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AutoGli Editoriali di Tech PrincessMotori

Quando non si potrà più guidare l’auto a combustile fossile?

Dal 2035 non ci saranno più auto termiche nuove, neanche ibride. Gli scenari e le posizioni delle diverse Case verso il futuro della mobilità

Lo diciamo sempre, quando parliamo di auto elettriche o di notizie riguardanti i nuovi modelli a batterie: presto, acquistare automobili termiche non sarà più possibile. E non lo diciamo noi, bensì l’Unione Europea, che ha deciso come entro il 2035 dovrà avvenire lo stop della vendita di auto termiche. Tra la regola europea e la sua attuazione, però, ci sono ancora circa 15 anni e tanti scenari: quindi quando non si potrà più guidare l’auto con motore termico? Oggi capiremo quali sono le direttive che arrivano direttamente dall’Unione, le varie strategie delle Case e anche cosa voglia dire all’atto pratico questo stop alla vendita di auto termiche. Pronti a capirne molto di più?

La decisione di Bruxelles: dal 2035 stop alla vendita di auto termiche, anche a gas o… ibride!

Partiamo subito dalla notizia scatenante, ovvero dalla decisione dell’Unione Europea di mettere una data, un paletto invalicabile per lo stop della vendita di auto termiche. La notizia non è nuovissima, ma già nota: a metà luglio di quest’anno, infatti, la Commissione Europea di Bruxelles, presieduta dalla Presidente della Commissione, la tedesca Ursula Von der Leyen, ha presentato il piano Fit for 55. In questo pacchetto sono inserite diversi piani su numerosi arogmenti, dal trasporto aereo alla produzione di energia ad, ovviamente, il trasporto privato. L’obiettivo di questo pacchetto è ridurre del 55% entro il 2035 le emissioni di gas serra dell’intera Unione Europea.

Una delle soluzioni pensate dalla Commissione, come avrete ormai intuito, è stata quella di porre una “data di scadenza”, uno stop forzato alla vendita di auto termiche. Questo stop è fissato al 2035, ovvero a circa 15 anni da oggi. Da quell’anno, le uniche automobili in vendita per il pubblico saranno o elettriche o a idrogeno. Niente benzina o diesel, niente gas naturali, ma non c’è spazio neanche per carburanti sintetici o per le ibride, totalmente cancellate ed equiparate alle classiche vetture termiche con questo provvedimento. Un cambiamento epocale, destinato ovviamente a fare discutere e a dividere la popolazione tra chi è felice di questa soluzione e chi proprio non la capisce. La stessa Commissione sa benissimo che si tratti di una soluzione impopolare e molto repentina.

“Oggi presentiamo una strategia con la quale raggiungere i nostro obiettivi climatici, che non sono solo un impegno politico, sono ormai un obbligo giuridico”, ha dichiarato in quei giorni Von der Leyen. “Cambiamenti di questo tipo non sono mai facili. Molti diranno che dobbiamo fare meno e più lentamente. Ma nella situazione in cui versa il nostro pianeta fare meno significa non fare nulla, e non possiamo permettercelo. La critica maggiore mossa a questo provvedimento è quella, al momento sacrosanta, secondo la quale al momento le infrastrutture di tutte le zone d’Europa, dalle più green alle meno aperte all’auto elettrica, non siano pronte. Poche colonnine, pochissime le stazioni di servizio di idrogeno: al momento, una transizione completa sembra un’utopia.

Ma l’Unione Europa questo lo sa fin troppo bene, ed infatti è pronta ad agire. Saranno infatti messi a disposizione dei Governi statali dei fondi per la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto sostenibile di persone e merci su gomma, rotaia, mare o per vie aeree. Rimanendo nel campo delle auto, la Commissione ha stabilito come ogni Governo dovrà impegnarsi per garantire centri di ricarica per auto elettriche almeno ogni 60 km, e un distributore di idrogeno almeno ogni 150 km. Prima dello stop definitivo, inoltre, la Commissione sta pensando ad un passaggio graduale. Come? Individuando un’altra data importante per il blocco, quella del 2030. Da quell’anno, si punta ad imporre una riduzione del 60% delle emissioni delle auto nuove rispetto ai livelli odierni, puntando su elettrificazione e combustibili più puliti.

Stop alla vendita di auto termiche o stop alla circolazione? Facciamo chiarezza su cosa succederà dopo il 2035

Dal 2035, quindi, tutti dovremo passare obbligatoriamente alle automobili elettriche o a idrogeno. Giusto? Beh, no: il provvedimento infatti non bandisce completamente dalla circolazione pubblica le automobili dotate di un motore a combustione interna, termiche pure o ibride che siano. Una soluzione del genere sarebbe stupida e anti-ecologica: se per ridurre le emissioni decidiamo di buttare tutte le automobili termiche generando rifiuti e emettendo emissioni per il loro riciclo, il problema non si risolverebbe, ma anzi si amplificherebbe. Lo stop infatti riguarda solo la vendita di auto termiche, non il loro utilizzo.

Questo significa che fino al 2035 si potranno acquistare automobili nuove dotate di motore termico, presumibilmente ibride. Dalla fine del 2035, invece, queste auto non saranno più producibili e vendibili dalle Case, per lo meno sul territorio europeo. Ma le automobili termiche vendute entro quella data non saranno bandite, ma bensì potranno essere ancora utilizzabili. Quanto? Al momento, non ci sono indicazioni su questo argomento. In teoria, quindi le automobili con motore termico potranno circolare fino alla fine della loro vita utile. Alcuni analisti hanno ipotizzato come termine ultimo per le automobili termiche come mezzo di trasporto popolare e di massa il 2050. Molto probabilmente però le automobili sportive e quelle d’epoca rimarranno utilizzabili anche oltre questa data, sempre che i costi lo permettano.

Seppur infatti non ci siano dei veri e propri ban alla circolazione dopo il 2035, è da vedere quanto costerà dopo questa data circolare con un’auto termica. Restando in Italia, ad esempio, il bollo dovrebbe essere decisamente maggiorato, e commisurato in base al livello di inquinamento, così come l’assicurazione. Chissà poi quanto costerà e quanto sarà diffusa la benzina o il gasolio, e se ci saranno alternative pulite come i carburanti sintetici. In ogni caso, però, a meno di vedere il prezzo della benzina schizzare a 100 euro al litro, le automobili termiche potranno circolare anche dopo il 2035, ma non potranno più essere prodotte e vendute nuove. Altro discorso meriterebbe il mercato dell’usato: al momento infatti non ci sono direttive sul mercato di seconda mano. Chissà che dal 2036 non si potranno acquistare automobili km0 termiche…

Ma le Case che cosa pensano di tutto questo? La soluzione migliore è la multimodalità, ma la politica vuole l’elettrico…

Sfortunatamente, però, al momento possiamo fare solo delle supposizioni su cosa potrebbe succedere dopo il 2035. Solo avvicinandoci a quella data potremo scoprire gradualmente cosa succederà, in un futuro avvolto ancora in un alone di mistero. Per il mondo dell’auto di 15 anni oltre oggi abbiamo una sola certezza indiscussa: la mobilità a zero emissioni, elettrica o ad idrogeno.

Ma finora abbiamo parlato solamente di Unione Europea e di supposizioni sullo scenario dopo il 2035. Abbiamo evitato finora di parlare dei veri protagonisti del mondo dell’auto: i costruttori. Cosa ne pensano infatti le Case, coloro che le auto le progettano, le assemblano e le vendono, dello stop alle vendite di auto termiche? La risposta è difficile, perchè ha diversi livelli di interpretazione. Da un lato, in questi mesi stiamo vedendo come sempre più aziende si sitano tuffando anima e corpo nell’automobile elettrica, ritenendola la panacea di tutti i mali del mondo della mobilità, come la Commissione Europea. La decisione presa dalla Commissione è stata una decisione spinta da motivazioni ambientali, certo, ma principalmente politica.

L’Europa vuole essere il primo Continente ad essere carbon neutral, il primo ad ottenere una mobilità il più sostenibile possibile, anche a costo di imporre il cambiamento. Ed è proprio questa una delle criticità: seppur faccia felice una grande fetta di europei, dal punto di vista scientifico e tecnico l’imposizione dell’auto elettrica non trova tutti d’accordo. Diverse Case, come Mazda o BMW, credono che il futuro sia elettrico, ma non solo. Per molti la parola d’ordine è multimodalità: un approccio più flessibile e capace di adattarsi alle esigenze di ognuno di noi. Tanti infatti puntano ancora all’ibrido, considerata una tecnologia di transizione perfetta per permettere alle infrastrutture di tenere il passo della nuova mobilità. Altre Case ancora pensano che il motore termico abbia ancora tanto da dare, magari in accoppiata a carburanti sintetici e alternativi, capaci di ottenere emissioni di gas serra minori nel ciclo di vita di un’auto elettrica.

La posizione dell’Italia sullo stop alla vendita di auto termiche: ipotesi di spostare il ban alle auto termiche al 2040

Registrate le idee e le posizioni delle Case, però, bisogna ricordare come, alla fine, è la legge a decidere. Nonostante quindi alcuni pensino che non sia la soluzione, la transizione alla mobilità elettrica è stata ormai decisa e pianificata, e non si possa tornare più indietro. Dura lex, sed lex. Nulla però vieta di effettuare un’opera di mediazione, cambiando alcuni parametri, includendo magari i combustibili alternativi o, come avallato da alcune Case come Renault, posticipando di qualche anno la transizione.

Il CEO del Gruppo Renault Luca De Meo, che crede nell’elettrico ma anche nella tecnologia ibrida, ha chiesto a più riprese uno slittamento di 5 anni dell’entrata in vigore dello stop alla vendita di auto termiche, dal 2035 al 2040. In questo modo, ha spiegato il manager milanese, ci sarebbero più tempo e più possibilità di adeguare le infrastrutture e instaurare un cambiamento graduale.

E De Meo non è l’unico a pensarla così: ci sono infatti diversi Stati che vorrebbero posticipare questa scadenza almeno di 5 anni, per avere così più tempo per adeguarsi. Ci sono ovviamente i più virtuosi, come la Norvegia, che invece ha annunciato che nel Paese lo stop alla vendita di auto termiche al 2025, tra soli 4 anni. C’è da dire che però, già oggi, le infrastrutture di ricarica sono estremamente capillari, e oltre il 70% del mercato del nuovo è già elettrico. Negli altri Paesi, invece, la discussione si infervora.

Senza fare una carrellata di tutti i Paesi europei, concentriamoci per un momento sul nostro, l’Italia. Il nostro Governo infatti sarebbe uno di quelli che punta ad una proroga di 5 anni del provvedimento, facendolo cadere nel 2040. Secondo il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, la data giusta per lo stop alla vendita di auto termiche è proprio il 2040. “Nel Governo ci stiamo ancora ragionando”, ha riportato Giovannini in un’intervista ai colleghi de La Repubblica. “Ci sono Paesi, come quelli del Nord Europa, che hanno fissato il limite al 2030, e altri al 2040. Noi presto decideremo, ma direi che il 2040 è una data limite giusta.”. Tra poco meno di 20 anni quindi noi italiani non potremo più acquistare auto nuove dotate di motori termici, che siano queste benzina, diesel o ibride, di qualsiasi livello, mild, full o plug-in che sia.

I progetti delle singole Case: da Abarth a Volvo, le scadenze dei brand più importanti

Arriviamo allora all’ultima parte di questo nostro speciale, ovvero la posizione delle singole Case automobilistiche sul tema. Come per i Governi, infatti, anche le singole Case hanno in mente una loro strategia. Che sia attendista, fatalista o una transizone già effettuata, vediamo le posizioni ufficiali dei principali costruttori del mondo dell’auto, da Abarth a Volvo.

  • Abarth: lo Scorpione sarà, a sorpresa, la Casa ad effettuare per prima la transizione alla trazione elettrica nel Gruppo Stellantis. Dal 2024, infatti, tutti i modelli a marchio Abarth saranno totalmente elettrici. Come tornerà il carattere delle 595 con le auto elettriche? Lo scopriranno gli appassionati del prossimo futuro…
  • Alfa Romeo: un’altra Casa all’interno della galassia Stellantis, un’altra Casa sportiva. Alfa Romeo lancerà il suo primo modello totalmente elettrico (un B-SUV) nel 2024, mentre dal 2026 tutti i nuovi modelli saranno elettrici. Quando vedremo una gamma totalmente elettrica? Contando che dovrebbero arrivare Tonale, la nuova Giulia e altri modelli, il 2035 potrebbe essere la data per Alfa.
  • Alpine: la piccola Casa francese sarà una delle prime a fare all-in sull’elettrico. Dopo la fine della carriera dell’attuale A110, infatti, prevista per il 2024, la sostituta della sportiva francese e tutti gli altri modelli, probabilmente le versioni sportive delle auto Renault, saranno completamente elettriche.
  • Audi: dal 2026 la Casa di Ingolstadt presenterà sul mercato mondiale solo modelli elettrificati, tra elettriche ed ibride. La data in cui invece smetterà di produrre motore e modelli con motore endotermico è il 2033.
  • BMW: la Casa bavarese è una di quelle che supporta la multimodalità più che una sola opzione di scelta. Forte del suo slogan The Power of Choice, BMW continuerà a proporre modelli termici, ibridi e a benzina ancora a lungo. Nonostante questo, però, anche a Monaco si piegheranno alle disposizioni europee: dal 2026, infatti, verranno realizzati solo nuove motorizzazioni elettriche, continuando lo sviluppo ma senza creare nuovi motori termici o sistemi ibridi.
Dacia Spring snapchat copertina
  • Cadillac e Chevrolet: nonostante General Motors, il Gruppo americano di cui fanno parte queste due Case, non debba per forza sottostare alle regole europee, GM ha dichiatato che Cadillac e Chevrolet diventeranno 100% elettriche nel 2035.
  • Citroen: la Casa del Double Chevron sta già facendo un passo verso la mobilità elettrica, con la Citroen e-C4 che sta riscuotendo un ottimo successo e la originale Ami che si propone come auto perfetta per la micromobilità. In ogni caso, il brand francese completerà la sua transizione entro il 2030.
  • DS: se Citroen sta cominciando a muoversi verso l’elettrificazione, la sua cugina lussuosa DS è già concentrata sull’argomento. La DS3 Crossback E-Tense è la prima elettrica della Casa, e tutti gli altri modelli della gamma sono disponibili con motorizzazione ibrida plug-in. Il futuro, anche per DS, è elettrico: dal 2024 tutti i nuovi modelli saranno a zero emissioni.
  • Dacia: la Casa romena è ancora dotata di una gamma estremamente dipendente da motorizzazioni termiche. L’anno prossimo arriverà la prima ibrida by Dacia, la Jogger che sfrutterà il sistema Renault E-Tech. In parallelo, però, Dacia sta ottenendo degli ottimi risultati con la sua prima elettrica, la Spring, l’auto EV più economica sul mercato. Dopo questo exploit, dal 2026 arriveranno nuovi modelli elettrici dalla Casa.
  • Ferrari: ci tuffiamo nel lusso con Ferrari, che lancerà la sua prima auto elettrica nel 2025. Non ci sono ancora dettagli per le strategie future di un brand che, siamo sicuri, farà di tutto per mantenere il più a lungo possibile i suoi inimitabili motori a benzina.
  • FIAT: la Casa torinese sta ottenendo degli ottimi risultati di vendite con la sua prima elettrica moderna, la 500 E. Il prossimo anno dovrebbe arrivare l’attesissima sostituta della Panda, basata sul concept elettrico Centoventi. Dal 2025, FIAT avrà una gamma a prevalenza elettrica, e dal 2030 l’intera gamma sarà formata da EV.
  • Ford: la Casa di Dearborn vuole avere almeno una versione ibrida plug-in o elettrica per ogni modello venduto in Europa dal 2026. Per vedere una gamma priva di motori termici invece bisognerà aspettare il 2030. Ma questo cambiamento arriverà solo in Europa: nel resto del mondo, avanti tutta con i motori a combustione interna.
  • Honda: ci sono diversi costruttori giapponesi dubbiosi di questa corsa all’elettrico. Una di queste è Honda, che ritiene come la sua tecnologia ibrida e:HEV sia ottima per limitare emissioni e consumi. Anche dopo il lancio della sua prima elettrica, la carismatica Honda e, la Casa giapponese crede ancora nella tecnologia ibrida. Dal 2030 infatti due terzi della sua produzione mondiale sarà elettrificato, tra modelli elettrici e una grande fetta di ibride.
  • Hyundai: dal Giappone alla Corea, Hyundai punta su elettriche, ibride e sulla tecnologia ad idrogeno. Quest’anno è arrivata Ioniq 5, ed entro il 2025 vedremo 11 nuove elettriche tra i 23 nuovi progetti elettrificati della Casa.
  • KIA: la cugina di Hyundai condivide con lei la strategia verso l’elettrificazione, ma decide di dare i numeri. Nei prossimi anni vedremo infatti la Strategia 25: il 25% dei modelli entro il 2025 saranno elettrici o a zero emissioni.
  • Jaguar: la Casa di Coventry abbandonerà i nuovi modelli termici molto presto: dal 2025 tutte le nuove auto a marchio Jaguar saranno elettriche.
  • Land Rover: nonostante la sua vocazione fuoristradistica, Land Rover punterà a rinnovarsi con forza verso l’elettrificazione nei prossimi anni. Dal 2026, infatti, anche la Casa inglese abbandonerà i motori a gasolio, mentre dal 2030 il 60% della gamma sarà elettrica.
  • Jeep: il brand americano punta tutto sulla sua tecnologia 4xe al momento. Gli sforzi della Casa sono infatti tutti concentrati sul suo sistema ibrido plug-in, che presto sarà su tutti i modelli della gamma. E le elettriche? Al momento tutto tace dagli States…
  • Lancia: la Casa di Borgo San Paolo si trova in una situaizone dove, con un solo modello a listino in Italia, è facile reinventarsi. Tra 3 anni arriverà la nuova Ypsilon, che sarà ibrida e, dal 2024, elettrica. Proprio da quell’anno tutte le nuove Lancia saranno esclusivamente elettriche, tra cui la nuova Delta attesa per il 2026.
  • Lotus: la Casa di Hethel ha lanciato quest’estate il suo ultimo modello termico, la Emira. Dopo di lei, tutte le nuove automobili lanciate da Norwich saranno elettriche.
EQS 580 4MATIC (Stromverbrauch kombiniert (NEFZ): 19,6-17,6 kWh/100 km; CO2-Emissionen: 0 g/km); Exterieur: obsidianschwarz; Interieur: Leder nappa schwarz // EQS 580 4MATIC (combined electrical consumption (NEDC): 19.6-17.6 kWh/100 km; CO2 emissions: 0 g/km); exterior: obsidian black; interior: leather nappa black
  • Maserati: la mitica Casa modenese lancerà i suo primi modelli elettrici nei prossimi anni, con la MC20 elettrica e la versione a batterie della nuova e ancora inedita Granturismo. Ci saranno però due anime: quella ecologica, con le elettriche, e quella emozionale, con le sportive dotate del nuovo motore V6 Nettuno sviluppato in casa.
  • Mazda: tra i fautori della multimodalità c’è di certo Mazda. Dopo aver appena annunciato il debutto di una nuova piattaforma a trazione posteriore, di un nuovo 6 cilindri in linea benzina e del ritorno del rotativo come generatore sulla sua MX-30, la Casa di Hiroshima lancerà dal 2030 solo modelli elettrificati. Non sembra però intenzionata ad uniformarsi e a lanciare solo elettriche dal 2035.
  • Mercedes-Benz: la Casa di Stoccarda ha messo in piedi un piano ventennale, Ambition 2039, che la porterà ad essere carbon neutral entro il 2039 appunto. Dal 2030, tutta la gamma della Stella sarà elettrica.
  • MINI: le piccole auto inglesi sono già in fase di transizione: dopo il lancio della prima MINI elettrica, la Cooper S E, la Casa di Oxford diventerà 100% elettrica dal 2030.
  • Mitsubishi: all’interno del Gruppo Renault, Mitsubishi è quella più impacciata nella corsa all’elettrico. Forte della sua pionieristica tecnologia PHEV su Outlander, però, la Casa dei Tre Diamanti cercherà di avere il 50% della sua gamma globale elettrificata entro il 2030.
  • Nissan: da una Casa nella galassia Renault indietro sull’elettrico a chi ne è invece stato pioniere. Nissan infatti ha in programma di avere il 50% della gamma elettrificata entro il 2025, tra modelli elettrici e auto dotate della tecnologia e-POWER proprietaria. Nel 2030, invece, tutta la gamma sarà elettrificata.
  • Opel: per il costruttore di Russelsheim il futuro è già in atto: dopo la Corsa, disponibile sia come termica che come elettrica, ogni modello della Casa sarà disponibile anche in versione EV dal 2024. Del 2028, invece, tutta la gamma sarà 100% elettrica.
  • Peugeot: rimanendo in casa Stellantis, il Leone sta continuando ad introdurre modelli ibridi o elettrici su tutta la gamma. Al momento, infatti, a parte la piccola 108 e la familiare 5008 tutti i modelli Peugeot sono disponibili o come ibride o come elettriche. Dal 2023, l’85% della gamma sarà elettrificata, una percentuale che raggungerà il 100% nel 2025. E il passaggio all’elettrico? Non è stato ancora definito.
  • Porsche: la leggenda di Zuffenhausen sta portando avanti in parallelo la produzione di motori termici tradizionali, nuove elettriche in arrivo (come Macan e le nuove 718 Boxster e Cayman) e la creazione di carburanti sintetici. Il futuro di Porsche sarà quindi parecchio interessante, senza ancora date certe.
  • Renault: la Renaulution messa in atto da Luca de Meo punta sia sull’elettrico puro che sulla tecnologia ibrida E-TECH. Per questo, la Casa chiede all’UE una proroga al 2040 del ban delle auto termiche e ibride, visti anche gli investimenti su una tecnologia complessa come E-TECH, su cui però puntano molto. E infatti, dal 2035 tutta la gamma Renault sarà elettrificata.
  • Smart: questa è la prima Casa ad aver già effettuato con successo la transizione: dal 2020, tutti i modelli presenti e futuri di Smart sono 100% elettrici.
  • Skoda, SEAT, Cupra e Volkswagen: le quattro Case “generaliste” del Gruppo Volkswagen condividono per ora la strategia, supportata da enormi investimenti. Entro il 2035, il 75% delle auto vendute in scala mondiale saranno elettriche, mentre tra il 2035 e il 2040 ci sarà la transizione completa.
  • Subaru: la Casa delle Pleiadi lancerà l’anno prossimo la sua prima elettrica, la Solterra, ed entro il 2035 avrà l’intera gamma elettrificata.
  • Toyota: eccoci arrivati ad una delle Case che ha spinto maggiormente l’elettrificazione nel mondo dell’auto. Pioniera dell’automobile ibrida, Toyota continua a puntare sulla sua tecnologia Hybrid, e non vuole rinunciarci. Anzi: dal 2022, la sua intera gamma sarà formata da modelli elettrificati. Per la transizione completa all’elettrico, però, bisognerà aspettare fino ad almeno il 2040. Il suo primo modello elettrico è infatti la UX 250e, venduta col marchio di lusso Lexus. Per vedere la prima Toyota elettrica, dovremo aspettare ancora tanto.
  • Volvo e Polestar: chiudiamo con la scandinava Volvo. La Casa di Goteborg e la sua sorella (già completamente elettrificata) Polestar hanno in programma di vendere il 50% di vetture elettriche nel 2025, per arrivare al 100% nel 2030.

Come cambierà il mondo dopo lo stop alla vendita di auto termiche in Europa?

E dopo questa carrellata, è il momento di trarre le conclusioni. Ora abbiamo tutti gli strumenti per capire cosa significhi davvero lo stop alla vendita di auto termiche ed ibride in Europa, di cui si è parlato tanto ma non si è scesi troppo nei dettagli per comprenderlo davvero. Il 2035 sarà un anno importante per la mobilità, ma non sarà l’apocalittico Anno Zero di cui molti parlano. Anche tra 15 anni vedremo ancora auto termiche in circolazione in Europa, mentre nel resto del Mondo le termiche saranno ancora prevalenti. Nonostante i proclami, infatti, in alcune zone rurali del mondo è folle pensare di portare la mobilità elettrica, in Paesi dove persino la benzina non è diffusa in maniera capillare come in Europa.

Di certo quindi, nonostante i proclami di cambiamento drastico ed epocale, la realtà sembra aprire ad una transizione più graduale di quella tanto temuta oggi. Di certo, per, per molti di noi il futuro tra 10 anni sarà elettrico. Per chi vive in città, per chi fa pochi km, per chi semplicemente ritiene l’auto solo un mezzo di trasporto, l’auto sarà elettrica o a idrogeno. Ma, e spero di non essere smentito, penso che l’auto passionale potrebbe rimanere termica. Potrebbero nascere officine di conversione a motori più puliti di auto sportive, o di installazione di componenti per utilizzare i carburanti sintetici. Un po’ come successe negli anni ’90, dopo l’abbandono della benzina al piombo. L’auto a benzina rimarrà una gioia per chi davvero ama i motori, una minoranza che, nel totale, verrà controbilanciata da chi, per la propria auto di tutti i giorni, passerà alle zero emissioni.

Questi però sono sogni e speranze di un appassionato di motori. La realtà parla di una situazione che sarà meno drastica di quanto sembri oggi, ma comunque inevitabile. Certo, al momento un salto verso la sola mobilità elettrica o a idrogeno sembra folle, a causa anche di una tecnologia non ancora pronta per essere di massa e infrastrutture insufficienti. Il progresso, però, è velocissimo: basti pensare che 10 anni fa l’elettrica con la maggiore autonomia aveva 250 km, e oggi è facile superare i 500 con elettriche “normali”, alla portata di tanti. A questa velocità, le ansie odierne da autonomia e peso potrebbero essere presto un ricordo, a cui guarderemo con un sorriso. E chissà che, visto che siamo capaci di adattarci e abituarci a tutto, potremo essere grati un giorno di questa transizione…

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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