Una microscopica USS Voyager di Star Trek ha iniziato il suo viaggio. La versione da pochi micron dell’astronave di classe Intrepid non attraversa l’interminabile buio dello spazio ma delle provette di liquido. Fa infatti parte di una ricerca avviata dal dipartimento di Fisica dell’Università di Leida, che testa le capacità dei “micro-nuotatori”. Stampata in 3D, la sua struttura chimica le permette di muoversi attraverso una soluzione di perossido d’idrogeno.
Voyager di Star Trek inizia a nuotare
Invece di usare un motore a curvatura di classe 9 come l’originale, la versione in miniatura della USS Voyager di Star Trek sfrutta una reazione chimica per muoversi nello spazio di una provetta. Ha un rivestimento di platino, che reagisce al perossido di idrogeno (l’acqua ossigenata) in cui viene inserita.
La forma della navicella di classe Intrepid non è dovuta solo alla passione fantascientifica di qualche ricercatore. Il gruppo di ricerca di Leida ha deciso testare diverse forme e dimensioni, stampandole in 3D. Solitamente queste ricerche si fanno solo con modelli sferici, più facili da produrre. Queste forme particolari rese possibili dall’avvento delle stampanti 3D permettono di testare altre proprietà dei micro-nuotatori. In modo da poter comprendere meglio come si muovono i batteri in acqua o i globuli bianchi nel sangue. Ma anche la Voyager di Star Trek e la 3DBenchy, una barca che viene usata spesso per testare la precisione delle stampanti 3D.