Anche Warner Music Group sospende tutte le attività in Russia

Dopo Universal e Sony, anche Warner Music Group annuncia la sospensione di tutte le operazioni in Russia. Il mondo della discografia si unisce al boicottaggio nei confronti di Mosca.

Universal, Sony e Warner Music: anche il mondo della discografia boicotta la Russia

A meno di un’ora dall’annuncio di Sony Music, e due giorni dopo la presa di posizione di Universal, anche Warner Music Group si unisce al boicottaggio nei confronti del Cremlino. La notizia arriva con una nota ufficiale che recita:

“Warner Music Group sta sospendendo le proprie attività in Russia. Queste includono tutti gli investimenti e lo sviluppo di progetti, attività promozionali, marketing e la produzione di supporti fisici. Continueremo ad adempiere ai nostri obblighi nei confronti di artisti e cantautori nel miglior modo possibile man mano che la situazione si evolve. Rimaniamo impegnati a sostenere gli sforzi di soccorso umanitario nella regione ucraina”.

Warner Music è diventata una società quotata in borsa nel 2020, dopo essere stata acquisita – nel 2011 – da Access Industries. Quest’ultima è una società di proprietà dell’imprenditore ucraino Len Blavatnik. Prima dell’invasione russa, la l’azienda aveva sviluppato una forte presenza in Russia, tanto che lo scorso anno aveva acquisito l’etichetta Zhara Music, ribattezzandola Atlantic Records Russia.

Anche il mondo della discografia quindi condanna come può l’operato di Mosca. Tutte e tre le major hanno in terra russa numerose sotto-etichette le cui attività saranno quindi sospese. Le tre società hanno anche effettuato varie donazioni nei confronti del popolo ucraino.

Come il settore della musica sta contribuendo al boicottaggio russo

L’esodo da parte del mondo della musica era già iniziato a pochi giorni dall’invasione in Ucraina, con l’esclusione della Russia dell’Eurovision Song Contest 2022. A ciò era seguito lo stop della SIAE nel corrispondere i compensi alla RAO (la società russa di raccolta di opere musicali). Una manovra condivisa da PRS for Music, la SIAE britannica, che aveva dichiarato di aver formalmente e immediatamente sospeso i suoi rapporti di rappresentanza dei diritti con la RAO. Anche la BMI statunitense aveva annunciato la sospensione dei pagamenti nei confronti della società russa per i diritti di autore. BMI aveva inoltre fatto sapere di stare collaborando attivamente con la CISAC (Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori) per supportare artisti e creativi in Ucraina. Non solo musicisti però: la CISAC ha anche predisposto un fondo per aiutare l’intera popolazione colpita dalla guerra.

Il boicottaggio ha coinvolto anche e soprattutto la live music: numerosi gli artisti che hanno annullato i propri concerti nel Paese. Anche Live Nation aveva annunciato nelle scorse settimane lo stop indeterminato alla produzione di spettacoli, concerti e festival musicali in Russia.

Controcorrente invece Believe Music, label e distributore francese molto attivo in Russia (con uno staff di almeno 40 dipendenti nel Paese). Ecco la dichiarazione dell’etichetta:  “Non abbiamo in programma di sospendere le operazioni in Russia per il momento, ma stiamo monitorando attentamente la situazione”.

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