Nel fitto programma della Mostra del Cinema di Venezia, e più precisamente nella rassegna autonoma delle Giornate degli autori, ha trovato spazio Worlds Apart – Mondi lontani, film diretto dalla regista italiana Cecilia Miniucchi e con attori particolarmente noti, come il protagonista di Better Call Saul Bob Odenkirk, Danny Houston e Radha Mitchell. Il film è stato girato negli Stati Uniti, dove la regista risiede, durante il lockdown. Traendo spunto dalla difficile situazione che abbiamo vissuto, Worlds Apart – Mondi lontani si concentra di tre coppie di amici, che durante la convivenza forzata hanno la possibilità di rivalutare le loro relazioni.
Il film, prodotto da Euphoria Productions in associazione con Genoma Films, Johnny Boy Entertainment e
FR Productions, a causa della pandemia è stato girato e post-prodotto in remoto. Gli attori hanno recitato da casa in collegamento con la regista, con un kit apposito congegnato per loro. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Cecilia Miniucchi, con la quale ci siamo addentrati nella realizzazione di questo piccolo grande progetto.
Worlds Apart – Mondi lontani è un progetto ideato e realizzato durante il lockdown. Un periodo molto difficile a livello emotivo, che lei è riuscita a utilizzare in ottica creativa. Ci racconta la genesi del progetto e come è riuscita a ingaggiare attori di caratura mondiale come Bob Odenkirk e Danny Huston?
È proprio il caso di dire che il bisogno aguzza l’ingegno. Eravamo in un momento in cui sembrava che non ci potesse essere più sfogo per la nostra creatività, per cui ho sentito il bisogno di fare qualcosa, che mi distogliesse anche da questo momento così triste e brutto, che negli Stati Uniti era appena cominciato. Ci siamo presi un vero e proprio rischio, perché eravamo ancora ben lontani da vaccini e cure per il COVID e non conoscevamo ancora bene i rischi. Ho coinvolto attori importanti, che si sono fidati e sono saliti su questa carrozza che non aveva ancora né una direzione né una meta precisa. È stato un progetto molto sperimentale, data la tecnologia e il modo in cui abbiamo girato Worlds Apart – Mondi lontani.
Quali dispositivi tecnologici ha dato in dotazione al cast? Da quali caratteristiche è stata influenzata la scelta?
Se non ci fosse Apple, non ci sarebbe questo film. Il mio produttore Carl F. Berg ha inventato un marchingegno di legno, costruito da lui stesso, con dei piedistalli su cui porre i vari dispositivi. Io ho diretto tutto il film dall’ufficio di casa con due schermi da un iMac 27″, con non più di due attori e location contemporaneamente. Gli attori stavano nella propria casa. Tutte le mattine gli veniva portato il dispositivo, la sera veniva ripreso per scaricare i materiali e il giorno dopo veniva riportato.
In questo modo abbiamo ottenuto una certa connessione a livello tecnico. Per dirigere gli attori utilizzavo FaceTime su un iPad, che riproduceva quello che l’iPhone girava. C’erano quindi anche problemi di campo, appena ci allontanavamo dalle case e andavamo a girare in giardino la qualità della connessione mancava. Abbiamo avuto anche problemi di sync e di altri piccoli dettagli: in una scena un produttore teneva una finestra per evitare che si chiudesse e ci siamo ritrovati la sua mano nel girato.
Tutta la post-produzione è stata fatta da remoto. Abbiamo montato Worlds Apart – Mondi lontani attraverso Zoom e Google, lavorando anche su colonna sonora, effetti speciali e dialoghi aggiuntivi. Questo lavoro ha coinvolto diversi paesi nel mondo: abbiamo lavorato con Australia, Olanda, Francia, Inghilterra, Italia e ovviamente Stati Uniti, dove ci trovavamo.
Worlds Apart – Mondi lontani ci spinge a riflettere sull’importanza della riscoperta di chi abbiamo accanto e di ciò che spesso tendiamo a dare per scontato. Un messaggio di fondo positivo su un periodo molto drammatico. Pensa che fra qualche anno tenderemo a dimenticarci dei momenti più difficili e ricordare la “lezione” umana e sociale che ci ha dato il Covid?
Nei miei film ho sempre trattato la condizione umana, l’essenza delle nostre relazioni. In questo caso le interazioni erano forzate dalle circostanze esterne: eravamo tutti con le persone con cui legalmente potevamo stare. Mi auguro che ricorderemo la lezione, ma non possiamo dimenticarci di tutta la gente che ha sofferto ed è morta. Noi mentre giravamo Worlds Apart – Mondi lontani non ci siamo resi conto della gravità enorme della situazione. Da una parte mi sento in difetto per non aver parlato di questa situazione in modo più pesante e grave, ma in quel momento non avevamo la consapevolezza catastrofica che abbiamo adesso. Forse le persone adesso non vogliono vedere film che trattano di quei momenti che vogliamo tutti dimenticare. Per fortuna il mio film non tratta del virus ma delle persone.
Quanto tempo hanno richiesto le riprese? Vi siete attenuti scrupolosamente alla sceneggiatura o c’è stato spazio anche per l’improvvisazione e per qualche modifica in corso d’opera?
Abbiamo girato il film in circa 4 settimane, con giornate a volte di 6 ore al giorno e altre un pochino più lunghe. Abbiamo avuto la possibilità di girare il film in sequenza, cosa che è stata utile per lasciare spazi di spontaneità agli attori. C’era comunque un copione preciso da seguire, scritto in un paio di settimane, e dopo 2-3 settimane già stavamo girando.
Come ha lavorato sulla fotografia da remoto?
Ho curato lo stile della fotografia in prima persona. Io normalmente giro con la steadycam, che è l’opposto di questo film. La scena che apre Worlds Apart – Mondi lontani infatti è stata girata come la girerei normalmente, in quanto era dal vivo, contrariamente al resto del film. Per evitare che ognuno facesse quello che voleva ho deciso di usare una macchina fissa sotto la linea degli occhi, sullo stile di Yasujirō Ozu. Così facendo, il movimento veniva solo dagli attori, mentre la macchina non si muoveva mai. Così siamo riusciti a dare uno stile coerente e omogeneo al film.
La produzione del film ha inevitabilmente portato all’ingresso nelle abitazioni e nella sfera privata del cast. Ci sono stati momenti divertenti o imbarazzanti in questo senso? Soprattutto con Bob Odenkirk.
Bob è una persona meravigliosa in tutti i sensi. Ha una famiglia bellissima, una moglie e due figli. Tutti loro logicamente vivevano insieme nella stessa casa. Bob ogni tanto si scusava con il resto della famiglia, perché dal momento che stavamo girando loro non potevano entrare nella stanza o parlare. Radha Mitchell invece aveva appena avuto il COVID, quindi era molto stanca ma ha dato un tocco di verità al film. Danny Huston invece aveva una bambina piccola che ogni tanto piangeva, per cui a volte dovevamo interrompere le riprese. Tante scene di vita quotidiana, dovute al fatto che hanno aperto le porte delle loro case al mondo, con grande semplicità.
In Worlds Apart – Mondi lontani vediamo un’inquadratura su Los Angeles sottosopra, seguita nel finale da una in cui la città è nuovamente quella che conosciamo. Le nostre vite sono effettivamente tornate al loro posto o qualcosa è ancora ribaltato?
Credo che siamo ancora obliqui, non siamo né dritti né sottosopra. Purtroppo viviamo un momento ancora non bello a livello socio-politico, e qualche parola in proposito nel film l’abbiamo inserita.
Girare in questo modo comporta ovviamente molti disagi. Ha invece riscontrato qualche pregio rispetto alle produzioni tradizionali?
Assolutamente sì. Lo rifarei subito, mi è piaciuto moltissimo. Adoro la tecnologia e abbraccio sempre i nuovi mezzi che ci aiutano a sperimentare e a fare cose nuove. La penna non fa il poeta: la tecnologia non fa un film ma aiuta.
Quali sono i suoi prossimi progetti in cantiere? Pensa che sperimenterà ancora questa modalità di regia a distanza?
Dipenderà anche dalla storia. Ho un paio di progetti in ballo, di cui uno girato in modo più normale. Se mai ce ne fosse bisogno, possiamo fare anche film a distanza.
Sappiamo che Worlds Apart – Mondi lontani farà un passaggio in sala con Genoma Films. Ci sono invece novità sulla distribuzione in piattaforma?
Abbiamo diverse richieste, i produttori stanno trattando. Lo vedrete presto, anche per via dei grandi attori coinvolti.
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