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Soul Calibur VI – la via del guerriero | Recensione

Finalmente il momento di sguainare la spada e prepararsi a duelli mortali è giunto. Soul Calibur VI è giunto a destinazione, il tipico suono metallico dell’incrociarsi di spade risuona nelle nostre console dove i più forti guerrieri si sfidano in battaglie all’ultimo fendente.

Chi vi scrive è molto legato a questo titolo, dato che la prima prova risale a dicembre dell’anno scorso, quando il titolo era appena stato annunciato e vi era disponibile solo la prima demo con solamente Mitsurugi e Sophitia disponibili e alcune meccaniche da rifinire.

Nei mesi successivi, fra build nuove e prove durante fiere internazionali abbiamo visto crescere questo titolo a ogni nuovo scontro, ed ora eccoci finalmente alla versione finale, il prodotto rifinito e curato in ogni suo particolare è nelle nostre mani e abbiamo passato giorni di fuoco intenti ad affrontare scontri all’arma bianca davvero al cardiopalma. Dopo tutte queste battaglie vi racconteremo come il titolo si è evoluto e se tiene fede al fardello che il nome Soul Calibur porta con sé.

Soul Calibur VI: una storia di anime e spade

Cominciamo parlando dell’offerta che il single player di Soul Calibur VI porta ai futuri guerrieri che si cimenteranno nell’arte della spada (o di qualsiasi altra arma presente) all’interno di questo gioco. Ve ne avevamo già parlato in quest’anteprima, ma adesso abbiamo potuto approfondire le due modalità principali dedicate alla storia del titolo di Bandai Namco.

La prima, quella più classica è chiamata le Cronache dell’Anima, uno story mode che ci racconta gli eventi successi dopo il primissimo Soul Edge (Blade in Europa), raccontati nuovamente in modo diverso rispetto agli albori della saga. Questa modalità avrà un filone narrativo principale composto da una ventina di capitoli e poi diversi capitoli extra dedicati alle storie parallele vissute da tutti i personaggi durante un arco di tempo che va dal 1580 circa fino a pochi anni dopo (a volte anche più per alcuni di questi).

La progressione è piuttosto classica: in ogni capitolo vedremo i personaggi protagonisti di quella determinata storia parlare tramite dei bellissimi disegni in 2D, in modo molto simile a quanto succede in una visual novel giapponese. Prima o poi succede che nel 99% dei casi qualcuno si altera e parte lo scontro all’interno del gioco, a volte con condizioni particolari per la vittoria, come battaglie contro 3 diversi personaggi uno dopo l’altro o alcune mosse impossibili da usare in quel determinato momento.

La trama principale vede protagonisti principali il terzetto composto da Kilik, Maxi e Xianghua, nel loro peregrinare per il mondo allo scopo di distruggere la Soul Edge che sta sconvolgendo il mondo col suo morbo malefico. La trama prosegue di capitolo in capitolo, a volte inframmezzata da filmati realizzati con la grafica in game per scene particolarmente importanti, senza grosse sorprese o colpi di scena. La componente narrativa diverte il giocatore, ma senza che la qualità del racconto rimanga particolarmente impressa.

Le storie legate ai personaggi sono altalenanti, con alcune piuttosto interessanti e altre da cui ci aspettavamo qualcosa in più, come ad esempio quella di Geralt, ben organizzata per quanto riguarda i motivi per cui il Witcher si trova nel mondo di Soul Calibur, ma che si perde via dopo pochi capitoli per un’estrema banalizzazione.

La longevità di questa, si attesta intorno alle 6-7 ore di gioco se si vogliono completare al 100% tutte le storie dei personaggi insieme a quella principale.

La seconda modalità single player è invece chiamata in italiano Bilancia dell’Anima. Questo secondo story mode ci permetterà di creare un personaggio personalizzato da noi che poi potrà essere utilizzato all’interno della storia come nostro avatar e protagonista. La struttura in questo caso somiglierà più a un RPG, infatti il nostro personaggio livellerà diventando più forte con l’aumento di vita e danni, potrà ottenere nuovi equipaggiamenti fra armi e oggetti cosmetici e infine sarà anche in grado di potenziare il proprio stile di combattimento, preso in prestito da uno dei personaggi originali di Soul Calibur VI.

Per marcare ancora più il fatto che la Bilancia dell’Anima è un RPG con elementi da picchiaduro, avremo una mappa del mondo con location che si sbloccheranno man mano che proseguiremo nella storia, potremo svolgere side quest per ricompense extra e potremo assumere mercenari e avere compagni di viaggio per aiutarci negli scontri.

Il fattore dovuto all’editor dei personaggi (di cui parleremo dopo) riesce a creare dei bei antagonisti non ufficialmente presente nel roster ufficiale del gioco. Questo dà la sensazione di maggior varietà anche per il fatto che gli avversari non saranno sempre i soliti volti noti, anche se gli stili di combattimento saranno sempre relegati a quelli dei personaggi principali.

La storia di questa modalità vede il nostro avatar in balia del male risvegliato dalla Soul Edge. L’unico modo per sopravvivere è distruggere la spada maledetta, cosa che ci porterà a compiere un lungo viaggio intorno al mondo. Altro aspetto importante è anche la possibilità di scelta: il gioco infatti ha una sorta di sistema di morale semplificato, in cui alcune azioni ci spingeranno verso il lato malvagio della bilancia, mentre altre da quello buono. Starà a noi vedere se il nostro eroe diventerà il grande salvatore del mondo, oppure si trasformerà in un nuovo Nightmare.

Nel complesso questa modalità risulta molto più godibile della prima, con maggior varietà e una trama raccontata in modo più avvincente rispetto quella più classica.

A chiudere le modalità in singolo troviamo solo due grandi classici, il VS mode per sfidare gli amici o la CPU, e l’Arcade mode, in cui dovremo battere 8 avversari uno dietro l’altro fino alla vittoria. Non ci sarà nessun filmato speciale per la conclusione dell’Arcade mode, di per sé è una modalità un po’ scarna che arriva appena alla sufficienza nel suo compito. Questa modalità è infatti adatta solo a chi voglia menare le mani in singolo senza preoccuparsi del lato narrativo.

Ovviamente non manca una modalità allenamento per affinare le proprie tecniche, anche se senza un vero tutorial che ci spieghi per filo e per segno le novità del gameplay. Per questo ci penserà un menù interno al menu di pausa del gioco, da consultare per scoprire consigli, mosse e segreti su come affrontare le battaglie più dure.

Vivere per combattere

Passiamo al fulcro del titolo, ossia il combat system. Avevamo già analizzato le capacità combattive di Soul Calibur VI in diverse occasioni, restando sempre piacevolmente sorpresi, e dopo un accurata prova possiamo dire che ci troviamo di fronte a un sistema ben ponderato e molto divertente.

Il feeling durante il combattimento ricorda molto i capitoli più classici, come il secondo, con semplicità di esecuzione delle mosse e immediatezza nell’imparare i rudimenti dell’arte guerriera. A questo però si uniscono alcuni elementi nuovi e originali, come le meccaniche del Reversal Edge, un contrattacco che si risolverà in uno scontro tipico nello stile di un duello cinematografico comprendente anche l’effetto rallenty, in cui il giusto tasto premuto prevarrà su quello dell’avversario in un sistema in stile sasso, carta e forbici.

Tra le novità c’è anche la Soul Charge, una mossa che consuma una barra della nostra riserva per eseguire le super mosse e attiva uno stato di potenziamento del nostro personaggio (alcuni, come Kilik, addirittura subiranno una vera e propria trasformazione). In questo stato infliggeremo più danni e si aggiungeranno alcune mosse uniche al nostro repertorio. Infine abbiamo il ritorno delle Critical Edge, le “super mosse” nel senso più genuino del termine, che infliggeranno ingenti danni all’avversario consumando una sola barra.

Soul Calibur VI è immediato da apprendere, ma complesso in profondità. I giocatori più esperti avranno di che sbizzarrirsi per imparare a perfezionare il tempismo per i contrattacchi, le giuste schivate e posizioni perché le combo funzionino. Se padroneggiato a dovere sarà possibile dimezzare la vita dell’avversario con una combinazione di tecniche ben riuscita. I tecnicismi dunque non mancano, soprattutto per i giocatori che vorranno approfondire l’aspetto competitivo su cui i produttori di Bandai Namco puntano molto, sperando di poter vedere magari l’anno prossimo all’EVO anche Soul Calibur VI oltre che Tekken 7.

Il titolo risulta ovviamente godibile anche per chi non è un amante dei virtuosismi da picchiaduro, infatti il gioco non si dimostra eccessivamente complesso da padroneggiare per giocare divertendosi, ma tanto si sa che in tutti i picchiaduro competitivi prima o poi i mostri all’apparenza insuperabile compaiono sempre nel comparto online.

Il roster è molto valido, attualmente dispone di 22 personaggi (contando Tira inclusa nel Season Pass e il boss finale della Cronaca delle Anime), tutti ben caratterizzati e con uno stile di battaglia totalmente diverso l’uno dall’altro, così da adattarsi a tutti i tipi di giocatore. Tornano volti conosciutissimi, come Sophitia, Mitsurugi, Taki o Ivy, a cui si uniscono volti nuovi come Groh o Azwel, new entry davvero ben riuscite sia come design che come senso di appagamento nell’usarli in battaglia.

Guest star speciale di Soul Calibur VI è Geralt di Rivia, il Witcher protagonista della saga di RPG di CD Projekt Red, che in questo titolo è trattato davvero con i guanti. Geralt utilizzerà con maestria sia le sue due spade che i segni magici tipici dei Witcher, risultando davvero interessante da usare soprattutto per i fan che si esalteranno nel vedere certe combinazioni di mosse.

Infine, se invece desiderate essere originali a tutti i costi, potrete sempre crearvi il vostro personaggio personale, mettendo voi o i vostri amici all’interno del gioco o ispirandovi a qualche eroe di qualche altra serie. L’editor per la creazione del personaggio è piuttosto buono, anche se ha delle mancanze a livello di quantità soprattutto per le caratteristiche del corpo. Per quanto riguarda equipaggiamento estetico invece potremo davvero sbizzarrirci nell’abbellire la nostra “creatura”.

L’estetica della battaglia

Sul versante tecnico ci vediamo di fronte a un gioco votato più sulla velocità che sulla spettacolarità del dettaglio grafico. I modelli e le animazioni dei personaggi sono molto buoni e si muovono alla perfezione a 60 fps in ambienti piuttosto suggestivi e ben dettagliati. A volte potrà capitare di notare una sbavatura tra le texture ambientali o qualche compenetrazione di troppo tra i poligoni dei vestiti, ma nulla di troppo grave a dire il vero.

Abbiamo anche potuto testare il netcode del titolo online, anche se i server sono attualmente piuttosto vuoti, dato che il gioco non è ancora uscito nei negozi. Le partite fatte non sono state tantissime, ma abbiamo potuto notare un’ottima stabilità della connessione senza vistosi drop di frame se si gioca con altri giocatori provenienti dai paesi europei. Segnaliamo che le modalità giocabili saranno le classiche partite del giocatore e partite classificate. Staremo a vedere se la situazione cambierà una volta che il titolo sarà disponibile per tutti.

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Il gioco si difende bene anche dal lato audio, con colonne sonore suggestive per i vari stage e doppiaggio davvero ben realizzato, soprattutto risentire la voce dello storico doppiatore di Geralt è stato un piacere come sentire la colonna sonora di Kaher Mohen. Il gioco potrà essere ascoltato in inglese o giapponese, ma i testi saranno completamente localizzati in italiano.

Soul Calibur VI è quello che la serie aveva bisogno dopo un non convincentissimo quinto capitolo. L’immediatezza del gameplay è tornata con un cast ripensato e funzionante, soprattutto per i nuovi volti. I contenuti dedicati al single player sono abbondanti, anche se alcune modalità potevano risultare più originali, mentre per quanto riguarda il lato competitivo possiamo già immaginare che diventerà piuttosto importante a livello di tornei ufficiali, riuscendo magari a raggiungere la popolarità del recente Tekken 7. Gli amanti dei picchiaduro, specialmente quelli con la terza dimensione di mezzo, si troveranno davvero bene con questo nuovo titolo della storica saga di Bandai Namco.

Soul Calibur VI

Pro
  • Combattimento semplice e immediato
  • I due Story Mode sono ben fatti
  • Roster di combattenti molto vario
Contro
  • Qualche modalità originale in più non avrebbe guastato
  • Alcune piccole imperfezioni grafiche

 

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