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Come è cambiato: il televisore

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televisore come è cambiato

Scopriamo come è cambiato il televisore nel corso dei decenni, dai primi modelli alle attuali smart TV.

E come, assieme all’apparecchio televisivo, è cambiata anche la tecnologia della televisione.

Piccola precisazione terminologica

Come per la questione arancio-arancia (il primo è l’albero, il secondo è il frutto) ogni tanto ci si confonde tra i termini televisore e televisione. Ricordiamo quindi che il televisore è l’apparecchio televisivo, mentre la televisione è la trasmissione a distanza (tele-) di immagini in movimento quasi sempre accompagnate dal suono.

Poi è arrivato il termine TV a complicare tutto, perché lo si adopera indifferentemente sia per l’apparecchio che per la tecnologia.

Va anche detto che la differenza tra i termini televisore e televisione non è nemmeno troppo importante per l’articolo che state leggendo. Perché la storia dell’apparecchio televisivo va necessariamente di pari passo con quello della tecnologia e della programmazione televisiva.

Come è cambiato il televisore: i primi esperimenti

Già dalla fine degli anni Settanta dell’Ottocento si è cercato di sfruttare le qualità fotosensibili del selenio, lavorando ai primi sistemi di immagini. Ecco quindi simili esperimenti in diversi Paesi: Francia, Italia, Stati Uniti e Portogallo.

La prima TV italiana, datata 1936 (fonti, Wikipedia-L’illustrazione italiana)

La nascita del televisore: due date simbolo

È John Logie Baird che il 2 ottobre 1925 proietta la prima immagine televisiva. E il suo fattorino William Taynton, soggetto della ripresa, diventa il primo uomo a essere apparso in televisione. Inevitabile, quindi, che la nascita di televisore e televisione sia contemporanea.

L’apparecchio di Baird funzionava grazie a un sistema di scansione meccanico basato su un disco di Nipkow e, appunto, sulla fotosensibilità del selenio.

Baird comincia le esibizioni pubbliche del suo televisore meccanico, e nel 1927 sarà in grado di trasmettere da Londra a Glasgow, coprendo così 705 chilometri.

Ma proprio in quell’anno, e precisamente il 7 settembre, l’inventore statunitense Philo Farnsworth realizza il primo televisore elettronico. Basato cioè su un tubo a raggi catodici, rudimentale ma simile a quello che sarebbe rimasto in commercio per decenni.

Come è cambiato il televisore: dal bianco e nero ai colori

Dalla seconda metà degli anni Trenta del Novecento alcuni Paesi, tra cui la Germania, mandano in onda con regolarità i primi programmi televisivi. E le Olimpiadi di Berlino del 1936 saranno il primo grande evento sportivo filmato e teletrasmesso.

Nel 1942 negli Stati Uniti si contano settemila apparecchi televisivi.

Cominciano in quegli anni i primi esperimenti di televisori in grado di trasmettere immagini a colori. Le prime immagini a colori arriveranno nelle case delle famiglie statunitensi nel 1955.

Un anno prima, nel 1954, aveva fatto il suo esordio ufficiale il Programma Nazionale, la prima rete italiana. Anche se in realtà l’antenata di Rai 1 trasmetteva già con regolarità da più di un anno.

In Italia le TV a colori arrivano con estremo ritardo, nel 1977. Solo allora si era sbrogliata una polemica (anche politica) tra sostenitori del sistema di codifica PAL e SÉCAM.

Il boom della televisione

Intanto il televisore sta entrando nelle case di tutte le famiglie. Negli Stati Uniti, solo 3 milioni di persone possedevano un apparecchio nel 1950, ed ecco che nel 1961 erano diventati 57 milioni.

Nel 1960 la televisione è già approdata in cinquantasei Paesi in tutto il mondo, e il numero raddoppierà in dieci anni.

Tra gli anni Settanta e gli Ottanta altri quattro fattori consacrano il successo della TV: lo sviluppo delle emittenti private, la diffusione sempre più vasta dei videoregistratori, la nascita dei teletext (Televideo Rai è del 1981, a cui si sono presto affiancati servizi analoghi dei canali privati). Infine, le pay TV, che in Europa arrivano nel 1982 con la svizzera Teleclub.

Come è cambiato il televisore: LCD, plasma e oltre

Se la televisione si evolve, l’apparecchio televisivo non resta a guardare.

Dagli anni Novanta del secolo scorso si comincia ad abbandonare il tubo catodico, a favore di schermi sempre più piatti (e con sempre più pollici).

Le due tecnologie in eterna lotta da qualche tempo, plasma e LCD, hanno in realtà origini più remote: rispettivamente il 1964 e 1965.

Se la tecnologia per schermi al plasma permette di produrre TV decisamente molto grandi e sottili, quella LCD consente di mettere a punto apparecchi dotati di retroilluminazione basata su lampade a fluorescenza: di norma i consumi sono più bassi e i colori più vividi.

La tecnologia LED abbatte ulteriormente i consumi e migliora la luminosità.

C’è poi la recente tecnologia OLED, con schermi che producono luce propria grazie ai diodi organici. Ciò consente la produzione di schermi ultrasottili, e in alcuni casi addirittura pieghevoli.

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Non solo TV

Dagli anni Novanta il segnale inizia a passare dall’analogico al digitale, e dal prossimo 1 settembre in Italia si attuerà il passaggio al nuovo digitale terrestre.

Nel frattempo, la definizione migliora al punto che è persino difficile stare dietro alle nuove sigle. Ci eravamo appena abituati alle HD TV (televisori ad alta definizione) e abbiamo visto comparire l’Ultra HD, già soppiantato dall’HDR (High Dynamic Range, ovvero elevata gamma dinamica). Si tratta di una tecnologia che aumenta il contrasto e la profondità dei colori, sino a raggiungere quasi il livello di percezione dell’occhio.

Intanto, la risoluzione dei pixel è arrivata alla sigla 4K.

Ma la rivoluzione forse più grande degli ultimi anni è la comparsa delle Smart TV. Il televisore smette di essere solo lo strumento per fruire passivamente di programmi televisivi e, grazie alla formula sempre più in auge dell’all in one, si integra col Web, con la domotica e con tutti i nostri device.

Da quel 2 ottobre del 1925, in meno di un secolo si è fatta davvero tanta strada.

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