo un breve tutorial, si è subito pronti a lanciarsi nella missione del protagonista in cerca di riscatto, in un gameplay loop che non perde tempo in chiacchiere e ci mette subito al centro dell’azione.
Tra action e picchiaduro
Già nel primo livello disponibile una volta terminata la sequenza introduttiva di Sifu si può intuire su cosa si fonda il combat system di quest’opera. Alla sua basa infatti, il gioco pensato dai ragazzi di Sloclap è un picchiaduro in terza persona, che fin da subito richiede molto al giocatore, sia in termini di riflessi che di padronanza delle combo a disposizione del protagonista.
Alla base delle scazzottate marziali che ci accompagneranno durante tutta l’avventura ci sono dei colpi leggeri e dei colpi pesanti, che si potranno concatenare tra di loro in vari tipi di combo, anche a secondo del tipo di skill che avremo sbloccato dall’albero delle abilità. Tuttavia nel sistema delle combo entrano in gioco anche i tasti direzionali (o le levette analogiche), la cui pressione può influenzare le nostre mosse facendocene eseguire di speciali.
Molta importanza è stata data al concetto di spacing, ovvero il proprio posizionamento all’interno delle varie arene che compongono i livelli che dovremo affrontare, dato che essere nel punto sbagliato nel momento sbagliato potrebbe implicare la nostra disfatta totale in un secondo, vuoi perché i nostri avversari ci accerchieranno, vuoi perché ci troveremo con le spalle al muro senza possibilità di fuga.
A tutto ciò si aggiunge la presenza delle armi che il personaggio può raccogliere e che ci possono garantire un discreto vantaggio in battaglia, stratificando ulteriormente gli scontri che ci troveremo ad affrontare nel gioco. Abbiamo particolarmente apprezzato le bottiglie, presenti in grandi quantità nei livelli, soprattutto i primi, e che possono essere lanciate per far vacillare gli scagnozzi del boss del caso.
Vola come una farfalla…
Durante i combattimenti che Sifu ci metterà di fronte sarà di vitale importanza non fermarsi mai. Correre, mettere spazio tra noi e le ondate avversarie tramite l’arredamento delle arene e schivare al momento giusto non sono componenti secondari del gameplay, ma delle pratiche da attuare costantemente e in modo strategico per tutta la durata delle schermaglie.
Molto importanti anche le azioni contestuali, ovvero delle sorta di finisher che si possono effettuare dopo aver rotto la Postura nemica, ovvero una sorta di barra di stabilità, del tutto simile a quella vista in Sekiro, che lascerà i nostri avversari completamente esposta una volta esaurita. Queste mosse finali sono anche l’unico modo per ripristinare la nostra salute, che calerà in modo impietoso ad ogni colpo subito.
Attenzione però: non solo i nemici hanno una barra della Postura, anche noi seguiamo le loro stesse regole e un approccio troppo passivo o impreciso negli scontri ce la romperà nel giro di pochi secondi. Per avere la meglio dobbiamo quindi imparare nel più breve tempo possibile a deviare in modo perfetto i colpi in arrivo per poi contrattaccare velocemente con le opzioni migliori a nostra disposizione.
Sifu, quando si riesce a interiorizzare al 100% il suo combat system, risplende di luce propria come pochi altri giochi action. Ci troviamo di fronte ad una varietà di combo davvero notevole, paragonabile a quella dei grandi action del settore. Il problema è che la creatura di Sloclap è un maestro a dir poco caustico e crudele. Non solo il gioco richiede un elevatissimo livello di efficienza da parte dell’utente, ma dato che alcune mosse vanno sbloccate entro un certo range di età cosa che potrebbe scoraggiare il grinding.
… Pungi come un ape
Se dovessimo definire Sifu con una singola frase per questa recensione sarebbe qualcosa di relativo alla costante ricerca della perfezione, in ogni situazione possibile, e c’è da dire che il gioco non fa sconti a tal riguardo: o si è perfetti (o quasi) o si va molto velocemente incontro ad una rapida morte. A far funzionare c’è la possibilità di salvare all’inizio del livello, cosa che ci permetterà di rientrare in game con l’età più bassa possibile.
Nonostante questo è bene specificare una cosa molto importante: non pensiate di evitare attimi di frustrazione, perché questi ci saranno e anche piuttosto frequentemente. Starà poi a voi decidere come muovervi per cercare di superarli, migliorando in prima battuta le vostre abilità. E proprio a questo proposito, come funziona esattamente il game over?
La morte gioca un ruolo centrale nel gameplay loop di Sifu, e comprende alcune meccaniche roguelite. Il protagonista inizia la sua avventura a 20 e con la prima morte invecchierà di un anno e poi, se non si fa nulla per azzerare il contatore, si invecchierà di due, tre e così via, fino ad arrivare alla morte definitiva che sopraggiunge superata soglia dei settanta anni.
Questo contatore si può resettare tramite la sconfitta di avversari molto forti o eseguendo una catena di uccisioni, ma non è esattamente un’impresa facile, soprattutto se consideriamo che la difficoltà si impenna già dal secondo livello in poi, dove è probabile che vedrete il vostro primo game over definitivo. In ogni modo, la morte è anche una preziosa occasione per acquistare nuove abilità, cosa fondamentale per lo sviluppo del proprio personaggio.
Sifu: la nostra recensione in breve
In conclusione Sifu è un titolo difficile, intransigente, brutale e che richiede al giocatore la massima concentrazione possibile in ogni momento. Se questo è un bene o un male dovete deciderlo voi: per alcuni questo tipo di difficoltà risulterà stimolante e li invoglierà ad attuare un processo di automiglioramento fino a diventare i maestri di arti marziali che il gioco vorrebbe farli diventare.
Altri invece ne verranno irrimediabilmente scoraggiati, e non c’è nulla di sbagliato in questo. Sifu rimane un gioco di nicchia, e come tale non può essere adatto al palato di chiunque. Peraltro è molto curato anche il profilo musicale e artistico, che strizza l’occhio agli amanti dello stile minimal con quale fascinazione anni ’90.
Insomma, per concludere questa recensione possiamo dire che se volete mettervi alla prova con un’esperienza dura e senza pietà, Sifu fa sicuramente al caso vostro, qualora non fosse questo il caso, vi consigliamo di guardare altrove.
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