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Sony A7 IV recensione: qualità e versatilità al servizio di fotografi e videomaker

La mirrorless full-frame “base” si presenta con più megapixel, novità dal punto di vista ergonomico e di funzionalità. Ma è sempre la qualità d’immagine a fare la differenza

Sono passati otto anni da quando Sony, dopo il buon successo delle proprie mirrorless APS-C, decise di immettere sul mercato delle fotocamere senza specchio ma con sensore a pieno formato. Venne così lanciata la gamma Sony Alpha 7 con la A7, la A7R e poco dopo la A7S. Tre modelli costruiti sulla stessa base ma dedicati a professionisti diversi. La A7 era il modello standard caratterizzato da 24MP, la A7R innalzava la risoluzione (e anche il prezzo) a 36,4MP, mentre la S di A7S stava ad indicare una maggiore sensibilità del sensore ed era indicata più ai videomaker.

C’è voluto tempo prima che queste mirrorless venissero considerate degli apparecchi professionali e non semplicemente delle fotocamere leggere, delle sorelle minori delle reflex. Ma Sony ha creduto e spinto tanto negli anni in questo progetto, costruendosi una grande reputazione e portando sempre più fotografi a scegliere questo tipo di sistema. Sony ha così trainato il mercato, offrendo fotocamere di alto livello per fotografi e videomaker e una gamma di ottiche completa e di qualità. Praticamente ha costretto gli altri produttori a seguirla ed inseguirla su questa strada, arrivando ad oggi, dopo anni di dominio incontrastato in questo segmento, con Canon, Nikon e tutti gli altri a sfidarla.

Dal lancio della prima A7 di acqua sotto i ponti ne è passata ed oggi sono qui a parlarvi dell’ultima nata, la Sony A7 IV, la nuova generazione del modello che ha permesso a Sony di raggiungere uno status di eccellenza nel mondo fotografico.

Sony A7 IV: altro che modello “base”

Dopo l’incredibile successo di A7III, oltre 200.000 utenti in Europa, arriva sul mercato Sony A7 IV che però non andrà a sostituire il modello precedente ma lo affiancherà. Ma cosa cambia nel dettaglio? Tanto per cominciare sarebbe ingeneroso confrontare A7 III con A7 IV, perché nonostante la fascia di appartenenza sia la medesima, il nuovo modello sposta l’asticella incredibilmente verso l’alto. E verso le ben più carrozzate A1 e A7S III. Per questo motivo nel listino di Sony troveremo ancora la sorella minore.

Tutti i dettagli ve li avevo già raccontati nel primo contatto con il nuovo gioiello di casa Sony datato 21 ottobre, per cui sarò veloce nell’elencare le principali novità per concentrarmi più sulla pratica. Il cuore di Sony A7 IV è il nuovo sensore CMOS retroilluminato da 33MP, accompagnato nelle operazioni dal processore più evoluto della casa, il BIONZ XR. Questa combinazione ha permesso di portare la capacità di scatto in sequenza fino a 10 fotogrammi al secondo, di offrire una sensibilità che si estende da 50 a 204.800 ISO e di poter contare su una gamma dinamica da 15+ stop.

Di derivazione dall’ammiraglia anche il sistema AF che troviamo a bordo della nuova mirrorless full-frame A7 IV. Abbiamo un modulo da 759 punti, il 94% di copertura del sensore e il Real-Time Eye AF (su persone, animali e uccelli). Non manca anche il Real-Time Tracking che aumenta la precisione nella selezione dei volti nella scena.

Da un punto di vista ergonomico e di design le novità non sono molte, ma fanno la differenza. In particolare, l’impugnatura appena ingrandita è davvero comoda, come molto pratico il selettore per la selezione delle modalità foto/video/S&Q. Quest’ultimo è in realtà una ghiera coassiale con la più comune ghiera dei modi: molto comodo per chi lavoro soprattutto in manuale e salta con frequenza da riprese statiche a video a Slow & Quick. Rivisitata anche la terza ghiera sul profilo superiore, quella che nei modelli precedenti offriva solo la compensazione dell’esposizione: oggi può essere personalizzata in tanti modi diversi dal fotografo.

Il corpo, inoltre, è leggermente più spesso di A7 III per via di un sistema di dissipazione del calore in grafite più efficace rispetto al passato e anche in questo caso di derivazione dalle ammiraglie. Da un punto di vista di design e funzionalità del corpo macchina la nuova Sony A7 IV offre poi un doppio slot per le schede di memoria. Uno compatibile con il formato CFexpress di tipo A e l’altro che invece accoglie le più tradizionali SDXC UHS-II.

Buona, anche se non al top del mercato, la risoluzione offerta dal monitor orientabile su tutti gli assi. Sto parlando di 1,03MP ma può contare sulla comoda modalità “daylight” che già si era vista su altre Sony, per una buona visione in pieno sole. Ottima la reattività del pannello tattile, anche nella gestione del menu.

È stato molto migliorato, invece, il mirino elettronico che passa da una risoluzione di 2,36 a 3,68 milioni di punti e che ha un frame rate che raggiunge i 120fps (su A7III si fermava a 60fps). Un bel salto in avanti rispetto ad A7 III, ma allo stesso tempo lontano dai mirini di A1 e A7S III. Offre comunque una visualizzazione nitida della scena che consente al fotografo di valutare al meglio sia la messa a fuoco che l’esposizione.

Infine, parliamo di connettività. Finalmente troviamo una porta HDMI di tipo A, l’uscita USB resta di tipo C ma di generazione 3.2 da ben 10Gbps. Inoltre, con un apposito adattatore può trasformarsi in una porta gigabit Ethernet. Non mancano ovviamente Bluetooth e WiFi per condividere foto e video con un dispositivo collegato tramite app dedicata.

Sony A7 IV: la prova pratica

Senza troppi giri di parole vi dico subito che la qualità fotografica di Sony A7 IV è davvero eccellente. Per avere di meglio bisogna puntare a fotocamere con il doppio della risoluzione, che però magari non hanno le stesse potenzialità video di questa mirrorless. E, quindi, ancora una volta davanti alla solita domanda: di cosa ho bisogno?

Il secondo aspetto su cui voglio porre l’attenzione immediatamente è la qualità dei JPEG realizzati direttamente in camera. I colori sono molto fedeli e pronti all’utilizzo, merito di un lavoro dedicato che Sony ha svolto in questi anni e che ha sicuramente portato i suoi frutti. I 15 stop di gamma dinamica ci sono e si sentono. Anzi, si vedono.

Molto buono anche il controllo sul rumore alle alte sensibilità. Nelle immagini qui sotto c’è la conferma che fino a ISO 3200 i file sono estremamente puliti e nitidi. Le prime tracce di rumore si notano quando superiamo questo valore, ma comunque possiamo utilizzare, senza timori, valori fino a ISO 6400.

Riferimento

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Oltre si iniziano a vedere le prime difficoltà nella riproduzione dei dettagli più piccoli che cominciano a mostrare piccoli segni di degrado e si presentano le prime evidenti tracce di rumore. Ciononostante, fino a ISO 12.800 c’è margine per l’utilizzo delle immagini, soprattutto se non si tratta di scene ricche di dettagli. Più saliamo con il valore della sensibilità più ovviamente la Sony A7 IV inizia a mostrare qualche difficoltà. Da ISO 25.600 anche i contorni degli elementi nella scena non sono più così precisi e anche il colore perde la sua brillantezza andando a deteriorarsi sempre più raggiungendo le massime sensibilità.

In generale, i risultati sono molto buoni considerando la densità di pixel sul sensore. La resa è molto buona e ci permette di lavorare ad alte sensibilità con molta tranquillità. Un passo avanti deciso rispetto ad A7 III nonostante un maggior numero di megapixel.

Nell’utilizzo ho apprezzato molto il nuovo modulo autofocus, ma non c’è da stupirsi visto che la base è la stessa di Sony A1. Il sistema AF ibrido è molto veloce e grazie ad un sistema di apprendimento dinamico capisce le nostre abitudini e ci aiuta sul campo. Inoltre, è stato migliorato il sistema di Real Tracking AF ancora più preciso e che non perderà mai il soggetto selezionato. Anche quando questo dovesse uscire dalla scena appena apparirà nuovamente il fuoco tornerà immediatamente su di lui.

Sony A7 IV - Foto 1

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Tutte le funzioni sono disponibili sia in ambito foto che video, dove per esempio tornano molto utili le modalità Breathing Compensation, che rende più rapidi e precisi i cambi di fuoco, e l’AF Assist. Quest’ultima si occupa di gestire proprio i cambi di fuoco. In sostanza sulla nuova mirrorless full-frame Sony Alpha 7 IV ritroviamo tante funzioni prese in prestito dai modelli superiori, portando questo modello “base” ad un livello davvero alto.

Sony A7 IV: conclusioni

Nel complesso Sony A7 IV è una fotocamera molto performante, soprattutto in ambito fotografico ma non è da meno anche in campo video, seppur con diverse limitazioni rispetto ai modelli superiori. Quello che continua a colpire sui modelli Sony è quanta strada sia stata fatta in soli 8 anni, con modelli un tempo considerati base che oggi invece rappresentano la perfetta miscela tra prestazioni fotografiche e video.

Per chi arriverà a questa mirrorless full-frame da un altro modello di casa Sony non sarà un problema ambientarsi e considerarla immediatamente come estensione del proprio braccio. Ma come sempre, per chi invece si avvicina per la prima volta alle fotocamere Sony l’approccio non è così immediato. Il menu, seppur negli ultimi modelli sia stato semplificato, continua ad essere abbastanza complicato, ma una volta presa la mano e creato il proprio menu si potrà godere appieno delle potenzialità di A7 IV che, a mio modo di vedere, sono di altissimo livello eccezion fatta per lo stabilizzatore d’immagine. Su questo punto c’è forse ancora qualcosa che si può fare, qualcuno della concorrenza offre infatti risultati superiori. Tenete a mente che se utilizzerete A7 IV per video run-and-gun vi suggerisco di avere sempre con voi un gimbal.

Disponibilità e prezzo

Sony A7 IV è già disponibile sul mercato da qualche giorno ad un prezzo decisamente superiore rispetto a quello di Sony A7 III, ma è stata migliorata davvero in ogni ambito e non era immaginabile quindi un’uscita allo stesso prezzo della sorella. È questo uno dei motivi per cui A7 III rimarrà ancora a listino. Venendo al sodo, sto parlando di €2800 per il solo corpo, che diventano €3000 se ci aggiungete anche l’obiettivo zoom 28-70mm, che da solo vale più di 500 euro.

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Luca Forti

Fotografo dal 2002 e scrivo di fotografia dal 2004: insomma, amo la fotografia e tutto ciò che le ruota intorno. Da due anni sono stato adottato da Milano e da sempre sono appassionato di tecnologia, di praticamente tutti gli sport, amo viaggiare, mangiare bene e non toglietemi il mio gin tonic!

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