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Quando non si potrà più guidare l’auto a combustile fossile?

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Stop vendita auto termiche copertina

Lo diciamo sempre, quando parliamo di auto elettriche o di notizie riguardanti i nuovi modelli a batterie: presto, acquistare automobili termiche non sarà più possibile. E non lo diciamo noi, bensì l’Unione Europea, che ha deciso come entro il 2035 dovrà avvenire lo stop della vendita di auto termiche. Tra la regola europea e la sua attuazione, però, ci sono ancora circa 15 anni e tanti scenari: quindi quando non si potrà più guidare l’auto con motore termico? Oggi capiremo quali sono le direttive che arrivano direttamente dall’Unione, le varie strategie delle Case e anche cosa voglia dire all’atto pratico questo stop alla vendita di auto termiche. Pronti a capirne molto di più?

La decisione di Bruxelles: dal 2035 stop alla vendita di auto termiche, anche a gas o… ibride!

Partiamo subito dalla notizia scatenante, ovvero dalla decisione dell’Unione Europea di mettere una data, un paletto invalicabile per lo stop della vendita di auto termiche. La notizia non è nuovissima, ma già nota: a metà luglio di quest’anno, infatti, la Commissione Europea di Bruxelles, presieduta dalla Presidente della Commissione, la tedesca Ursula Von der Leyen, ha presentato il piano Fit for 55. In questo pacchetto sono inserite diversi piani su numerosi arogmenti, dal trasporto aereo alla produzione di energia ad, ovviamente, il trasporto privato. L’obiettivo di questo pacchetto è ridurre del 55% entro il 2035 le emissioni di gas serra dell’intera Unione Europea.

Una delle soluzioni pensate dalla Commissione, come avrete ormai intuito, è stata quella di porre una “data di scadenza”, uno stop forzato alla vendita di auto termiche. Questo stop è fissato al 2035, ovvero a circa 15 anni da oggi. Da quell’anno, le uniche automobili in vendita per il pubblico saranno o elettriche o a idrogeno. Niente benzina o diesel, niente gas naturali, ma non c’è spazio neanche per carburanti sintetici o per le ibride, totalmente cancellate ed equiparate alle classiche vetture termiche con questo provvedimento. Un cambiamento epocale, destinato ovviamente a fare discutere e a dividere la popolazione tra chi è felice di questa soluzione e chi proprio non la capisce. La stessa Commissione sa benissimo che si tratti di una soluzione impopolare e molto repentina.

“Oggi presentiamo una strategia con la quale raggiungere i nostro obiettivi climatici, che non sono solo un impegno politico, sono ormai un obbligo giuridico”, ha dichiarato in quei giorni Von der Leyen. “Cambiamenti di questo tipo non sono mai facili. Molti diranno che dobbiamo fare meno e più lentamente. Ma nella situazione in cui versa il nostro pianeta fare meno significa non fare nulla, e non possiamo permettercelo. La critica maggiore mossa a questo provvedimento è quella, al momento sacrosanta, secondo la quale al momento le infrastrutture di tutte le zone d’Europa, dalle più green alle meno aperte all’auto elettrica, non siano pronte. Poche colonnine, pochissime le stazioni di servizio di idrogeno: al momento, una transizione completa sembra un’utopia.

Ma l’Unione Europa questo lo sa fin troppo bene, ed infatti è pronta ad agire. Saranno infatti messi a disposizione dei Governi statali dei fondi per la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto sostenibile di persone e merci su gomma, rotaia, mare o per vie aeree. Rimanendo nel campo delle auto, la Commissione ha stabilito come ogni Governo dovrà impegnarsi per garantire centri di ricarica per auto elettriche almeno ogni 60 km, e un distributore di idrogeno almeno ogni 150 km. Prima dello stop definitivo, inoltre, la Commissione sta pensando ad un passaggio graduale. Come? Individuando un’altra data importante per il blocco, quella del 2030. Da quell’anno, si punta ad imporre una riduzione del 60% delle emissioni delle auto nuove rispetto ai livelli odierni, puntando su elettrificazione e combustibili più puliti.

Stop alla vendita di auto termiche o stop alla circolazione? Facciamo chiarezza su cosa succederà dopo il 2035

Dal 2035, quindi, tutti dovremo passare obbligatoriamente alle automobili elettriche o a idrogeno. Giusto? Beh, no: il provvedimento infatti non bandisce completamente dalla circolazione pubblica le automobili dotate di un motore a combustione interna, termiche pure o ibride che siano. Una soluzione del genere sarebbe stupida e anti-ecologica: se per ridurre le emissioni decidiamo di buttare tutte le automobili termiche generando rifiuti e emettendo emissioni per il loro riciclo, il problema non si risolverebbe, ma anzi si amplificherebbe. Lo stop infatti riguarda solo la vendita di auto termiche, non il loro utilizzo.

Questo significa che fino al 2035 si potranno acquistare automobili nuove dotate di motore termico, presumibilmente ibride. Dalla fine del 2035, invece, queste auto non saranno più producibili e vendibili dalle Case, per lo meno sul territorio europeo. Ma le automobili termiche vendute entro quella data non saranno bandite, ma bensì potranno essere ancora utilizzabili. Quanto? Al momento, non ci sono indicazioni su questo argomento. In teoria, quindi le automobili con motore termico potranno circolare fino alla fine della loro vita utile. Alcuni analisti hanno ipotizzato come termine ultimo per le automobili termiche come mezzo di trasporto popolare e di massa il 2050. Molto probabilmente però le automobili sportive e quelle d’epoca rimarranno utilizzabili anche oltre questa data, sempre che i costi lo permettano.

Seppur infatti non ci siano dei veri e propri ban alla circolazione dopo il 2035, è da vedere quanto costerà dopo questa data circolare con un’auto termica. Restando in Italia, ad esempio, il bollo dovrebbe essere decisamente maggiorato, e commisurato in base al livello di inquinamento, così come l’assicurazione. Chissà poi quanto costerà e quanto sarà diffusa la benzina o il gasolio, e se ci saranno alternative pulite come i carburanti sintetici. In ogni caso, però, a meno di vedere il prezzo della benzina schizzare a 100 euro al litro, le automobili termiche potranno circolare anche dopo il 2035, ma non potranno più essere prodotte e vendute nuove. Altro discorso meriterebbe il mercato dell’usato: al momento infatti non ci sono direttive sul mercato di seconda mano. Chissà che dal 2036 non si potranno acquistare automobili km0 termiche…

Ma le Case che cosa pensano di tutto questo? La soluzione migliore è la multimodalità, ma la politica vuole l’elettrico…

Sfortunatamente, però, al momento possiamo fare solo delle supposizioni su cosa potrebbe succedere dopo il 2035. Solo avvicinandoci a quella data potremo scoprire gradualmente cosa succederà, in un futuro avvolto ancora in un alone di mistero. Per il mondo dell’auto di 15 anni oltre oggi abbiamo una sola certezza indiscussa: la mobilità a zero emissioni, elettrica o ad idrogeno.

Ma finora abbiamo parlato solamente di Unione Europea e di supposizioni sullo scenario dopo il 2035. Abbiamo evitato finora di parlare dei veri protagonisti del mondo dell’auto: i costruttori. Cosa ne pensano infatti le Case, coloro che le auto le progettano, le assemblano e le vendono, dello stop alle vendite di auto termiche? La risposta è difficile, perchè ha diversi livelli di interpretazione. Da un lato, in questi mesi stiamo vedendo come sempre più aziende si sitano tuffando anima e corpo nell’automobile elettrica, ritenendola la panacea di tutti i mali del mondo della mobilità, come la Commissione Europea. La decisione presa dalla Commissione è stata una decisione spinta da motivazioni ambientali, certo, ma principalmente politica.

L’Europa vuole essere il primo Continente ad essere carbon neutral, il primo ad ottenere una mobilità il più sostenibile possibile, anche a costo di imporre il cambiamento. Ed è proprio questa una delle criticità: seppur faccia felice una grande fetta di europei, dal punto di vista scientifico e tecnico l’imposizione dell’auto elettrica non trova tutti d’accordo. Diverse Case, come Mazda o BMW, credono che il futuro sia elettrico, ma non solo. Per molti la parola d’ordine è multimodalità: un approccio più flessibile e capace di adattarsi alle esigenze di ognuno di noi. Tanti infatti puntano ancora all’ibrido, considerata una tecnologia di transizione perfetta per permettere alle infrastrutture di tenere il passo della nuova mobilità. Altre Case ancora pensano che il motore termico abbia ancora tanto da dare, magari in accoppiata a carburanti sintetici e alternativi, capaci di ottenere emissioni di gas serra minori nel ciclo di vita di un’auto elettrica.

La posizione dell’Italia sullo stop alla vendita di auto termiche: ipotesi di spostare il ban alle auto termiche al 2040

Registrate le idee e le posizioni delle Case, però, bisogna ricordare come, alla fine, è la legge a decidere. Nonostante quindi alcuni pensino che non sia la soluzione, la transizione alla mobilità elettrica è stata ormai decisa e pianificata, e non si possa tornare più indietro. Dura lex, sed lex. Nulla però vieta di effettuare un’opera di mediazione, cambiando alcuni parametri, includendo magari i combustibili alternativi o, come avallato da alcune Case come Renault, posticipando di qualche anno la transizione.

Il CEO del Gruppo Renault Luca De Meo, che crede nell’elettrico ma anche nella tecnologia ibrida, ha chiesto a più riprese uno slittamento di 5 anni dell’entrata in vigore dello stop alla vendita di auto termiche, dal 2035 al 2040. In questo modo, ha spiegato il manager milanese, ci sarebbero più tempo e più possibilità di adeguare le infrastrutture e instaurare un cambiamento graduale.

E De Meo non è l’unico a pensarla così: ci sono infatti diversi Stati che vorrebbero posticipare questa scadenza almeno di 5 anni, per avere così più tempo per adeguarsi. Ci sono ovviamente i più virtuosi, come la Norvegia, che invece ha annunciato che nel Paese lo stop alla vendita di auto termiche al 2025, tra soli 4 anni. C’è da dire che però, già oggi, le infrastrutture di ricarica sono estremamente capillari, e oltre il 70% del mercato del nuovo è già elettrico. Negli altri Paesi, invece, la discussione si infervora.

Senza fare una carrellata di tutti i Paesi europei, concentriamoci per un momento sul nostro, l’Italia. Il nostro Governo infatti sarebbe uno di quelli che punta ad una proroga di 5 anni del provvedimento, facendolo cadere nel 2040. Secondo il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, la data giusta per lo stop alla vendita di auto termiche è proprio il 2040. “Nel Governo ci stiamo ancora ragionando”, ha riportato Giovannini in un’intervista ai colleghi de La Repubblica. “Ci sono Paesi, come quelli del Nord Europa, che hanno fissato il limite al 2030, e altri al 2040. Noi presto decideremo, ma direi che il 2040 è una data limite giusta.”. Tra poco meno di 20 anni quindi noi italiani non potremo più acquistare auto nuove dotate di motori termici, che siano queste benzina, diesel o ibride, di qualsiasi livello, mild, full o plug-in che sia.

I progetti delle singole Case: da Abarth a Volvo, le scadenze dei brand più importanti

Arriviamo allora all’ultima parte di questo nostro speciale, ovvero la posizione delle singole Case automobilistiche sul tema. Come per i Governi, infatti, anche le singole Case hanno in mente una loro strategia. Che sia attendista, fatalista o una transizone già effettuata, vediamo le posizioni ufficiali dei principali costruttori del mondo dell’auto, da Abarth a Volvo.

EQS 580 4MATIC (Stromverbrauch kombiniert (NEFZ): 19,6-17,6 kWh/100 km; CO2-Emissionen: 0 g/km); Exterieur: obsidianschwarz; Interieur: Leder nappa schwarz // EQS 580 4MATIC (combined electrical consumption (NEDC): 19.6-17.6 kWh/100 km; CO2 emissions: 0 g/km); exterior: obsidian black; interior: leather nappa black

Come cambierà il mondo dopo lo stop alla vendita di auto termiche in Europa?

E dopo questa carrellata, è il momento di trarre le conclusioni. Ora abbiamo tutti gli strumenti per capire cosa significhi davvero lo stop alla vendita di auto termiche ed ibride in Europa, di cui si è parlato tanto ma non si è scesi troppo nei dettagli per comprenderlo davvero. Il 2035 sarà un anno importante per la mobilità, ma non sarà l’apocalittico Anno Zero di cui molti parlano. Anche tra 15 anni vedremo ancora auto termiche in circolazione in Europa, mentre nel resto del Mondo le termiche saranno ancora prevalenti. Nonostante i proclami, infatti, in alcune zone rurali del mondo è folle pensare di portare la mobilità elettrica, in Paesi dove persino la benzina non è diffusa in maniera capillare come in Europa.

Di certo quindi, nonostante i proclami di cambiamento drastico ed epocale, la realtà sembra aprire ad una transizione più graduale di quella tanto temuta oggi. Di certo, per, per molti di noi il futuro tra 10 anni sarà elettrico. Per chi vive in città, per chi fa pochi km, per chi semplicemente ritiene l’auto solo un mezzo di trasporto, l’auto sarà elettrica o a idrogeno. Ma, e spero di non essere smentito, penso che l’auto passionale potrebbe rimanere termica. Potrebbero nascere officine di conversione a motori più puliti di auto sportive, o di installazione di componenti per utilizzare i carburanti sintetici. Un po’ come successe negli anni ’90, dopo l’abbandono della benzina al piombo. L’auto a benzina rimarrà una gioia per chi davvero ama i motori, una minoranza che, nel totale, verrà controbilanciata da chi, per la propria auto di tutti i giorni, passerà alle zero emissioni.

Questi però sono sogni e speranze di un appassionato di motori. La realtà parla di una situazione che sarà meno drastica di quanto sembri oggi, ma comunque inevitabile. Certo, al momento un salto verso la sola mobilità elettrica o a idrogeno sembra folle, a causa anche di una tecnologia non ancora pronta per essere di massa e infrastrutture insufficienti. Il progresso, però, è velocissimo: basti pensare che 10 anni fa l’elettrica con la maggiore autonomia aveva 250 km, e oggi è facile superare i 500 con elettriche “normali”, alla portata di tanti. A questa velocità, le ansie odierne da autonomia e peso potrebbero essere presto un ricordo, a cui guarderemo con un sorriso. E chissà che, visto che siamo capaci di adattarci e abituarci a tutto, potremo essere grati un giorno di questa transizione…

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