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La recensione di Horizon Forbidden West e il ritorno della grandi storie

Spiegare l’impatto che Horizon Zero Dawn ha avuto sulle nostre vite di videogiocatori non è semplice. In pochi anni, Aloy e il mondo di Horizon sono riusciti a ottenere ciò che altri personaggi e franchise hanno conquistato dopo decenni e diversi sequel. Per questo l’annuncio di Horizon Forbidden West ha causato un fragore nei cuori di giocatori e della stampa che dopo 5 anni non vedevano l’ora di rivestire i panni della salvatrice di Meridiana. Dopo mesi e mesi di avvincenti trailer e delle notizie più disparate sul mondo di Horizon, manca ormai pochissimo all’arrivo del nuovo capitolo previsto per il 18 febbraio. Grazie a Sony e Guerrilla Games, siamo riusciti a giocare a Horizon Forbidden West in anteprima per potervi raccontare in questa recensione quello che vi aspetta.

Ovviamente senza spoiler!

La nostra recensione di Horizon Forbidden West su PlayStation 5

Horizon Forbidden West inizia poco dopo gli eventi conclusivi di Horizon Zero Dawn. La città del Sole e tutte le tribù sono state difese dalle minacce di ADE, l’intelligenza artificiale intenzionata a eliminare la vita sulla Terra. Nonostante il successo, l’equilibrio della natura è ancora una volta minacciato da una serie di cataclismi. Inondazioni, tempeste violentissime e un misterioso parassita stanno flagellando il pianeta e sarà ancora una volta Aloy a combattere in prima linea. Consapevole della fuga di ADE, Aloy parte alla sua ricerca e quella di Sylas che lo ha intrappolato per acquisire maggiore conoscenza del passato. Il suo viaggio la porterà, come da titolo, nell’Ovest Proibito.

Gli aspri territori dell’ovest sono resi ancora più ostili dai Tenakth, la principale tribù della regione che vede nella forza bruta, nella lotta e nell’onore le principali qualità di un Guerriero. I Tenakth sono divisi in tre diversi Clan guidati da Hekarro, il capo tribù, che dopo anni di lotta ha ottenuto la pace nell’Ovest. Aloy incontrerà e si scontrerà con le tribù qui presenti mentre dovrà far fronte a nuove minacce che minano la stabilità del mondo.

Qui Aloy torna ad essere emarginata per la sua appartenenza ai Nora e alle tribù dell’est, mal viste dai Tenakth a causa di una lunga e sanguinosa guerra in anni passati. Inizia dunque un ulteriore viaggio per la salvezza dei popoli di questa terra, per la ricerca di ADE e molto, molto altro ancora. Tra i deserti più ostili, isole esotiche e giungle ricche di vita, inizierà una grande avventura che svelerà ancora di più sulla storia di GAIA, di Zero Dawn e del passato.

Le grandi storie con un ma…

La storia raccontataci in Horizon Forbidden West riesce a regalarci tantissime nuove sfaccettature del mondo e di quello che è successo facendo evolvere contemporaneamente la personalità di Aloy. I dubbi e i timori del primo capitolo, spariscono regalandoci una Aloy più che sicura di se. Allo stesso modo, vecchi e nuovi personaggi vengono ben inquadrati dai giocatori con poche ma efficaci sequenze che riescono a farci capire subito la loro personalità e la loro storia. Tuttavia, non sempre la scrittura è così brillante.

I primi squilibri possiamo notarli già dall’early-game, fin troppo lento e a tratti noioso che vi chiederà un grande sforzo per le prime ore di gioco. La situazione migliora una volta raggiunto l’Ovest Proibito dove i punti di interesse, di trama e di gioco, esplodono in un crescendo che vi accompagnerà fino alla fine del gioco. Qui purtroppo abbiamo un altro inciampo, in una scrittura fin troppo frettolosa e poco empatica che lascia un certo amaro in bocca durante i titoli di coda.

Questo non sarà però in grado di togliervi le emozioni e l’adrenalina che vi accompagnerà in Forbidden West. Tra scene d’azione, di scontri avvincenti, di amore, rabbia, incertezze e determinazione, questo gioco sarà un mix di emozioni esplosivo, esattamente come ci aspettavamo.

Ferrariete vincente non si cambia

Horizon Forbidden West recensione

Per intraprendere questo viaggio avremo a disposizione tutte le capacità e la caparbietà di Aloy che abbiamo imparato a conoscere. Le meccaniche di Gameplay restano praticamente invariate rispetto al primo capitolo con la stessa dose d’azione e adrenalina. Arco e lancia saranno i vostri migliori amici mentre una grande quantità di gadget vi aiuterà ad avere la meglio nelle battaglie e nelle situazioni più dure. Oltre alle trappole, agli archi di precisione e ai vari lancia-corde, presenti già nel primo capitolo, troviamo un nuovo arsenale che aspetta solo di essere usato: lance esplosive, fionde congelanti, lame da mischia e così via. Una vasta scelta che si adatta perfettamente allo stile di gioco di ognuno di noi.

Per dar maggior risalto a questo elemento, troviamo dei nuovi rami delle abilità completamente rivisitati (per fortuna). Ora abbiamo a disposizione ben 6 skill-tree differenti: Guerriera, Intrappolatrice, Cacciatrice, Superstite, Infiltratrice ed Esperta di macchine. Ogni ramo si focalizza si una determinata caratteristica, che sia potenziare le abilità corpo a corpo di Aloy (Guerriera), riuscire al meglio nelle azioni stealth (Infiltratrice) oppure ottenere il massimo dalle macchine in override (Esperta di macchine). Ogni ramo presenta decine di abilità passive e attive da sbloccare nonché le nuovissime Cariche Valorose. Si tratta di particolari abilità che garantiscono un momentaneo ma eccezionale vantaggio ad Aloy a seconda del ramo abilità scelto. Per una dose extra di varietà con quel pizzico di scenografia che non fa mai male.

Ovviamente non manca nemmeno la possibilità di ottenere, creare e migliorare armi e armature, ciascuna con determinati potenziamenti e caratteristiche. Le possibilità sono tantissime e sono riuscite a donarci un senso di libertà molto più vivo rispetto a Zero Dawn. Aloy sarà la cacciatrice perfetta nelle vostre mani e potrà dare sfogo allo stile di gioco che più preferite.

Tra le novità

Horizon Forbidden West recensione

Tra le nuove entrate dell’Ovest Proibito, da segnalare il fantomatico rampino, un nuovo gadget che vi accompagnerà per tutto il gioco. Sebbene non sia utilizzabile in battaglia, il rampino vi aiuterà nell’esplorazione, per raggiungere quei punti altrimenti fuori portata. Non solo, con il rampino potrete trascinare oggetti, indebolire pareti e sbloccare passaggi. Si tratta di una meccanica interessante che aggiunge “un ché” di platform che non guasta mai, ma purtroppo il risultato finale non è dei migliori. Il rampino, infatti, può essere utilizzato solo in aree specifiche ampiamente segnalate, il che limita di molto la sua versatilità e spesso vi dimenticherete anche di averlo.

Quello che il gioco vi ricorda costantemente, invece, è la possibilità di Aloy di nuotare ed esplorare i fondali. L’introduzione delle sequenze acquatiche è stato infatti uno dei punti maggiormente palesato nel corso di questi mesi e non a caso, molte aree di gioco sono caratterizzate dalla presenza dell’acqua. Sebbene “i livelli sott’acqua” nei videogiochi siano spesso accompagnati da un irrisolvibile rapporto di amore-odio, in Horizon Forbidden West sono ben calibrati, mai troppo lunghi o troppo complicati.

In realtà, fuori dai combattimenti (sott’acqua non è possibile lottare con le macchine), il grado di sfida è praticamente inesistente. Gli “enigmi” e i “puzzle” presenti in gioco sono più che banali e poco stimolanti. Le importanti password da scoprire giacciono a pochi metri dalla porta che sbloccano e qualora doveste trovarvi in difficoltà, sarà Aloy stessa o gli altri personaggi a fornirvi la soluzione nei minimi dettagli. Non ci aspettavamo di risolvere equazioni matematiche, ma un grado di sfida leggermente superiore avrebbe reso il tutto più interessante.

Aloy più in forma che mai

Horizon Forbidden West recensione

Un discorso a parte va fatto per l’azione e i combattimenti, il cuore della serie (ora possiamo dirlo) di Horizon. Le macchine, in tutto il loro feroce splendore sono ancora una volta pronte a darvi del filo da torcere. In questo capitolo ne abbiamo ben 40 tra vecchie glorie e nuove sfolgoranti tipologie. Ognuna di esse ha un set di mosse e comportamenti unici, nonché di pezzi utili per le nostre creazioni. Ogni macchina, o quasi, presenta anche determinate varianti che ne aumentano la potenza o ne cambiano l’elemento, come la versione Ardente o Alfa, estremamente pericolosa.

Non basterà attaccare all’impazzata, servirà usare sapientemente il nostro arsenale e adattarlo al nemico che abbiamo di fronte. Ognuno di essi, infatti, presente delle resistenze e delle debolezze ai vari elementi: fuoco, acqua, ghiaccio, elettricità, acido e plasma. Dovremo equipaggiarci a dovere e con le giuste armi per avere la meglio sui nemici più ostici. Tutto ciò senza contare il grado di difficoltà che sceglieremo all’inizio del gioco.

In Forbidden West anche i nemici umani, sempre presenti e ancora più agguerriti, possiedono delle armature e proprio come con le macchine, queste possono e devono essere distrutte prima di poter fare danni importanti. Sebbene sulla carta possa sembrare una meccanica interessante, nella pratica ci è sembrata piuttosto superflua e ci ha costretto ad attuare strategia diverse solo in caso di attacchi a distanza, che non avrebbero avuto la stessa efficacia contro un’armatura, come nel caso di un colpo alla testa. Anche per quanto riguarda i combattimenti, purtroppo, le novità non sono molte. L’interfaccia e il sistema di ruota delle armi, selezione, puntamento, ecc, sono rimasti praticamente invariati rispetto al primo capitolo restando comunque una formula vincente ma senza novità.

Una terra impegnata

Le terre dell’Ovest offrono tantissime cose da fare, punti da esplorare e possibilità di diventare i migliori cacciatori là fuori. Oltre alla storia principale, che offre circa 30 ore di gioco, è possibile affrontare moltissime quest secondarie più o meno interessanti. Dalle classiche (e mai divertenti) quest di raccolta di risorse e ricerca di gente sperduta, troviamo missioni molto più interessanti e lunghe che permettono di scoprire nuovi elementi della trama o equipaggiamento. Tornano i territori di caccia, dove dare prova delle vostre abilità, i calderoni, da esplorare per trovare nuovi override, luoghi del passato da esplorare per raccogliere reliquie e date e molto altro (che non vi raccontiamo per ovvie ragioni).

Abbiamo particolarmente apprezzato anche Batosta Meccanica, il mini-gioco estremamente popolare nell’Ovest che ci ha tenuti incollati allo schermo per ore. Si tratta di un semplice ma efficace gioco da tavolo con le macchine come pedine, ognuna con determinati punti di attacco e difesa e con proprie capacità di movimento e influenze sulle tipologie di terreno presenti sul campo.

Tutti questi elementi secondari, ampliano il gioco enormemente portando a oltre un centinaio di ore di gioco nel caso in cui vogliate completarlo al 100%.

Quella tecnologia che non funziona

Volendo citare il sistema di combattimento, il lato tecnico è sicuramente il punto debole di Horizon Forbidden West.

Non fraintendeteci, il colpo d’occhio del paesaggio è ancora mozzafiato e rispetto al primo capitolo, che ricordiamo essere del 2017, le migliorie grafiche, di luci e ombre e di animazione ci sono e sono anche notevoli, ma nulla che la scorsa generazione di console non avesse già potuto offrire. A uno sguardo più attento, una volta messa da parte la visione d’insieme e la modalità fotografica, si notano eccessivi glitch grafici che speravamo aver lasciato nell’Est. Ed è così che la folta chioma di Aloy, bellissima e ormai iconica, in determinate sequenze si trasforma in una matassa dai movimenti innaturali che si interseca con i vestiti e gli elementi dell’ambiente. Non mancano nemmeno tanti, troppi effetti pop-up degli elementi grafici, inspiegabili su PlayStation 5. Tasto ancora più dolente sono i bug di gioco che durante la nostra run ci hanno bloccato più volte nelle situazioni più disparate costringendoci a riavviare o caricare il gioco o ancora optare per il viaggio rapido.

La console actual-gen di Sony si è dimostrata però eccezionale in quanto a caricamenti e fluidità di gioco. La capacità di elaborazione della console ci regala dei caricamenti che durano una manciata di secondi è un frame rate sempre stabile anche nelle tante situazioni di azione estrema.

Sempre eccezionale ed estremamente coinvolgente è invece l’audio di gioco. Tra la colonna sonora, gli effetti audio e il doppiaggio originale impeccabile, Horizon Forbidden West si dimostra all’altezza del suo predecessore e uno dei migliori esempi per attenzione e cura dei dettagli audio.

La recensione di Horizon Forbidden West in breve

Horizon Forbidden West è un incredibile viaggio verso un mondo e una storia affascinante e coinvolgente che saprà trasportarvi verso il futuro di Aloy e di quello che le aspetta, senza farvi dimenticare di chi avete lasciato indietro. Vecchi e nuovi amici, pericolosi nemici e l’incredibile fascino di questo particolare mondo post-apocalittico e sono pronti a darvi quello che, in fondo, cerchiamo dai videogiochi: una grande storia.

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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