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Il gioco delle coppie: la nascita dei dating game televisivi. La macchina del tempo

La mitica trasmissione condotta da Marco Predolin

Siti e app di incontri (dalle finalità più o meno esplicite), sappiatelo: non avete inventato niente.

Negli anni Ottanta del secolo scorso, in Italia sono arrivati i dating game (giochi d’incontri) televisivi, e se si voleva concorrere per assicurarsi un partner – che naturalmente non si era mai visto prima, e dunque quasi mai rispondeva alle attese – bisognava partecipare.

Il programma televisivo di cui parleremo oggi è in realtà l’evoluzione di una precedente trasmissione, una specie di gioco pilota a cui però – come vedremo – mancava almeno una componente essenziale.

Eccoci dunque pronti a parlare de Il gioco delle coppie, ma prima ancora di ciò che è stato il suo antesignano, M’ama non m’ama.

Predolin Il gioco delle coppie

Da M’ama non m’mama al Gioco delle coppie

Eh sì, milioni di italiani non avrebbero mai potuto fare i voyeur con Il gioco delle coppie, e sapere in anticipo chi si celava dietro il muro (vi diremo tutto a breve), se prima non ci fosse stato M’ama non m’ama.

Questo programma ha portato in italiano un curioso ibrido, un quiz a premi intersecato con il dating game. La trasmissione mimava infatti lo statunitense The Dating Game, e ha fatto il suo esordio su Rete4 nel febbraio del 1983. Una curiosità: l’editore dell’emittente era allora Arnoldo Mondadori, a cui sarebbe poi subentrato Fininvest nel 1984.

Alla conduzione c’era già lui, Marco Predolin, su cui necessariamente torneremo. E c’era anche, ereditata da Il gioco delle coppie, l’intuizione (tanto… primitiva quanto vincente) di suddividere i concorrenti nei “cacciatori” e nella “preda”.

Ma mancava ancora un fondamentale elemento, il già citato muro. Pazientate, ci arriveremo.

Il gioco delle coppie

M’ama non m’ama, con alcune pause e con diversi conduttori, ha proseguito sino al 1994.

Ma soprattutto ha dato il la a Il gioco delle coppie, che Predolin ha condotto dal 1984 al 1990, passando per tutt’e tre le reti ammiraglie Fininvest, per lasciare il posto a Corrado Tedeschi dal 1990 al 1992. Il programma ha avuto infine un altro biennio di programmazione, in cui si è chiamato prima Il nuovo gioco delle coppie e poi Il gioco della coppie beach.

Il programma

Come dicevamo, Il gioco delle coppie ha ereditato da M’ama non m’ama la natura ibrida di quiz a premi e di dating game.

Di volta in volta c’era un “cacciatore”. Che, va detto affinché il gioco non venga tacciato di maschilismo, poteva essere un uomo o una donna. Costui o costei doveva scegliere il partner fra tre “prede”, in base alle risposte che le prede stesse davano ad alcune sue domande.

La preda che forniva le risposte più in linea con le aspettative del cacciatore veniva infine prescelta, e i due – anche se c’era il forte rischio che si sarebbero detestati dopo dieci minuti – partivano insieme grazie al viaggio premio messo in palio dal programma.

Ma perché Il gioco delle coppie attirava il pubblico? Secondo noi, per tre motivi.

Un gioco primitivo

Al di là del fatto che Il gioco delle coppie è andato in onda nelle allora nuovissime e fastosissime reti Fininvest, ai nostri lettori non sarà sfuggito che la trasmissione si basava su uno degli istinti primordiali dell’uomo: quello dell’accoppiamento. Eh sì, parliamoci chiaro. Ma quale amore, ma quale sentimenti. C’era un “cacciatore” e c’erano le “prede”, e come al solito poche parole dicono più di mille ragionamenti.

Poi sì, se vogliamo aggiungere un elemento psicologico, il gioco fungeva anche da proiezione di molti che sognavano l’anima gemella, o la fuga amorosa (magari dal proprio partner), ma non si potevano permettere né l’una né l’altra.

Il muro

Ma veniamo finalmente al citatissimo muro.

In M’ama non m’ama preda e cacciatore si potevano guardare negli occhi da subito. E, se ricordiamo bene, si avvicinavano o allontanavano a seconda delle risposte giuste o sbagliate che fornivano, per cui dovevano muoversi su un’agghiacciante riproduzione scenografica di una margherita gigante.

Invece, ne Il gioco delle coppie il cacciatore non poteva vedere la preda prescelta. Un muro separava i due. A fine trasmissione, Predolin avvicinava il cacciatore al muro, gli o le chiedeva di descrivere il partner ideale, poi il muro scorrevole si apriva e, nove volte su dieci, la preda aveva le caratteristiche antropometriche opposte rispetto a quelle desiderate.

Figuratevi come avrebbe funzionato il viaggio premio.

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Marco Predolin

Terzo elemento di successo della trasmissione, Marco Predolin.

Perfetta icona degli anni Ottanta del Novecento, Predolin era un trentenne più piacente che bello, con riccioli sulle spalle, baffo furbetto e giacca – come andava di moda allora – di due misure più grande.

Dotato di un vago accento emiliano e un sorriso malizioso ma non troppo, Predolin rivestiva implicitamente il ruolo di maschio italiano a cui tutte le donne potevano ambire: simpatico, affabile, non splendido e dunque raggiungibile.

Era tutto smaccatamente schematico ed elementare, lo sappiamo: eppure, o forse proprio per questo, ha funzionato.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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