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Gasoline Rainbow: com’è il film dei fratelli Ross, su MUBI dal 31 maggio

Periodicamente recensiamo film del palinsesto di MUBI, piattaforma di cinema in streaming che si distingue per la qualità del suo catalogo.

Che siano recuperi più o meno celebri del passato o nuove proposte, le pellicole a disposizione degli abbonati titillano la curiosità dei cinefili e degli amanti dei cosiddetti film d’essai.

Abbiamo avuto il privilegio di vedere in anteprima Gasoline Rainbow, ultima opera dei fratelli Ross, che sarà disponibile su MUBI a partire da venerdì 31 maggio.

Gasoline Rainbow: i registi

Gasoline Rainbow è l’ultima opera dei fratelli Bill e Turner Ross, nati rispettivamente nel 1980 e 1982, e considerati tra i più promettenti registi del cinema indipendente americano. I due hanno all’attivo pellicole come WesternBloody Nose Empty Pocket,  realizzate con un budget limitato e all’insegna di una certa libertà e di un certo sperimentalismo, sia dal punto di vista registico che recitativo.

Immagine dal film Gasoline Rainbow: i cinque ragazzi camminano su una strada asfaltata tra campi di grano

Gasoline Rainbow

I fratelli Ross hanno fatto sapere di aver pensato il film durante i mesi del lockdown.

Gasoline Rainbow è stato presentato in anteprima mondiale all’ottantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il 7 settembre 2023. È stato in lizza per il concorso Orizzonti, dedicato a opere rappresentative delle nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale.

Gasoline Rainbow è uscito nelle sale il 10 maggio 2024 e farà parte del palinsesto di MUBI da venerdì 31 maggio 2024. Lo abbiamo visto in anteprima per voi.

La trama

Terminato il liceo, e con le idee decisamente confuse sul proprio futuro (ma anche sul proprio passato), cinque giovani dell’Oregon si mettono in viaggio.

Sono tre ragazzi e due ragazze, che a bordo di un furgone scalcagnato hanno come unico obiettivo quello di raggiungere una festa (la “Festa della fine del mondo”) sulla costa del Pacifico, a cinquecento miglia di distanza.

Presto impossibilitati a proseguire in furgone, conosceranno una serie di personaggi eccentrici (gli anglofoni adopererebbero i termini outsider e loser), che li aiuteranno a continuare l’itinerario con i mezzi più disparati, dalla barca al treno, passando pure per lo skateboard.

Le caratteristiche di Gasoline Rainbow

La pellicola è un aperto omaggio al genere, quasi prerogativa statunitense, dell’on the road, che ha nell’omonimo romanzo di Jack Kerouac e nel film Easy Rider di Dennis Hopper le due opere forse più celebri e rappresentative.

Il film, come è accaduto nei precedenti lavori dei fratelli Ross, è movimentato da una certa libertà espressiva. Anzitutto, quella della macchina da presa (che, talvolta, strizza in modo sin troppo esplicito l’occhio al videoclip). E poi quella dei giovani attori, che recitano affidandosi in parte all’improvvisazione, e creando un’illusoria mimesi della realtà, al punto che alcuni critici hanno (in modo impreciso) etichettato Gasoline Rainbow come opera al confine tra fiction e documentario.

Easy Rider
  • Fonda/Hopper (Attore)

La nostra (non tenera) critica

Tuttavia, a parte questa volontà di sperimentare, Gasoline Rainbow ci è sembrato davvero povero di originalità e di guizzi.

Tutti i temi del viaggio di iniziazione dei giovani, che già erano triti cinquant’anni fa, sono presentati senza timore di esprimere concetti già visti e rivisti. I cinque ragazzi badano a bere alcol, fumare marijuana, cacciarsi nei guai, affrontare i grandi temi esistenziali in lunghi (e francamente stucchevoli) discorsi.

Casualmente, poi, la totalità dei personaggi che incontrano nel loro peregrinare sono ipercaratterizzati, risultando in definitiva delle macchiette. Eppure, nonostante la loro condizione sociale di emarginati, non lesinano consigli esistenziali.

Descrivere il mondo dei giovani in modo vivido e onesto è difficilissimo, e si rischia il paternalismo o (come è accaduto in How to have sex) un eccesso di immedesimazione.

Qui c’è ancora meno: una carrellata di luoghi comuni dell’on the road che fa apparire i cinque protagonisti come emblema di una generazione sradicata dal passato, e incapace di costruirsi o anche solo di auspicare un solido futuro. In mezzo, alcol a fiumi, spinelli (spesso di dimensioni abnormi, come quello di Nanni Moretti in Caro Diario, ma lì l’intento era autoironico), desiderio di fuga, pensieri e frasi così grandi da apparire come ingestibili.

Se questa è la giovinezza, dateci una bocciofila.

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Source
MUBI

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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